L’Aeroporto di Venezia verso un futuro sostenibile

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Il 17 settembre 2024 si è tenuto l’evento AITMM Triveneto, svoltosi presso il BW Plus Net Tower Hotel Padova un evento molto interessante per il settore dell’aviazione commerciale e per la mobilità sostenibile. L’occasione era perfetta per ascoltare il dott. Camillo Bozzolo, Direttore Commerciale & Marketing Aviation del Gruppo Save, che ci ha guidato attraverso le novità del network aeroportuale e le nuove rotte a lungo raggio, in particolare quelle con la Cina.

Ora, lasciatemi dire che parlare di rotte aeree non suona esattamente come l’argomento più entusiasmante per tutti. Eppure, c’è qualcosa di intrinsecamente affascinante nel sentire come un aeroporto possa diventare un vero e proprio snodo globale, un crocevia di destini e opportunità. Venezia, con i suoi numeri in crescita (oltre 11,5 milioni di passeggeri e l’81% del traffico concentrato su rotte internazionali), si conferma come uno degli aeroporti più dinamici d’Italia, un titolo meritato a pieni voti. (leggi anche https://www.travelforbusiness.it/il-business-travel-motore-invisibile-degli-aeroporti-e-la-nuova-rotta-venezia-shanghai/)

Bozzolo ha posto l’accento su un punto cruciale: il nuovo collegamento diretto con la Cina, previsto dal 26 settembre 2024, sarà una svolta. Con un volo diretto per Shanghai tre volte a settimana, Venezia si apre ancor di più al mondo orientale, un mercato ricco e in forte espansione. Ora, se pensate che sia solo questione di voli, vi sbagliate di grosso. Questo tipo di collegamenti rappresenta un trampolino di lancio per tutto il territorio: turismo, business, e interscambio culturale. E non posso fare a meno di pensare a quante persone, storie, e opportunità stanno per attraversare questo “ponte aereo” tra Oriente e Occidente.

Ma non è tutto. Venezia non è solo porte aperte sul mondo. È anche, e soprattutto, un progetto di sviluppo sostenibile. L’ing. Davide Bassano, Direttore Sostenibilità del Gruppo Save, ha presentato il Master Plan 2023-2037, un piano ambizioso che mira a fare dell’aeroporto veneziano un esempio di sostenibilità nel panorama mondiale. Le parole chiave? Transizione energetica e agrovoltaico. No, non è solo una moda del momento. Si parla di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2030, di ridurre il consumo di acqua potabile grazie al riutilizzo delle acque depurate, e di integrare colture agricole con impianti fotovoltaici. Quando ascolti Bassano, capisci che non si tratta solo di visioni utopiche: è il futuro, ed è già qui.

La sostenibilità e il futuro dell’aeroporto in un contesto di transizione ecologica

Quello che ha colpito di più, forse perché è un tema che oggi risuona con particolare forza, è il piano di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2030. Per un aeroporto come Venezia, che gestisce milioni di passeggeri l’anno, questa non è una sfida da poco. Bassano ha sottolineato come tutto questo sarà possibile grazie a una serie di interventi innovativi, molti dei quali già avviati. Non solo pannelli solari tradizionali, ma un’agrovoltaico all’avanguardia, che coniuga agricoltura ed energia in un modo che – lo ammetto – mi ha lasciato incuriosito.

L’idea di sfruttare i terreni per produrre energia solare e allo stesso tempo continuare le attività agricole è geniale, oltre che sostenibile. Si tratta di un sistema di pannelli solari bifacciali che non solo producono energia, ma migliorano la resa agronomica riducendo la temperatura del suolo e il fabbisogno idrico. Ora, non so voi, ma mi sono ritrovato a immaginare quei campi accanto alle piste di atterraggio con i pannelli che seguono il sole e le colture che crescono rigogliose sotto di essi. Non è esattamente l’immagine che ti aspetti quando pensi a un aeroporto, vero?

Non solo: Bassano ha parlato di un progetto per ridurre il consumo di acqua potabile, con un’attenzione particolare al riuso delle acque depurate e meteoriche. Da non sottovalutare nemmeno il loro impegno verso la biodiversità, con interventi per la valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente circostante l’aeroporto. Qui non si parla solo di piantare qualche albero per fare bella figura, ma di veri e propri interventi di riqualificazione delle aree lagunari, connessioni ecologiche e creazione di aree verdi all’interno e intorno allo scalo. E poi, un dettaglio che mi ha colpito: il legame con il progetto del “Bosco dello Sport” del Comune di Venezia. Un aeroporto che diventa un’estensione naturale del territorio, in armonia con la comunità circostante.

È chiaro che non si tratta solo di belle parole. I piani di sviluppo, fino al 2037, puntano su infrastrutture pensate per durare nel tempo, con un occhio alla certificazione LEED, che garantisce i più alti standard di sostenibilità per gli edifici. Mi ha fatto riflettere il modo in cui Bassano ha parlato di queste infrastrutture non come semplici spazi funzionali, ma come luoghi che devono rispettare il contesto ambientale e sociale in cui si trovano.

Aeroporto Venezia, la mobilità intermodale prima in Italia

C’è poi il capitolo dedicato alla mobilità intermodale, un altro tassello fondamentale per rendere il sistema aeroportuale davvero sostenibile. Il futuro dell’aeroporto di Venezia prevede una nuova stazione ferroviaria integrata, che permetterà di accedere allo scalo direttamente in modo sempre più comodo e, soprattutto, sostenibile. Addio alle lunghe file di auto e taxi in coda (o almeno, così si spera). Bassano ha illustrato anche la diffusione dei veicoli elettrici e l’introduzione di nuovi mezzi di trasporto pubblico, come il Bus Rapid Transit elettrico. In un mondo dove i cambiamenti climatici sono una realtà sempre più tangibile, avere un aeroporto che pensa alla mobilità sostenibile non è solo un gesto simbolico, ma una necessità.

Infine, ha parlato della gestione dei rifiuti e del sistema di raccolta differenziata; il piano prevede una rete di trasporto pneumatico dei rifiuti che migliorerà l’igiene e ridurrà traffico e emissioni all’interno dello scalo. Dettagli? Forse. Ma sono proprio questi dettagli che fanno la differenza tra un approccio di facciata e un vero impegno verso un futuro sostenibile. Bravi!

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