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Non c’è più tempo da perdere. La mobilità aziendale, per troppo tempo sinonimo di auto aziendali e buoni benzina senza alcun pensiero alle emissioni di CO2, è finalmente sotto la lente d’ingrandimento. Pressione pubblica, nuove normative e la competizione stanno finalmente facendo sentire il loro peso, spingendo le aziende a considerare alternative. La domanda che sorge spontanea è: perché ci è voluto così tanto tempo?
L’acquisto di veicoli elettrici avrebbe dovuto essere incentivato da tempo con sgravi fiscali significativi, ma molti territori nel mondo ancora non forniscono incentivi sufficienti. Le infrastrutture per lo sharing e la mobilità dolce spesso latitano, mentre il trasporto pubblico non è sempre la soluzione ideale per chi si muove al di fuori delle grandi metropoli.
Anche i cittadini condividono la responsabilità. Hanno troppo a lungo scelto la comodità dell’auto individuale a scapito del benessere del pianeta. La transizione verso la mobilità sostenibile richiede sacrifici e cambiamenti nelle abitudini, ma molti cittadini sembrano disposti a compiere solo passi timidi verso questa direzione. Non è abbastanza..
Mentre discutiamo dell’urgenza ambientale, i segnali dei danni causati dall’inquinamento atmosferico sono evidenti. Dobbiamo smettere di accontentarci di piccoli passi e agire con determinazione e responsabilità. Città come Bologna e il Principato di Monaco dimostrano che soluzioni di mobilità dolce e intermodalità migliorano la vita quotidiana. Tuttavia, perché così poche città seguono questo esempio?
La collaborazione tra aziende e territorio dovrebbe essere il punto di partenza, non l’eccezione. Le città che comprendono l’importanza di fornire soluzioni di mobilità sostenibile in zone congestionate vedono il loro sviluppo economico e sociale migliorare significativamente. Inoltre, i territori, in particolare le aree industriali, possono considerare la mobilità sostenibile come un’opportunità strategica per le aziende, promuovendo benefici tangibili come la riduzione dei costi, l’aumento dell’efficienza e la fidelizzazione dei dipendenti.
Ed è chiaro che in questo contesto il Mobility Manager sia fondamentale non solo come abilitatore di soluzioni di mobilità più green per la comunità di cui si occupa, ma come promotore di nuovi modi di viaggiare.
La mobilità sostenibile non riguarda solo la terra, ma coinvolge anche il cielo. Gli strumenti di prenotazione automatica e i motori di ricerca iniziano a suggerire voli con minor impatto ambientale, mentre si lavora per sviluppare carburanti aeronautici a basso impatto ambientale, noti come Sustainable Aviation Fuel (SAF), per ridurre le emissioni di gas serra nel settore dell’aviazione civile.
Per superare le sfide abbiamo bisogno di un approccio interdisciplinare e considerare l’interoperabilità tra diversi attori, grazie anche alle innovazioni tecnologiche. È il momento di agire con serietà e determinazione, affrontando questa sfida con consapevolezza e impegno.
In questo speciale numero dedicato a “Muoversi con Stile e Sostenibilità” abbiamo intervistato i protagonisti Mobility Manager, ascoltato le esperienze dei principali attori del mercato, analizzato i dati con gli esperti analisti, e osservato il punto di vista di chi si occupa di mobilità sostenibile aziendale.
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