Veicoli connessi: è tempo di ingranare marcia secondo il Politecnico di Milano

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Il mercato dei veicoli connessi è in forte espansione con un +17% nel 2023, ma il 75% degli italiani è insoddisfatto della gestione della mobilità urbana.

Il mercato dei veicoli connessi e della mobilità smart contina a crescere. Lo dimostra il +17% registrato nel 2023 rispetto all’anno precedente dallo studio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. Il dato è particolarmente rilevante se letto alla luce degli altri mercati occidentali che presentano un aumento tra il +10% e il +20%. Il valore generato per la mobilità connessa vale 1.56 miliardi di euro ed è cresciuto del +11% dal 2022. Allo stesso tempo i sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) hanno generato un mercato di 950 milioni di euro (addirittura +28% sul 2022). Per concludere questa prima breve carrellata di numere, vale la pena sottolineare che a fine 2023 in Italia si contano 16.9 milioni di auto connesse, poco meno della metà del parco circolante

Ma lo studio del Politecnico ha ampliato lo scenario, indagando anche lo stato dell’arte delle smart cities a partire ovviamente dalle soluzioni per una mobilità sostenibile: gestione dei parcheggi, sharing mobility e infrastrutture statali all’avanguardia

Leggermente in calo le auto elettriche, in crescita i veicoli connessi

Nel 2023, il mercato automobilistico italiano ha registrato un notevole incremento, con oltre 1,5 milioni di nuove immatricolazioni, segnando un +19% rispetto al 2022. Tuttavia, siamo ancora lontani dal picco di 1,9 milioni di unità raggiunto nel 2019. Un dato interessante riguarda le auto elettriche immatricolate nel corso dell’anno, che rappresentano solo il 4,2% del totale con 66.300 unità: un modesto aumento dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Le vetture ibride plug-in, invece, hanno subito un calo, scendendo al 4,4%, con una diminuzione dello 0,7%. Osservando il parco circolante, il numero di veicoli elettrici è salito a 220.000 unità e le ibride plug-in a 242.000, ma insieme rappresentano solo l’1,1% del totale

Sul fronte delle auto connesse, l’Italia ne conta 16,9 milioni. Di queste, 5,1 milioni sono auto nativamente connesse tramite SIM per uso consumer, con un incremento del 19% rispetto al 2022. Inoltre, ci sono 1,5 milioni di auto aziendali connesse per il fleet management (+25%) e 10,3 milioni di dispositivi GPS/GPRS utilizzati per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida a fini assicurativi, con un incremento del 3%. Per quanto riguarda le auto a guida autonoma, solo il 15% degli utenti si dichiara disposto a utilizzarle nei prossimi anni. Tra coloro che sono favorevoli, i principali motivi sono la comodità di poter svolgere altre attività durante il viaggio (43%), la maggiore sicurezza (34%) e la possibilità di trovare parcheggio autonomamente (29%).

Iniziative di Smart Mobility messe in campo dal 77% dei comuni italiani

La Smart Mobility sta diventando sempre più centrale per i comuni italiani: oltre l’83% delle amministrazioni con più di 15.000 abitanti ritiene questo tema fondamentale o molto rilevante. Le iniziative in questo ambito sono in crescita, con il 53% dei comuni che nel 2023 ha avviato progetti legati alla Smart Mobility, rispetto al 50% del 2022. Nel triennio 2021-2023, poco più del 77% dei comuni ha lanciato almeno un progetto, con la mobilità elettrica (88%) e la sharing mobility (72%) in cima alla lista delle priorità. Guardando al futuro, i comuni stanno esplorando nuove frontiere come la guida autonoma (31%), l’Air Mobility e iniziative di Mobility as a Service (16%). 

Tuttavia, c’è ancora molto da fare in termini di utilizzo dei dati generati da questi progetti: il 29% dei comuni non li utilizza, sebbene il 16% preveda di farlo in futuro riconoscendone l’importanza strategica. Rispetto al 2022, sono aumentate le iniziative che utilizzano i dati per offrire servizi ai cittadini o condividerli con altre società, passando al 25% con un incremento del 9%. Tuttavia, l’uso dei dati è ancora prevalentemente informativo o diagnostico, senza l’applicazione di algoritmi di Intelligenza Artificiale in modo adattivo. Questo è un aspetto sul quale le amministrazioni comunali dovranno lavorare per rendere le città davvero smart. 

A livello globale, il numero di progetti MaaS attivati è aumentato del 47% nel triennio 2021-2023 rispetto al periodo 2018-2020. In Italia, i comuni stanno dedicando particolare attenzione a queste sperimentazioni, sostenute anche dai fondi messi a disposizione dal PNRR per il progetto “MaaS4Italy” nel 2023. 16 milioni di euro sono infatti stati destinati a progetti pilota mirati ad espandere l’uso della mobilità integrata. Tra i servizi MaaS più interessanti per i consumatori troviamo il trasporto pubblico urbano (30%), le soluzioni per il parcheggio (24%) e il car sharing (18%).

Smart Mobility: il trasporto pubblico genera ancora insoddisfazione

Abbiamo già visto qui e là la posizione dei consumatori rispetto a questo mercato in evoluzione. Abbiamo indicato i motivi per cui la guida autonoma è vista come una comodità e appena sopra i servizi MaaS ritenuti più interessanti. In questo paragrafo vogliamo scendere ancor più nel dttaglio per vedere, secondo il Plitecnocio di Milano, quale sia la prospettiva dei consumatori verso smart mobility e veicoli connessi. 

La percentuale di consumatori italiani che possiede un’auto con almeno una funzionalità smart ha raggiunto il 44% nel 2023. L’interesse per i nuovi servizi di Smart Mobility è elevato, con il 71% degli intervistati che si dichiara favorevole a tali iniziative. È interessante che l’interesse maggione non è legato stretamente alle funzionalità dell’auto, ma al trasporto pubblico locale (23%) e alla gestione dei parcheggi (20%). E questo ci porta ad un’altra consideraizone. Nonostante l’aumento delle innovazioni nel mercato, un’indagine condotta in collaborazione con BVA Doxa rivela che il 75% degli italiani non è soddisfatto di come il proprio Comune gestisca i problemi legati alla mobilità urbana, come il traffico, la carenza di parcheggi e le piste ciclabili. Tra gli aspetti più critici segnalati ci sono l’affidabilità dei tempi di arrivo dei mezzi pubblici (27%), l’esperienza di viaggio (25%) e le modalità di prenotazione e pagamento dei servizi (14%).

Nonostante queste difficoltà, il 40% dei cittadini sta riducendo l’uso dell’auto privata a favore di soluzioni alternative come il car sharing o la micromobilità. Le fasce di popolazione più anziane (55-74 anni) sono meno inclini a rinunciare alla propria auto, preferendo minimizzare gli spostamenti (45%) o monitorare le proprie abitudini di guida per renderle più sostenibili (38%). Al contrario, quasi un quarto dei consumatori (24%) opta per trasporti alternativi, con i giovani tra i 18 e i 34 anni che sono i principali promotori di questo cambiamento.

Se dunque l’attesa, le aspettative e le disillusioni dei consumatori si concentrano sul traposto pubblico, le aziende alle prese con la redazione del PSCL devono fare i conti con il livello di soddisfazione dei dipendenti lungo il tragitto casa-lavoro-casa. La predisposizone delle persone a cambiare le proprie abitudini di spostamento a favore di soluzioni più sostenibili è evidente da quanto abbiamo detto finora e spetta al datore di lavoro intercettare questa disponibilità con strategie di mobilità alternativa che vanno dalla sharing mobility all’incentivo delle biciclette. Ma come concertare esigenze e predisposizone dei dipendenti con budget e possibilità aziendali? Contattaci per una consulenza in Mobility Mnagament su misura. 

Unisciti alla nostra community approfondendo anche questi aspetti legati alla mobilità sostenibile:

Qual è l’evoluzione smart delle flotte aziendali tra sicurezza e sostenibilità? Un approccio olistico della gestione delle flotte aziendali è fondamentale oggi per conciliare le esigenze dei lavoratori con la responsabilità sociale d’impresa.

Quanto sono inquinate le città italiane a causa del traffico? Il rapporto Mobilitaria 2024 ha rivelato il tasso di inquinamento nelle città di 14 località italiane tra traffico e conseguenze sanitarie ed economiche.

A che punto siamo con le stazioni di ricarica elettrica? In un ambizioso progetto che promette di ridefinire il panorama della ricarica rapida per veicoli elettrici (VE), Stellantis e Free2move Charge stanno collaborando per installare nuove stazioni di ricarica veloce presso i concessionari selezionati in tutta Europa entro la fine del 2024.

Cosa sono i semafori intelligenti? Come funzioneranno in futuro i semafori per rendere più smart l’infrastruttura, dialogando con i veicoli. 

Fonte da Pexels: autore Francesco Ungaro

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