Prezzo carburante: cresce il costo per le aziende

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Calcolo, bonus, prezzi e accise per affrontare il prezzo carburante in aumento

Non è un segreto quanto il costo di benzina, gasolio e GPL incida in maniera sempre più decisiva sui bilanci delle famiglie e delle piccole e medie imprese italiane. In particolare, per le aziende con una flotta aziendale o un’alta mobilità dei dipendenti, l’aumento del prezzo carburante, impatta direttamente sui bilanci.

Il governo ha avviato iniziative per la revisione delle accise e incentivi per la transizione verso modelli più sostenibili. Vediamo quali sono gli aspetti da considerare per comprendere bene la situazione e prendere le decisioni strategiche migliori per il contenimento delle spese dell’azienda, dai metodi di calcolo ai sussidi disponibili, fino alle dinamiche dei prezzi e alla questione delle imposte.

L’aumento dei prezzi carburanti impone alle aziende di adottare strategie efficaci per la gestione dei costi. Monitorare il mercato, sfruttare incentivi fiscali e promuovere soluzioni di mobilità sostenibile sono passaggi fondamentali per mantenere la competitività. 

Come calcolare il costo del carburante?

Per le aziende con flotte aziendali o veicoli destinati alla mobilità dei dipendenti, calcolare il costo del carburante è essenziale per la gestione del budget. Il calcolo si basa su diversi fattori, tra cui la percorrenza media, il consumo specifico dei veicoli e il prezzo medio del carburante. Ma andiamo per gradi.

Per determinare la spesa annua in carburante, è necessario considerare il consumo del mezzo e il prezzo medio per litro. Ad esempio, per un’auto a benzina con un consumo medio di 15 km/litro e una percorrenza annua di 15.000 km, il fabbisogno del tuo veicolo sarà di circa 1.000 litri di carburante. A questo punto devi moltiplicare questa cifra per il prezzo medio al litro del carburante e ottieni la spesa annua stimata. Questo stesso procedimento di calcolo puoi applicarlo a benzina, gasolio e GPL, considerando le rispettive efficienze energetiche.

Come richiedere il bonus benzina?

Per contrastare l’aumento dei costi, il governo ha introdotto il bonus benzina, una misura che le aziende possono sfruttare per supportare i propri dipendenti. Le imprese private possono concedere fino a 200 euro per lavoratore sotto forma di buoni carburante esenti da imposte e contributi previdenziali. Questo incentivo può essere integrato nei piani di welfare aziendale, riducendo il costo del trasporto per i lavoratori e migliorando il loro benessere.

Le aziende interessate possono richiedere il bonus benzina attraverso piattaforme dedicate del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ci sono però dei requisiti che devono essere rispettati: il datore di lavoro deve essere privato (a prescindere dalle dimensioni dell’impresa), deve erogare il bonus in conformità alla normativa vigente solo ed esclusivamente ai dipendenti, evitare ritardi nell’applicazione delle agevolazioni.

Le aziende possono erogare il bonus benzina attraverso diverse modalità:

  • buoni carburante digitali o cartacei, forniti da società specializzate e accettati presso distributori convenzionati;
  • rimborso diretto in busta paga, con esenzione da contributi e imposte;
  • integrazione nei piani di welfare aziendale, combinando il bonus benzina con altre misure di sostegno per i dipendenti.

Qual è il prezzo medio dei carburanti?

Dal 2021 al 2024 il costo della benzina per le PMI è cresciuto del 20,7%, passando da 4.375 euro a 5.281 euro all’anno. Il gasolio ha subito un rincaro del 24,5%, mentre il GPL ha registrato un aumento del 17%. È facile intuire come le aziende con flotte aziendali hanno vissuto questi aumenti come un significativo impatto finanziario, richiedendo una revisione delle strategie di approvvigionamento e consumo.

L’adozione di carte carburante aziendali con sconti su rifornimenti e l’implementazione di piani di mobilità sostenibile, come il car sharing aziendale o la promozione dell’uso di mezzi elettrici, possono contribuire a contenere la spesa.

Accise sui carburanti e strategie fiscali aziendali

Uno degli elementi più rilevanti per la determinazione del prezzo finale dei carburanti è la tassazione. Attualmente, l’accisa sulla benzina è di 73 centesimi al litro, mentre per il gasolio è di 62 centesimi. A queste imposte si aggiunge l’IVA, portando il peso fiscale complessivo al 60% del prezzo finale per la benzina e al 56% per il gasolio.

Il governo sta valutando un graduale allineamento delle accise, che impatterà direttamente sulle strategie aziendali di gestione dei carburanti. Le imprese possono sfruttare detrazioni fiscali e agevolazioni previste per i veicoli aziendali, ottimizzando i costi attraverso strumenti di deduzione e rimborso carburante.

Transizione energetica e riconversione delle flotte aziendali

Oltre ai benefici economici e fiscali, la transizione energetica rappresenta un vantaggio competitivo per le aziende che puntano a migliorare la propria immagine e responsabilità ambientale. L’adozione di flotte aziendali sostenibili può favorire anche un maggiore accesso a finanziamenti e incentivi pubblici, oltre a contribuire agli obiettivi di riduzione delle emissioni imposti dall’Unione Europea.

La gestione efficiente delle flotte aziendali e l’integrazione di soluzioni a basse emissioni non solo permettono un risparmio sui costi di carburante e manutenzione, ma migliorano la sostenibilità operativa dell’azienda. Per ottenere il massimo beneficio, è fondamentale monitorare le opportunità offerte dai bandi pubblici e pianificare investimenti a lungo termine nella mobilità sostenibile.

Le imprese che investono nella gestione intelligente dei carburanti e nella transizione energetica non solo ridurranno i costi operativi, ma rafforzano anche il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale, un fattore sempre più rilevante nel panorama economico globale.

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Photo credit: Mike Bird

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