25 anni di esperienza nel settore commerciale per le Piccole Medie Imprese Marchigiane, conosce 4 lingue straniere e da sempre è impegnato nelle attività di vendita all’estero.
Travel for business ha avuto il piacere di incontrare Fausto Massioni, nuovo membro della Community.
Fausto, Export Manager per caso o per passione?
Sarei stato un insegnante, se l’industria non mi avesse bloccato qualche settimana prima di entrare nella scuola. Ho studiato Germanistica a Pisa, città alla quale sono molto legato, ma sono un marchigiano doc. Ho scommesso sullo studio delle lingue straniere, sono il mio prezioso strumento di lavoro. Parlo tedesco, inglese, francese e spagnolo.
Ma siccome non basta, continuo a studiare e curiosare altro che non siano solamente le lingue straniere. Mi occupo di export da molto tempo, con le PMI delle Marche, dall’Azienda a conduzione familiare alla multinazionale, prima internamente, ora da libero professionista.
Con quali aziende collabori per le tue attività di Export Management?
Lavoro con Aziende “sartoriali”: la gestione di progetti in co-design è il motivo conduttore del mio percorso, servito con pazienza, equilibrio e rigore. Attribuisco un forte valore alla cura delle relazioni. Da oltre 4 anni partecipo in prima linea alle attività di FiordiRisorse, una Business Community italiana. Ma trovo sempre tempo per viaggi, mostre d’arte, eventi, città e villaggi, sempre con la famiglia, come capita.
Come ti definisci?
Nomade, per passione e per professione.
Quando pianifichi un viaggio, quali sono gli aspetti più importanti che valuti?
Un viaggio diventa un viaggio di successo “in corso d’opera”. L’organizzazione deve essere tale che nulla sia lasciato al caso, che non ci siano sprechi, di tempo, di denaro, di spostamenti non legati a un risultato.
Quanto meglio avrò pianificato, mi sarò preparato sugli argomenti previsti e anche imprevisti, arrangiato gli spostamenti, coinvolto le persone giuste con le quali interagire, tanto più efficaci saranno i risultati.
Cos’è significa, per te, un viaggio per lavoro?
Un viaggio, di lavoro in particolare, è simile all’oggetto che l’accompagna, alla valigia. All’interno ci deve stare tutto, tutto quello che serve, ben disposto e nella misura corretta.
Il viaggio di lavoro in particolare è scandito da tempi non trascurabili, ma è anche una sorta di esperienza live professionale, culturale, di relazioni, di formazione e d’informazione, un mosaico naturale.
Come ci si deve muovere per affari?
Quando mi muovo per lavoro, applico la stessa tecnica che uso in un viaggio di piacere, ma la applico con maggior rigore.
Lavoro in dettaglio, prima di partire, sui temi che andrò a discutere, sui quali interagirò con la controparte. Ma unisco alla preparazione un’adeguata dose flessibilità, quella che serve a rendere il viaggio “più leggero”, meno affannoso, pronto a resistere a eventuali cambi d’agenda e di ritmo, contando “di portare casa” buoni risultati, anche con po’ di fortuna.
D’altra parte, “la fortuna è quel momento in cui la preparazione incontra l’opportunità”. (da Randy Pausch Last Lecture: “Achieving Your Childhood Dreams)“.
Sono molti i giovani che vorrebbero intraprendere la carriera di export manager, per viaggiare e per scoprire nuove opportunità. Vista la tua grande esperienza in questo campo, che cosa suggeriresti ad un giovane che inizia a muovere i primi passi all’estero per lavoro?
E’ essenziale farsi le ossa in Azienda, essere l’ombra di un titolare o di un buon export manager, fare esperienza sul campo, “rubando” con gli occhi e con le orecchie, osservando tutto, ma proprio tutto, dagli argomenti tecnici alla gestione di una trattativa, dai gesti convenzionali alle battute scherzose. Ho iniziato questo lavoro parecchi anni fa, per caso, poi è diventata una scelta e da quel momento – vista la mia formazione umanistica – ho fatto di tutto per completare e integrare il mio bagaglio culturale, frequentando corsi e soprattutto persone esperte, di mestiere.
Bisogna investire nel tempo e alla teoria affiancare la pratica, dalla telefonata alla traduzione, dal pranzo di lavoro alla visita aziendale, disponendo almeno di un buon livello di inglese.
Quali opportunità, secondo la tua opinione, può offrire un viaggio di lavoro?
Tutte le opportunità che sappiamo cogliere sono il miglior risultato di un viaggio di lavoro. Un viaggio di lavoro, alla stregua di un viaggio di piacere, è come un interminabile “Gioco di Kim” (dal nome del protagonista dell’omonimo romanzo di Rudyard Kipling).
Chi viaggia per lavoro deve essere un buon osservatore, deve essere abituato a memorizzare e ricordare dettagli e particolari, di una visita, di un colloquio di lavoro, anche a distanza di tempo.
Come rendi più produttivo un viaggio di lavoro?
La scrittura è la compagna ideale di un viaggio di lavoro. Mai viaggiare senza taccuino, su cui annotare di tutto, dai temi discussi al meeting con il Cliente al nome del ristorante in cui torneremo di certo a mangiare la prossima volta che saremo in quel posto. “Scrivere bene significa quasi pensare bene, e di qui ci vuole poco per arrivare ad agire bene”, così l’arguto Thomas Mann.
Nei tuoi numerosi viaggi sicuramente ti saranno accadute esperienze divertenti o significative. Hai voglia di raccontarne una alla Community di Travel for business?
Non più tardi di un paio d’anni fa, ho assistito a una conversazione telefonica, breve ma intensa, all’aeroporto di Colonia fra un venditore italiano evidentemente alle prime armi e con una scarsa conoscenza della lingua, delle lingue e dei modi e una Cliente tedesca, all’altro capo del telefono, decisamente infuriata!
Dialogo confuso fra un italiano (che urla) e una Cliente tedesca:
“… Sorry for misunderstanding
Please speak slowly
Ma chista parla sempre? (con microfono aperto!)
Caspita! (esclamazione modificata!)
N’atra uota!
Mmm, I read your vocal message in the machine.
Eh si’ ok, you are right
I didn’t understand
Eh si’ gioia, hai ragione
Du hast Recht!
Gisela sorry! Yes, vabbene.
Of corse! Todo muy bien, vabbene, claro che si’!
Mizziga!… Un grande bacio! Saludos! Ciao!”
Morale: «Chi non conosce le lingue non sa nulla nemmeno della propria» (J. W. Goethe)
Grazie Fausto per il tuo piacevolissimo racconto. Non vediamo l’ora di leggerti ancora e conoscere le tue prossime avventure del viaggiare per affari!