Sorrido sempre divertita quando qualcuno torna da un viaggio a Barcellona e mi dice “Ho mangiato una paella deliziosa” e anche tutte le volte che passeggiando per le Ramblas vedo i turisti felici ai tavolini dei ristorantini che degustano paella e bevono sangria…
Sapete perché sorrido? Perché non sono esattamente i prodotti tipici della Catalogna e quindi anche di Barcellona (la paella è spagnola, la fideuà è catalana), ma una persona non lo capisce finché non vive questa realtà e non la fa propria fino in fondo.
Quindici anni fa quando mi sono trasferita per motivi di lavoro e in cui sono rimasta per ben tre anni, ho avuto la fortuna di capire questa differenza praticamente subito, cosi come la differenza tra lingua castellana e lingua catalana. Non esistono dialetti in Spagna… Ricordatelo bene, esistono le comunità autonome con le loro lingue ufficiali, le loro tradizioni, la loro economia e le loro abitudini, ben radicate e ben chiare.Ed esiste tutto doppio! Nel menù dei ristoranti, nelle materie a scuola, nelle mail di lavoro, nei cartelli della metropolitana e persino sulla stampa (lo stesso quotidiano ha la testata di colori diversi per differenziare le due lingue)!
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ToggleChi non capisce questo non capisce la Spagna…
Sebbene col Franchismo (dal web: “Si conosce come Franchismo il regime politico di carattere totalitario che si sviluppa in Spagna durante il governo militare del generale Francisco Franco a partire dal 1° aprile 1939 e termina con la morte del Caudillo,soprannome del generale Franco, avvenuta il 19 novembre 1975”) in qualche modo si sia tentato di eliminare questi concetti, chiudendo un paese su se stesso e al mondo esterno (decisamente proibito lo studio delle lingue straniere, in particolare l’inglese e scartamenti ferroviari diversi rispetto al resto d’Europa) negli ultimi decenni il concetto di autonomia locale e identità culturale è letteralmente esploso in maniera importante.
Il “business spagnolo a tavola”
Nel cibo, come nelle tradizioni, nel tempo libero come nel business… Mi ci è voluto tempo per capire che la reazione del Sales Manager delle Asturie era ben diversa da quella della stessa figura che operava in Andalusia piuttosto che nella lontana Las Palmas (Isole Canarie).
Quello che però ho sempre riscontrato nel lavoro e che mi incoraggiava parecchio, visto che in certo senso era simile a quanto accade nel mio paese, l’importanza di fare “business” a tavola. Attenzione però agli orari… Impensabile un pranzo di lavoro con inizio alle ore 12:30 o una cena alle ore 19:30… Facciamo in modo di far scorrere la lancetta dell’orologio di almeno un’ora in avanti e non pensiamo di concludere tutto in un’ora. Ci vuole il tempo che è necessario senza fretta e gustando il cibo e la compagnia, solo cosi si riuscirà ad ottenere l’obiettivo che ci siamo prefissati.
Mai dimenticherò come fu accolto il mio ingresso in uno dei ristoranti della Rambla di Catalunya la prima settimana che vivevo a Barcellona alle ore 19:30: “Señorita bienvenida, pero la cocina está cerrada. Vuelva mas tarde” e grande sorriso…Quanta ospitalità e quanto spirito di accoglienza anche nel dirti di tornare più tardi perché la cucina è ancora chiusa…
Non meravigliamoci quindi se la Spagna è il paese europeo con la percentuale di turisti sempre in crescita e a doppia cifra e se gli Spagnoli stanno uscendo a testa alta dalla crisi dell’edilizia che li ha letteralmente messi in ginocchio…
Non meravigliamoci se una città come Barcellona dopo il 1992 (anno delle Olimpiadi) si è trasformata in quella città cosmopolita che è oggi ed è una delle città più visitate al mondo.
Credo sia un po’ finita l’epoca del “mañana por la mañana” per cui tanto è stato deriso questo paese. Oggi hanno imparato anche loro a riderci su, su questa cosa ma nel frattempo si fanno spazio nell’economia del Vecchio Continente con la loro terra, i loro prodotti tipici, la loro storia affascinando gli esigenti Orientali e gli scettici Americani…
E non ridiamo di loro quando si trovano ancora termini come ratón (mouse), ordenador (computer), contraseña (password), maleta (trolley) cosi come vaqueros (jeans) e canguro (babysitter). Volutamente non utilizzano il termine inglese perché non vogliono perdere la loro identità.
Comprendiamolo, facciamolo nostro e adelante!
E non dimentichiamo che nel business come in tutto il resto “La vida es como es y no como queremos que sea”.