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ToggleL’Italia in movimento: il report sulla mobilità di passeggeri e merci offre un’analisi del secondo trimestre 2024
È appena stato pubblicato il report dall’Osservatorio sulla mobilità di passeggeri e merci promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che analizza l’evoluzione dei traffici in base alle diverse tipologie di trasporto. Il documento presenta alcune novità rispetto all’uscita precedente. Innanzitutto l’analisi della distribuzione del traffico aereo di passeggeri e merci suddivisa in base alla zona di origine e destinazione del tragitto. Questa in particolare è stata fornita dai dati ENAC elaborati dal 2023. Inoltre questo report sulla mobilità di passeggeri e merci, fornisce l’analisi delle informazioni sul TPL, elaborate dall’Osservatorio Nazionale per supportare la programmazione e il monitoraggio di strategie di mobilità locale sostenibile. In questo articolo vogliamo fare un focus sulle abitudini di mobilità degli italiani nell’ultimo trimestre.
I criteri dello studio sulle abitudini di mobilità degli italiani
Le abitudini di spsotamento degli italiani sono desunte dall’FS Research Centre del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, tramite l’utilizzo dei Big Data telefonici su base mensile (sono state analizzate circa 23 milioni di DIM e 200 mila celle telfoniche e e 30 miliardi di posizioni giornaliere) e grazie all’indagine annuale di mobilità dell’Osservatorio “Audimob” di Isfort.
La mobilità analizzata ha incluso tutti gli spostamenti entro il tempo di un’ora, intesi come la concatenazione di tutte le eventuali soste intermedie per arrivare alla meta finale del singolo spostamento. Per affidabilità dei dati, sono stati esclusi anche gli spostamenti inferiori agli 800 metri perché il segnale delle loro sim potrebbe rimbalzare da una cella all’altra, con il cosiddetto effetto “ping-pong”, leggendo gli effettivi spostamenti come statici o viceversa, persone in loco come in movimento. Quindi è stato calcolato il “raggio di mobilità”, quindi la media di permanenza delle distanze tra le celle telefoniche visitate. Se questa distanza risulta per oltre un’ora al di sotto degli 800 metri, allora l’utente è considerato fermo, stazionario in un luogo.
L’Osservatorio “Audimob” ha analizzato stili e comportamenti di mobilità degli italiani attraverso un campione rappresentativo di 49,9 milioni di residenti tra i 14 e gli 84 anni. L’indagine ha utilizzato interviste telefoniche (CATI) per il 70% e online (CAWI) per il 30%, garantendo rappresentatività anche per chi non possiede un telefono fisso. Le interviste, condotte nei giorni feriali, hanno rilevato dati su spostamenti, mezzi utilizzati, motivazioni, distanze, tempi e frequenza dei viaggi. Il campione era distribuito territorialmente per minimizzare distorsioni legate a eventi locali o meteo, con un margine di errore del 0,9% a livello nazionale. Non sono stati considerati spostamenti a piedi sotto i 5 minuti. Gli indicatori principali hanno compreso il tasso di mobilità, il numero di spostamenti giornalieri pro-capite, la distanza e il tempo medio percorsi quotidianamente, raggruppando i mezzi di trasporto in cluster come piedi, bici, moto, auto e trasporto collettivo.
Abitudini di spostamento degli italiani: 2,4 km percorsi ogni giorno
Il report sulla mobilità di passeggeri e merci, offre un interessante quadro sulle abitudini di spostamento degli italiani nell’ultimo trimestre.
Secondo i dati del FS Research Centre, a giugno 2024 gli italiani in possesso di una SIM telefonica (che corrispondono approssimativamente alla popolazione di età pari o superiore ai 12 anni) hanno mostrato di avere una mobilità quotidiana significativa. Circa 37,8 milioni di persone, ovvero oltre il 75% della popolazione di riferimento, si spostano ogni giorno, con una media di 2,57 spostamenti a testa. Questo si traduce in più di 97 milioni di spostamenti quotidiani, equivalenti a un totale di oltre 2,4 miliardi di chilometri percorsi ogni giorno in Italia.
La mobilità non è uniforme sul territorio nazionale. Ad esempio, la percentuale di popolazione mobile va dal 70% in regioni come Liguria, Puglia, Sicilia e Sardegna, a circa l’80% in Marche, Umbria, Abruzzo e Molise. Ad un livello più locale, le province non capoluogo mostrano spesso una maggiore mobilità, probabilmente legata alla necessità di percorrere distanze più lunghe per accedere a servizi o opportunità che sorgono nelle zone più urbanizzate. Ad esempio, le regioni del centro Italia e quelle lungo il versante adriatico come Basilicata, Umbria e Molise, registrano mediamente più chilometri percorsi pro capite rispetto ad altre aree.
Confrontando i dati di giugno 2024 con quelli del primo trimestre dello stesso anno, salta all’occhio l’aumento del 2,4% degli spostamenti medi giornalieri. Ma alla luce dello stesso periodo nell’anno precedente, l’aumento è più contenuto e corrisponde allo 0,9%. Durante i giorni feriali, gli spostamenti giornalieri si avvicinano ai 100 milioni, mentre nei fine settimana scendono a circa 93 milioni (-6,4%). Tuttavia, nei giorni festivi le distanze percorse sono mediamente più lunghe e toccano un +5,1%.
La maggior parte degli spostamenti è di natura locale. Anche escludendo quelli di brevissimo raggio (entro 800 metri), oltre il 41% degli spostamenti giornalieri avviene entro i 25 km, percentuale che sale al 66% per distanze fino a 50 km. Gli spostamenti extra regionali rappresentano in media il 6% nei giorni feriali e il 9% nei festivi, con significative differenze tra regioni. Sono molto contenuti nelle regioni insulari come Sardegna e Sicilia (che corrispondono all’1-2% del totale), mentre raggiungono picchi del 15-20% in regioni più piccole come Basilicata e Molise, caratterizzate da una maggiore necessità di spostamenti verso l’esterno.
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