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ToggleSharing mobility per una mobilità urbana sostenibile. Car sharing, car pooling, bike sharing, app e micromobilità: risorse utili e strategie post-pandemia.
La sharing mobility rappresenta un nuovo modo di concepire la mobilità urbana basata su sostenibilità, efficienza e flessibilità nei trasporti, all’interno di un’ottica che sappia sfruttare servizi e tecnologie digitali per favorire la condivisione di veicoli e tragitti. Esistono diverse strategie di sharing mobility che i piani di Smart Mobility Management possono tenere in considerazione.
Servizi e strategie di Sharing Mobility
I servizi di sharing mobility sono oggi molto diversificati e riescono ad offrire un ampio panorama di soluzioni utili al Mobility Manager per elaborare diverse strategie di spostamenti. Ecco i servizi più comuni:
Ride sharing
Questo servizio consiste nella condivisione dei posti liberi nei veicoli. Rappresenta una delle manovre più suggerite da molte aziende ai propri dipendenti, dal momento che contribuisce anche ad entrare in sintonia con i propri colleghi. In passato era una risorsa molto utilizzata, mentre oggi è passata un po’ in secondo piano, nonostante ci siano diverse società che forniscano app destinate a tale finalità di “car pooling“.
Bike sharing
I servizi destinati alla condivisione di biciclette, soprattutto nelle zone urbane, cominciano ad essere una realtà rilevante non sono in Nord Europa ma anche nel nostro paese. Il ricorso a questo tipo di sharing mobility è sempre più in crescita.
Il bike sharing è già al centro di alcune strategie promozionali. Ad esempio, in alcune città sono state lanciate iniziative che promuovono il ricorso alle due ruote nel tragitto casa-lavoro o casa-scuola, prevedendo una corresponsione in denaro relativa ai chilometri mensili effettuati. Il Mobility Manager Scolastico potrebbe contare un grande ruolo in questo tipo di incentivi.
Scopri anche come realizzare un piano di spostamento casa-lavoro.
Car sharing
Un settore in notevole crescita, soprattutto nelle grandi città, è il car sharing. Nelle realtà urbane il noleggio per poche ore (e in alcuni casi addirittura per neanche 60 minuti) di auto autorizzate a circolare anche all’interno di aree ZTL, e facilmente pareggiabili per le dimensioni ridotte, sembra essere molto apprezzato. Questo tipo di smart sharing è una leva importante per il futuro sostenibile, dal momento che si diffondono sempre più fittamente veicoli elettrici poco inquinanti.
Viceversa il car sharing è assai poco diffuso tra piccole realtà di periferia che tendono ad essere escluse da iniziative di questo genere. Negli anni futuri sarà quindi compito dei Mobility Manager di enti pubblici estendere il raggio di diffusione del car sharing anche tra i piccoli comuni italiani. Questa evoluzione dovrà necessariamente prevedere anche l’installazione di punti di ricarica elettrica e certamente un’equa redistribuzione dei ricavi tra il Comune e il gestore del servizio di car sharing. Lo stesso modello può inoltre essere fatto proprio dai privati. Infatti le aziende, attraverso la figura del Mobility Manager in PA e in aziende, possono mettere a disposizione veicoli elettrici per i propri dipendenti. Non solo, potrebbe incentivare questa rete di veicoli elettrici stringendo partnership con altri attori del territorio e dislocando auto elettriche nei pressi di stazioni e aeroporti per dare la possibilità ai pendolari di utilizzare il servizio.
Servizi on demand
Esistono poi i servizi su richiesta. Il più famoso è senz’altro Uber, ma esistono anche altre app che offrono lo stesso trattamento come ad esempio Lift. Seppur questa soluzione smart abbia incontrato difficoltà in vari paesi a causa di legislazioni più restrittive per questo genere di servizio, e l’Italia è tra questi, i servizi di mobility on demand stanno registrando un incredibile successo in tutto il mondo, rappresentano anzi il settore della smart mobility con la più vertiginosa crescita degli ultimi anni.
Micro Mobilità urbana
Questa soluzione rende possibile noleggiare piccoli veicoli elettrici destinati a spostamenti relativamente brevi. Stiamo parlando dell’ultima tendenza che vede, attraverso il ricorso ad apposite app, la possibilità di affittare monopattini, ma anche hoverboard e skateboard. Si tratta di una frontiera per la mobilità sostenibile da esplorare e regolamentare. L’enorme flessibilità e il minimo ingombro dei dispositivi rendono possibile prevedere un boom del settore nei prossimi anni, soprattutto in centri urbani sia piccoli che grandi.
Le conseguenze della pandemia sulla sharing mobility e soluzioni per la ripresa
La pandemia ha inciso decisamente in maniera negativa sulla mobilità; soprattutto durante il primo lockdown è facilmente intuibile quanto tutto si sia fermato. Lo smart working ha costretto quasi tutti i lavoratori a rimanere a casa, determinando un crollo vertiginoso della domanda di mobilità. Ma anche durante la seconda fase le cose non sono andate meglio: in quel periodo il limitato ricorso ai servizi share mobility ha registrato un’ulteriore frenata a causa della paura degli utenti di un servizio poco sicuro in termini di sanificazione. Quindi i gestori dei servizi, di car sharing soprattutto, hanno dovuto sostenere ingenti costi legati sia al mantenimento del servizio che alla sanificazione dei veicoli, senza però essere compensati da un’adeguata domanda. La partita non è ancora finita, ma gli operatori della mobilità condivisa nei prossimi mesi potranno intercettare quella parte di utenti che ancora temono il rischio di infezione sui mezzi di trasporto pubblico come autobus, metropolitane, tram, ecc., ideando strategie ancora più rassicuranti. Ad esempio il ricorso ad app per il pagamento di parcheggi, di soste sulle strisce blu, di ticket dei mezzi di trasporto pubblici e privati è un incentivo non indifferente per ricominciare a muoversi facendo ricorso a soluzioni su misura che consentano alle persone di sottrarsi ai flussi indistinti e congestionati di passeggeri.
Grazie ai servizi di “Pay per use” si può così configurare un sistema fortemente integrato e connesso che mira all’efficienza e alla rapidità. Di nuovo, la collaborazione di Mobility Manager aziendali, enti pubblici e stakeholder del territorio possono davvero fare la differenza in questo senso, avendo la possibilità di creare network e soluzioni condivise che aiutino a facilitare gli spostamenti sostenibili, ma anche ad abbattere i costi di gestione ed organizzazione.