L’edizione del 2024 di IBE-Intermobility and Bus Expo, sulla mobilità del futuro ha affiancato quest’anno INTERMOBILITY future ways, il 1° Forum della Mobilità Condivisa, che ha riunito a Rimini dal 19-21 tutti i professionisti e amministratori che operano a livello strategico e organizzativo nella filiera del Trasporto Pubblico Locale, i bus operator turistici e le imprese di digitalizzazione. L’obiettivo è stato quello di fare un punto sulle tendenze e i principali fattori di cambiamento che interessano il settore, ma anche quello di esplorare l’integrazione tra servizi e operatori per una mobilità urbana più sostenibile ed efficiente.
Sommario
ToggleMobility management e welfare
Tra i convegni e workshop tematici, diamo breve sintesi di quello su “Il Mobility management, fra welfare aziendale e net zero targets”, dove le strategie e le soluzioni per il mobility management sono state presentate da attori che si sono affiancati nell’esercizio di una “mobility as a community” capace di apportare valori di cambiamento culturale.
“Se non misuro non so quali soluzioni proporre a quali aziende e più ancora a quali sedi e gruppi di dipendenti” Valentina Ubaldi, Head of HR Mobility Solutions di Zucchetti osserva come prioritaria sia la misurazione e la disponibilità dei dati. Le analisi condotte su 1,8 milioni di lavoratori e l’impatto dello smartworking sul risparmio degli spostamenti rappresentano il valore del dato e la necessità di misurare la sostenibilità per poter individuare benefici e percorsi di miglioramento. Sulla transizione tecnologica, la consapevolezza deve essere aiutata con un approccio consulenziale e con il coinvolgimento delle risorse interne all’impresa. Le soluzioni welfare crescono la consapevolezza premiano i comportamenti virtuosi e migliorano il well-being dei lavoratori.
Sostenibili per piacere e convenienza
A supporto del change management si rendono necessarie anche soluzioni attuative con i partner del territorio, come quelle prospettate da Maria Simona Barone, General Manager di Up2Go.
Il cambiamento si può attuare anche grazie alla continuità di un percorso progettuale (superati i 10 anni di esperienza del mercato per Up2Go). Gli obiettivi di sostenibilità si sono imposti inizialmente per necessità e dovere (obblighi e vincoli di certificazione) e sono stati perseguiti anche grazie alla partnership con i migliori player del settore, che hanno saputo comprendere le direzioni di una sostenibilità in evoluzione. Per coinvolgere la base ed allargare la sensibilità dei dipendenti occorre anche agire sull’appagamento e il piacere. La challenge interaziendale “Up2Move” è stata l’occasione per rafforzare lo spirito di squadra e il senso di appartenenza tra i dipendenti. Ha incentivato gli spostamenti sostenibili e ottenuto un behavioural change del 38% (nel 38% delle occasioni di viaggio è stata scelta una modalità di spostamento sostenibile). Al dipendente il premio di “migliore viaggiatore”, all’azienda una campagna di visibilità e il report di sostenibilità. Per tutti un momento di networking e di creativa relazione. Nell’ambito della mobility poverty è stato illustrato il caso dell’Università degli Studi della Campania Vanvitelli, applicazione integrata tra Up2Go e BusForFun che hanno concorso alla creazione di una piattaforma unica per gestire la mobilità degli studenti nel tragitto casa-ateneo. Tra i risultati, l’efficienza dei trasporti e la complementarietà con il Trasporto pubblico locale, la riduzione dei costi logistici e di conseguenza il risparmio per famiglie e studenti. Oltre all’impatto ambientale, per il minor utilizzo dell’auto privata, anche quello sociale, per la facilità di accesso alle lezioni universitarie.
Davide Buscato, Co-Founder & Sales Manager di BusforFun ha illustrato i servizi di mobilità integrata basati su progetti reali che consentono alle aziende di coprire il deficit TPL, di condividere pick-up point lungo il percorso casa-lavoro, il collegamento con le stazioni e prospettare al dipendente servizi di welfare aziendale. Alcune le resistenze all’adozione dei servizi sono dettate dalla disponibilità dei dati per ragioni di privacy, dalle difficoltà di gestione amministrativa nella condivisione tra più aziende e dalle decisioni nell’attribuzione dei costi tra il dipendente e l’azienda. Nonostante le resistenze, il progetto BusforFun ha contribuito ad eliminare dalla strada 210 mila auto, al risparmio di 1,2 milioni di Kg di CO2 e 8,2 milioni di km, che equivalgono a 204 giri della terra.
L’atlante della mobilità dolce
Tra i partner del forum, il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane è presente anche con il brand RFI (Rete Ferroviaria Italiana) che prosegue gli investimenti sui Nodi intermodali e Poli di attrazione per soddisfare una domanda crescente di mobilità nuova: “facilmente accessibile, intermodale, attiva, collettiva, condivisa, inclusiva, sostenibile”. Avanza un nuovo concept di Stazione, pensato come hub di un sistema MaaS (Mobility as a Service), con spazi e servizi capaci di garantire il passaggio da un mezzo di trasporto all’altro più rapido, facile, intuitivo e fluido. Iniziativa in progress anche quella dell’Atlante della Mobilità Dolce in Italia, il progetto realizzato sempre da RFI insieme alle associazioni che compongono l’Alleanza per la Mobilità Dolce (AMODO) per promuovere la mobilità slow e incentivare il turismo sostenibile.
L’obiettivo è quello di mappare l’offerta reale e potenziale di turismo di prossimità, slow e sostenibile intorno alle stazioni ferroviarie come il luogo dell’accessibilità e dell’intermodalità dolce, funzionali ai servizi di interscambio fra treno, bicicletta e cammini. Uno strumento in grado di orientare valutazioni, scelte e soluzioni di Istituzioni ed Enti Locali (Regioni, Province, Enti Parco, ecc.) nello sviluppo della mobilità dolce nei propri territori.
Tra i Partner del Forum, anche Padam Mobility che dal 2014 sviluppa soluzioni digitali dinamiche di Transport on Demand che migliorano gli spostamenti, con servizi garantiti, anche quando la domanda è bassa.
In Italia, l’operatore di trasporto Busitalia Veneto e la città di Padova hanno scelto il sistema Padam Mobility per consentire ai residenti e in particolare agli studenti di viaggiare liberamente e in sicurezza nelle ore serali e notturne, offrendo un’alternativa alle soluzioni di viaggio spesso a rischio di incidenti (scooter, auto, biciclette).Il servizio QUIBus si è esteso anche a Roivigo e Schiavonia, il cui centro medico è ora servito con minibus a domanda per le persone con mobilità ridotta.
Nuovi comportamenti
Il rapporto 2024 «Future Ways» conferma, nonostante il ruolo ancora “egemone” del modello di mobilità personale, che ancora rappresenta l’80% delle percorrenze passeggeri (con l’auto più presente come modalità nell’offerta complessiva), la crescita della domanda di mobilità condivisa nella componente ferroviaria e stradale di linea.
L’avvento dei diversi servizi di sharing mobility ha ampliato il novero dei «servizi on demand», che grazie all’innovazione tecnologica ha ora costi più accessibili e performance migliori.
Nel 2023 i veicoli ad uso privato in Italia sono 48 milioni, di cui la maggior parte (82%) è costituita da auto personali. Per quanto riguarda la mobilità condivisa, il carsharing è la modalità più diffusa, con il 31%, seguita dal noleggio a breve termine (30%).
I veicoli condivisi hanno minore impatto perché portano più persone ed hanno una flotta più ecologica: oltre un veicolo su quattro è elettrico. Molti veicoli condivisi sono piccoli mezzi elettrici come scoter, e-bike e monopattini.
Questa trasformazione, che interessa anche i comportamenti e gli stili di mobilità, prefigura degli scenari estremamente promettenti per le tre dimensioni della sostenibilità:
• benefici ambientali e sociali connessi al riequilibrio modale;
• riduzione dell’uso dell’auto personale oltre al miglioramento dell’accessibilità del territorio;
• crescita di uno dei settori chiave della green economy.