In accordo con recenti provvedimenti nazionali e internazionali in termini di protezione dell’ambiente e della qualità dell’aria, le amministrazioni pubbliche di molte città considerano l’adozione di autobus elettrici e a combustibili alternativi per il servizio di trasporto pubblico.
In tale contesto il webinar organizzato ieri da Vte Public Relations nell’ambito del Mobility Innovation Tour 2020, in collaborazione con RSE, ha fornito una valutazione economica comparativa dei bus a zero emissioni con analoghi veicoli tradizionali, a fronte di possibili sviluppi favorevoli di ordine giuridico e regolatorio, di interesse anche in ragione del periodo difficile per il comparto.
«L’autobus elettrico si caratterizza per un prezzo di acquisto di poco più di 400.000 €, un consumo medio nelle aree urbane di 1,5 kWh / km e un costo di “chilometraggio” medio di 0,27 € / km – si legge nello studio di RSE -. Il costo delle batterie (acquisto e sostituzione a metà vita) costituisce ancora una componente notevole nel TCO di un mezzo elettrico. Pur essendo i veicoli diesel, CNG ed LNG attualmente la soluzione economicamente più vantaggiosa, l’opzione elettrica risulta essere discretamente competitiva». La prevista riduzione del costo degli accumuli, unitamente a nuovi assetti normativi e regolatori, potrebbero renderla in futuro effettivamente conveniente.
«La peculiare vocazione del nostro Organismo di Ricerca – ha dichiarato Maurizio Delfanti, amministratore delegato di RSE – a supporto delle Istituzioni, consente di fornire elaborazioni basate sulla competenza tecnica, scientifica e normativa dei nostri Dipartimenti. Siamo molto lieti, in questa occasione, di aprire un dibattito sull’elettrificazione delle flotte di autobus urbani, che costituisce un’importante riserva di possibile decarbonizzazione nel mondo dei trasporti, che finora ha privilegiato soluzioni volte al settore della mobilità individuale».
Luca Lo Schiavo, vicedirettore direzione Infrastrutture Energia e Unbundling ARERA, ha sottolineato: «ARERA, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, è impegnata da diversi anni per favorire lo sviluppo della mobilità elettrica. Con riguardo alla elettrificazione del trasporto pubblico locale, in una recente audizione parlamentare ha evidenziato che “limitatamente ai soli punti di prelievo dell’energia elettrica dedicati alla ricarica dei mezzi di trasporto pubblico locale ad alimentazione elettrica, si potrebbero valutare soluzioni tese ad impedire che il peso degli oneri generali, la cui rilevanza e criticità è stata già evidenziata, risulti distorsivo o limitativo dello sviluppo delle soluzioni di mobilità a più alto valore in termini di sostenibilità. Anche per tali soluzioni, andrà verificata la compatibilità con la disciplina europea relativa agli aiuti di Stato”. Dal momento che la competenza di notifica di misure di aiuto è del Governo, l’Autorità ha previsto di fornire “sostegno tecnico a misure di sviluppo efficiente della mobilità sostenibile che minimizzi le emissioni per passeggero*km e prenda in considerazione sia il vettore elettrico che i green gas e in particolare il biometano”».
Durante una seconda sessione riservata al mondo dell’industria (costruttori di veicoli e fornitori di componentistica e sistemi) hanno preso parola Enel X, Iveco Bus, ZF, Rampini.
«I dati presentati nello studio di RSE evidenziano che l’autobus elettrico è ancora un’opzione particolarmente onerosa», ha dichiarato Giorgio Zino di Iveco Bus. «Come gruppo Iveco disponiamo di una gamma completa di prodotti capaci di rispondere a qualsiasi esigenza. Non vogliamo certamente demonizzare le motorizzazioni diesel che riteniamo ancora essere un’opzione valida, soprattutto nelle versioni più moderne. Gli autobus a gas e ibridi rappresentano, secondo la nostra visione, una valida risposta a chi vuole fare efficienza e puntare alla transizione energetica».