Summary evento Workation: cosa ci portiamo a casa e cosa possiamo fare

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Sono lieta di condividere con la Community di Travel for business la mia sintesi dell’evento su Workation a cui ho partecipato lo scorso 2 febbraio 2023. Il Tema ha attratto una nutrita platea di Travel Mobility Manager dell’area laziale, ma non solo.

Cosa ci siamo portati a casa e cosa possiamo fare per dare un seguito al tema del Workation

I partecipanti a conclusione della giornata hanno chiesto che cosa possiamo fare e come di fronte a capi, imprenditori, decision maker che non hanno ancora una visione e non hanno la forza, il coraggio, la preparazione, la volontà di cambiare mentalità > do to list da poter condividere in azienda e con i colleghi.

Condividere Best Practice

Importanza di creare e condividere Best Practice, esempi virtuosi (con testimonianze e ambassador) diversificati per tipologie di imprese, con dati alla mano per sensibilizzare, attenzionare, motivare i decision maker delle aziende pubbliche e private, delle multinazionali così come delle imprese padronali (che hanno un vissuto totalmente diverso e che costituiscono la piccola-media impresa italiana, interessata attualmente più alla produttività che al benessere e bendessere dei dipendenti viaggiatori- workationist) a rafforzare il rapporto di fiducia con i lavoratori, impostando l’attività lavorativa su obiettivi e misurazione dei risultati, con programmi di rewarding e recognition, piuttosto che sul monte ore e sul controllo delle persone.

L’importanza della sicurezza e dei dati

Le aziende, gran parte dei contesti lavorativi non sono ancora preparati alla digitalizzazione e alle sue conseguenze. Si parla di smartworking, workation, ma per molti è ancora “telelavoro”. Centrale il tema della sicurezza informatica e della cybersecurity (senza trascurare il fatto che i dipendenti che lavorano da remoto devono essere provvisti di strumenti idonei e spesso non lo sono…) ancora troppo sottovalutati – e non è tanto e solo questione di formazione, preparazione tecnica dei dipendenti in modalità da remoto, quanto di formazione emotiva-motivazionale degli stessi, perché l’80% dei gravi problemi di sicurezza informatica e di attacchi hacker deriva da distrazioni umane. Parlando sempre di digitalizzazione, centrale e indispensabile il sistema di impostazione, raccolta, ottimizzazione, uso, trasformazione, implementazione dei dati, che viene ancora troppo preso sotto gamba e che invece diventa prioritario per dimostrare quanto si spreca, quanto si può risparmiare, quanto vale il ROI, quanto la salute e il benessere psico-fisico-emotivo-sociale-relazionale dei dipendenti-viaggiatori workationisti impatta sulla produttività aziendale e sul sistema economico del singolo territorio e del Paese.

Regolamentazione Workation

La regolamentazione del Workation è caldamente consigliata (come ha sottolineato Stefano Simonelli) ma tutti concordano che vada fatta attraverso un tavolo di lavoro dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso (bottom up e top down per essere davvero efficace, coinvolgendo istituzioni, datori di lavoro, hr, tesoreria/amministrazione, ufficio acquisti, ma soprattutto i dipendenti), tenendo presente tuttavia che non può esserci una formula fissa per tutte le situazioni, come sottolinea l’avv. Alberto Gava. La regolamentazione deve poter tenere in considerazione e prevedere le varie possibilità e realtà del tessuto italiano: intanto la differenza tra pubblico e privato e all’interno del privato la varietà, multinazionale e azienda padronale (grandezza, numeri dipendenti, settore, territorialità ecc).

Ecosistema lavorativo

Legato a quanto sopra, si dovrebbe parlare sempre di ecosistema lavorativo, perché l’approccio è ancora troppo disarticolato e a compartimenti stagni. Dovrebbe essere olistico, sostenibile, umanistico, multidisciplinare (ricordiamoci dell’antesignano Olivetti, ma anche di Brunello Cucinelli e il Capitalismo Umanistico di cui è rappresentante italiano nel mondo…).

Travel Mobility Manager sempre più proattivi!

Il travel e mobility Manager deve poter svolgere un ruolo proattivo di decision maker e collante, non reattivo come la maggioranza, poter sedere al tavolo e proporre assertivamente soluzioni, possibilmente con dati alla mano, verifiche semestrali in grado di supportare le proposte, fare gli interessi dell’azienda ma anche dei dipendenti. Preparazione e consapevolezza del ruolo e delle responsabilità che comporta oggi più che mai!

Processi e Governance necessari

Le aziende e le istituzioni devono tenere conto che sono cambiate in questi ultimi due-tre anni le tipologie e le esigenze di dipendenti-viaggiatori-workationist in funzione delle nuove modalità di lavoro #smartworking #workstation, mentre nella realtà quotidiana assistiamo ancora a una mancanza di adeguamento dei processi di governance, di risk-crisis-health management, di sicurezza e assistenza assicurativa rispetto ai cambiamenti in atto sempre più veloci e alle situazioni che si vengono a creare, tanto è vero che le travel policy per l’88% non risultano aggiornate. In questo Airplus (come testimoniano Ombretta Di Marco e Cecilia Pantaleo) fornisce soluzioni e servizi ad hoc nella prevenzione e gestioni di imprevisti, di pagamenti e spese extra (si pensi alla telemedicina, allo smarrimento di bagagli o effetti personali o pc, telefonini aziendali, a infortuni del momento ecc).

Nuova cultura manageriale

Cambia anche il ruolo e la figura degli HR, questo va tenuto da conto, ma d’altra parte è anche vero che molti HR svolgono ancora un ruolo più amministrativo che di tutela e gestione delle Risorse Umane e/o business partner aziendale incentrato sullo sviluppo di una nuova cultura manageriale di responsabilizzazione, valutazione e delega del dipendente-viaggiatore-workationista. Gli HR e le aziende dovrebbero essere d’accordo nel garantire un approccio focalizzato sulle persone (con programmi di recognition e rewarding diversificati), con un concreto ritorno di investimento, fornendo ai decision maker elementi concreti per prendere le decisioni, evidenziando quanto un approccio differente a quello centrato sulle persone, alla lunga si traduca in un costo, anche indiretto, per l’azienda, anziché un “risparmio” come pensano tanti imprenditori…

Capitale umano

Sempre restando con il focus sul “Capitale umano”, stiamo attraversando un periodo (lungo) di “dismissioni volontarie”, “licenziamenti”, ma anche “impossibilità di trovare personale adeguato”. Le aziende sono sempre più portate e incentivate dal governo a investire sui giovani della Generazione Y o Millennials (dai 21 ai 35 anni) che hanno un approccio totalmente diverso al lavoro e alla qualità della vita (molto più sensibili al rapporto costo-tempo-qualità della vita) rispetto alla Generazione X e a quella del Baby Boomer. Lavorare da remoto a) non aiuta i giovani appena entrati a conoscere a fondo l’azienda, e a distanza diventa più complesso amalgamare le differenze umane e generazionali; b) lavorare tutti da postazioni diverse e in luoghi diversi, magari con fusi orari diversi, mette in crisi la stessa organizzazione di una riunione, perché ognuno ha esigenze di orario differenti. Fondamentale applicare il reverse mentoring multigenerazionale e trovare tempo e spazio per momenti di aggregazione, ri-creativi, di teamworking e teambuilding soprattutto in presenza e poi a distanza, come testimonia Paolo Tedesco, che per sua libera scelta ha dato importanza a questo aspetto in Sogei.

Sostenibilità e CSR

Last but not least, la sostenibilità e la CSR (come testimoniato dall’intervento di Riccardo Gabriele Ricci) sono il comune denominatore di tutti i 9 punti sopra elencati, anche se sarebbe preferibile e consigliabile allargare l’orizzonte e parlare più propriamente e propositivamente di GREEN CIRCULAR ECONOMY nel rispetto dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, legandoci all’approccio ecosistemico alle persone, al lavoro, ai contesti, alle aziende, ai luoghi e alle destinazioni, al Paese (di cui travel & mobility sono espressione), dimostrando come la connessione fra elemento umano, tecnologia, infrastrutture, spostamenti, turismo, eventi sia la via essenziale verso un impatto positivo sulla qualità della vita, individuale e collettiva (citavamo il ripopolamento dei borghi e dei luoghi ameni dimenticati grazie allo smartworking e al workstation, ma anche per contro la necessità di pianificare la decentralizzazione, altrimenti il rischio è di svuotare completamente i centri città e far chiudere esercizi commerciali come è già successo durante e post Pandemia…).

Sarebbe interessante raccogliere e condividere nell’ambito delle “Circular Economy Stories”, storie imprenditoriali che hanno una visione declinata con grande pragmatismo, con un’impostazione simile a quella del Progetto POLIS di Poste Italiane (citato) https://www.posteitaliane.it/progetto-polis

Inoltre, per i prossimi eventi perché non organizzare tavoli tematici con format tipo ignite, campfire ecc in cui coinvolgere non solo Travel & Mobility Manager, ma tutti i protagonisti aziendali che abbiamo nominato prima ossia chi decide, l’hr, l’amministrazione, l’ufficio acquisti?

Se siete d’accordo scrivetecelo nei commenti!

Olimpia Ponno

Leggi lo speciale su Workation. Sfoglialo direttamente dalla pagina MAGAZINE a questo link https://www.travelforbusiness.it/magazine-travel-for-business/

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