In una Matera che si prepara ad essere nel 2019 Capitale Europea della Cultura, la mostra Da Un Capo all’Altro suggerisce e stimola nuovi chiavi di lettura sul tema del viaggio, anche d’affari.
Alcuni spunti tratti dalla mostra con le personali riflessioni per la comunità di Travel for business.
Da un Capo all’Altro è una mostra-interattiva allestita all’interno della ex-cappella di Palazzo Lanfranchi (solo la location merita la visita) che accende uno sguardo inedito sul viaggio, che resta, pur nella crescente diffusione delle piattaforme social, il principale creatore di relazioni anche d’affari : tra altari, affreschi, tabernacoli si dipana un percorso dedicato al viaggio attraverso 4 arcipelaghi fatti di comodini ed armadi che contengono più di 200 abiti: da lontano, corpo a corpo con i luoghi, la risacca del ricordo, la comprensione.
Sommario
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All’inizio una rivelazione che può essere sconvolgente in quanto ci riporta all’essenza delle cose, spesso nascosta dall’abitudine e dall’ovvio, come nel caso dei termini abiti e abitare.
Abiti, la cui radice è Habitus è la stessa di Habitat, abitare.
Ritrovare e comprendere le radici, quindi, è di per se stesso un andare oltre: non vestiamo vestiti, ma abitiamo abiti.
Abiti che ci appartengono, che indossiamo per proteggerci, per marcare il nostro intimo territorio, per definire la nostra identità; ma che segnano un confine osmotico con la realtà che ci circonda.
Abiti che viaggiano con noi impregnandosi, come ogni buon viaggiatore sa, di colori, di profumi, di storie, di culture non nostre e che ci restano attaccate.
Per cui i viaggi non sono fatti, ma sono abitati: un caleidoscopio di esperienze, tra geografia e anatomia umana.
Un “nuovo atlante mobile di abitografia umana” che non può essere per definizione finito, conosciuto, disegnato su una mappa; ma in divenire … alla deriva.
Valigie e Vigilie
Si parte sempre da lontano; si parte sempre dal giorno prima, si parte dalle vigilie e dalle valigie.
Nella valigia trovano spazio, tra le pieghe dei vestiti, oggetti che ci rappresentano, a cui siamo affezionati o piccoli talismani; oppure la valigia è come una tasca mezza vuota da riempire con gli incontri che verranno.
E’ il momento in cui abitiamo la nostra valigia con cose e sogni, ma anche con dubbi, paure, auspici e desideri della vigilia: “l’immaginazione del viaggio sognato da lontano ancor prima di incontrare l’alba, la strada, la terra, le facce, il cibo, i monti degli altri mondi.”
Ricordi e Segni
Infine si ritorna a casa.
Si portano sugli abiti e sul volto nuovi segni intrecciati con i vecchi a comporre un messaggio cifrato che solo chi ci ha amato è in grado di decrittare come nel caso di Euriclea la nutrice di Ulisse.
Ma è mai possibile tornare completamente da un viaggio? A volte basta un niente per scatenare la risacca del ricordo, quel sentimento dolce-amaro che abbiamo provato sin dal primo viaggio, quel senso di inappagata completezza che ci infiamma l’animo e ci spinge a ripartire.
Il Viaggio Da un Capo all’Altro
Da un Capo all’Altro s’inserisce a pieno tra i Sassi di Matera , un contesto segnato da abbandono e da progressivo ritorno, dove si è sviluppata e consolidata una ospitalità diffusa perfettamente integrata con l’ecosistema storico-naturale che accoglie il viaggiatore in un intreccio di rocce, vicoli e scalinate.
I Sassi potrebbero essere dunque il luogo ideale (Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO dal 1993 e Capitale Europea della Cultura 2019) da dove partire per comprendere, con le parole degli autori della mostra, che “il viaggio supera i muri e insegna a mettere in relazione le cose del mondo; lega ciò che resta a ciò che va, la casa alle navi, l’io al tu … Il viaggio insegna che ogni incontro è uno specchio in cui rifletterci … Viaggiare ci educa a dialogare, incontrare le ragioni degli altri e provare a mettersi nei suoi panni e partecipare alla bellezza delle relazioni e alla poesia degli approdi”.
Riferimenti
#matera2019