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ToggleRicerca Focus2R per la mobilità su due ruote nelle città italiane. La popolarità dello sharing cresce, ma le agende comunali non la seguono.
Per l’UE il 2024 sarà l’anno europeo della bicicletta, ma per il 42% dei comuni italiani la pianificazione della mobilità urbana su due ruote non è ancora una priorità. Questo è uno dei dati che emergono con evidenza dallo studio Focus2R, realizzato dall’Osservatorio promosso da ANCMA e Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia, che fotografa nel dettaglio la mobilità su due ruote nelle nostre aree urbane. La ricerca ha descritto l’attuale quadro delle politiche locali rispetto a bici e moto, mettendo in luce questioni come la disponibilità di parcheggi, ciclabili e la sicurezza stradale. Nell’indagine sono stati coinvolti 106 Capoluoghi di Provincia, ai quali era stato inviato un questionario nel 2022.
Se da un lato il report evidenzia buone pratiche sparse lungo tutto lo stivale, dall’altro illumina le zone d’ombra che tutt’ora affliggono la pianificazione della mobilità urbana sia strettamente legata alle due ruote che in senso più ampio. La preoccupazione più grande, come ha sottolineato il presidente di ANCMA Paolo Magri, è che la regolamentazione non vada di pari passo con l’uso sempre più diffuso delle bici in città. Il divario preoccupa, ma è ancor più scoraggiante la constatazione che questo tema sia ostaggio di scontri ideologici e politici in seno alle amministrazioni. Le città dovrebbero essere laboratori per trovare soluzioni efficienti e sicure, nelle quali gettare le basi per un futuro della mobilità più sostenibile. La ricerca ha approfondito sette aree di indagine: accessibilità a ZTL e corsie del TPL, disponibilità di parcheggi e sharing mobility, sicurezza, incentivi e possibilità di ricaricare i mezzi elettrici. Sulla base dei dati raccolti è possibile concludere alcune riflessioni.
Quante sono le due ruote che circolano in Italia?
Tendenzialmente aumentano le due ruote per gli spostamenti privati, sia a pedale che a motore. Invece i motocicli sono passati dal 2.6% del 2019 al 4.1% del 2022. Imperia e Livorno sono le due province in cui si registra la maggiore densità di bici e moto, con circa 30 mezzi a due ruote per 100 abitanti. A seguire ci sono Savona, Genova e Pesaro.
Disponibilità di piste ciclabili e corsie riservate
La possibilità per le due ruote di accedere a corsie riservate è ancora limitata. Infatti nell’88,2% delle città non è consentito. Viceversa sono aumentati i parcheggi dedicati. Nel 2022, 10 comuni hanno deliberato l’installazione di nuovi stalli per le due ruote che aggiungeranno oltre 480 nuovi posti per veicoli motorizzati. In questo caso è Firenze la città con la maggiore disponibilità di stalli pro capite con 96 posteggi ogni 1000 abitanti. Il resto del panorama è alquanto poco avveduto, dal momento che ben 34 città non arrivano a 5 stalli per 1.000 abitanti e solo in quattro casi ce ne sono più di 40 per 1.000 persone.
Disponibilità di bike sharing e scooter in sharing
Il bike sharing è in crescita in Italia. Il ricorso a bici con pedalata muscolare è cresciuto del +5,4%, mentre quello a bici con pedalata assistita addirittura del +13,1%. La modalità di noleggio più popolare è quella station based, la cui disponibilità complessiva supera i 13.000 mezzi. Anche la soluzione free flow è alquanto di successo, anche se è cresciuta del +1,3% per un totale comunque di 25.000 bici. Cresce il numero dei prelievi in maniera decisamente sensibile: +56% di noleggi dal 2021 al 2022. Firenze, Milano, Bologna e Brescia guidano la classifica per quanto riguarda i prelievi ogni 1.000 abitanti: si superano i 3.000 con punte di oltre 5.000 per la città meneghina.
A differenza delle biciclette, le moto e gli scooter in sharing in Italia sono ancora poco numerosi. Il ritardo si registra sebbene nel 2022 questo servizio è presente in 13 comuni: 5 in più rispetto al 2020. Inoltre va evidenziato che nel corso dell’anno ben 17 Comuni hanno previsto bandi per servizi di scooter in sharing.
La sicurezza per la mobilità su due ruote: una nota dolente
Come detto ad apertura di articolo, la sicurezza sulla strada non sembra considerata una priorità dal 42% dei Comuni, come emerge dai due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana: il PUM e il PGTU. Solo per il 21% dei Comuni la considera come priorità, ma comunque bassa, e per il 10% molto alta. Comunque la tendenza generale è in leggero aumento.
Nuove idee per spostarsi in bici
Malgrado persista un netto divario tra Nord e Sud Italia, il cambiamento raggiunge pian piano tutte le città italiane con un’onda più o meno lunga. L’attenzione verso la mobilità su due ruote fa comunque capolino nelle agende delle Amministrazioni locali. L’azione dei Comuni segue e incentiva le nuove abitudini delle persone, sempre più bendisposte a ricorrere a soluzioni di spostamento più green. L’installazione di servizi di sharing è una soluzione al passo con i tempi che sfrutta le risorse digitali per incrementare una mobilità sostenibile. Ad esempio Bike Facilities, un’azienda che sviluppa prodotti per la micromobilità elettrica territoriale, ha creato innovative Bike Station. Si tratta di strutture mobili a bassissimo impatto ambientale che può rendere ogni tipo di ambiente 100% bike friendly. L’idea è di permette a ristoranti, campeggi e hotel di avere la propria area bike personalizzata per un determinato periodo di tempo. Si tratta di una soluzione ottimale perché non richiede permessi e costruzioni. Questo tipo di bike station va oltre la classai infrastruttura di bike sharing, plasmando la mobilità su due ruote ai servizi e le esigenze delle persone sul territorio.