Con una rete di esperti dislocata in 3 continenti, Pyramid Temi Group si occupa della sicurezza di chi viaggia per lavoro nei Paesi più a rischio del mondo. Prima regola, esserci.
Ha sedi e collaboratori dislocati in tutti i Paesi in cui opera con servizi di Travel Risk Management e di recente è entrata nella classifica del Financial Times delle mille imprese con il maggiore incremento di fatturato in Europa, l’unica tra le 185 italiane a occuparsi di sicurezza.
Fondata quasi quarant’anni fa a Bologna, Pyramid Temi Group è oggi un punto di riferimento per le aziende italiane con l’esigenza di fare viaggiare i propri dipendenti in Paesi a rischio, soprattutto in Asia, Africa e Sud America.
Un tema, quello della security aziendale, quanto mai attuale per quelle imprese che devono mandare in trasferta il proprio personale, per qualche giorno o per diversi mesi, nei luoghi più “caldi” del mondo, come Pakistan, Giordania, Nigeria, Burkina Faso ed Egitto.
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ToggleTravel Risk Management, ci vuole esperienza
La geografia del rischio non è però scritta nei libri e potrebbe cambiare da un momento all’altro. Per questo, non sono ammesse improvvisazioni quando c’è di mezzo l’incolumità delle persone.
“Prepariamo i dipendenti prima della partenza e ci occupiamo della loro protezione in loco, dove vengono seguiti da personale locale altamente specializzato” spiega Roger Warwick, fondatore e amministratore delegato di Pyramid Temi Group, che oltre a essere certificata sulla base di criteri internazionali, fa parte dell’International Code of Conduct Association, l’organizzazione mondiale che regolamenta le operazioni delle società private di protezione del personale nel mondo.
“I nostri referenti locali – continua Warwick – sono altamente specializzati e in grado di intervenire tempestivamente secondo le esigenze specifiche di chi si trova in un Paese a rischio per lavoro. È di fondamentale importanza infatti che l’analisi del rischio parta da una dimensione di Paese ma che si focalizzi soprattutto sul luogo specifico della trasferta e sul periodo particolare in cui la trasferta avviene”.
Le aziende che si rivolgono a Pyramid, tra cui alcune grandi realtà a partecipazione pubblica e privata in campo meccanico ed elettronico, hanno perlopiù l’esigenza di fare viaggiare, oltre a commerciali e manager, il personale tecnico che in loco si occupa di installazione e manutenzione e spesso è impegnato anche nella formazione.
Analisi dei rischi e strategia di Travel Security
“Operiamo ad ampio raggio e seguiamo ogni aspetto nel minimo dettaglio, dalla logistica alla sicurezza personale fino alle operazioni di intelligence. Ogni particolare va curato nel dettaglio in base alla situazione specifica e niente viene dato per scontato. Per esempio, per quanto riguarda la sistemazione alberghiera, non è detto che gli alberghi più noti e internazionali siano sempre la scelta più giusta. E negli ultimi cinque anni siamo sempre riusciti a fare allontanare le persone da situazioni di pericolo prima che scoppiassero effettive emergenze per le quali si sarebbero dovute richiedere evacuazioni d’urgenza” ricorda Warwick.
In tema di sicurezza meglio prevenire che curare, insomma, intanto perché la protezione e tutela dei lavoratori all’estero è regolamentata da normative dell’ordinamento italiano (Decreto Legislativo n. 81/2008 e Decreto Legislativo n. 231/2001, ndr).
“Garantire la sicurezza dei propri dipendenti è un dovere al quale le aziende non possono sottrarsi, anche perché rischierebbero sanzioni penali per negligenza” specifica Warwick. “Ma oltre all’aspetto etico e morale – continua – si tratta di un vantaggio anche per il proprio business. E se fino a qualche anno fa erano soprattutto le grandi aziende multinazionali a comprendere l’importanza della protezione dei propri dipendenti all’estero, oggi per fortuna le cose stanno cambiando e anche realtà medio-piccole si rendono conto dell’importanza della sicurezza del proprio personale in viaggio” sottolinea Warwick.
Degno di considerazione è per esempio il fatto che i dipendenti che si sentono più sicuri lavorano meglio e sono meno preoccupati di viaggiare, e anche le loro famiglie si sentono più serene quando sanno che il viaggiatore che si trova all’estero opera in condizioni di sicurezza.
Inoltre, una corretta analisi permette a un’azienda di conoscere le reali situazioni di rischio, che a volte sono molto diverse da quello che si potrebbe immaginare. “Qualche mese fa – racconta Warwick – una piccola azienda si è rivolta a noi per una possibile trasferta in Giordania. Erano già decisi a rinunciare, ma dalla nostra analisi è emerso che il luogo specifico del soggiorno non presentava particolari impedimenti legati alla sicurezza e hanno potuto accettare la commessa”.
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