In qualunque mercato competitivo si prevede che un certo numero di aziende falliscano durante il loro percorso di vita. Ma quando parliamo di low cost, il fenomeno si ripete troppo frequentemente.
Chi si ricorda Fly Hop, Air Bosnia , Air Andalucia, Air Scotland, Air Freedom, Air Littoral, Virgin Express, Volare Web, Air Luxor, Europe Air, Go Fly, BuzzAway.
Tutte realtà (quasi 60 compagnie aeree dal 2003) che hanno chiuso la loro operatività e, sebbene qualche problema ai passeggeri lo avessero certo creato, sono passate presto nel dimenticatoio.
Eppure il fenomeno dei vettori low cost in crisi è costante e il fallimento di Monarch vettore inglese sembra non fare neanche più di tanta notizia rispetto ai guai dell’irlandese Ryanair.
Un modello, quello dei low cost, che nasce dopo la deregulation e che crea enormi shock economici al sistema dei vettori tradizionali prima di corto e poi di lungo raggio. Uno dei modelli considerato come il più riuscito, perché capace di riflettere un’economia emergente. Gli attori della low cost hanno addestrato una generazione di passeggeri a pagare poco e aspettarsi poco….
Ma un modello di business di successo è uno che fornisce stabilità sul mercato, verso i propri clienti e verso gli operatori, e che ha le basi per vivere per lungo tempo.
Invece si è osservato una lenta e graduale trasformazione in un sistema monopolistico: tratte, vettori, aeroporti, città., senza rendersi conto che nel contesto dell’economia moderna niente è chiuso e niente può essere aperto per sempre.