Il bleisure fa parte della cultura aziendale?

Condividi

Lo studio Bcd Travel in collaborazione con Travel for business ha indagato quanto oggi il bleisure fa parte della cultura aziendale

Bleisure è una fusione tra i termini inglesi “business” e “leisure” (affari e piacere) e si sta affermando come una tendenza vera e propria nel mondo dei viaggi aziendali. Il bleisure permette ai dipendenti di prolungare il viaggio di lavoro di qualche giorno per includere momenti di svago e relax oltre agli appuntamenti business, migliorando così benessere e produttività. Si tratta di un nuovo modo di concepire il work-life balance, che non contrappone più la sfera privata e quella professionale ma crea occasioni di sovrapposizione. Certamente integrare il benessere dei dipednenti nella cultura aziendale può portare numerosi vantaggi, ma richiede strategie pianificate e una normativa adeguata che attualmente non è ben delineata. Per comprendere quanto oggi il blaisure fa parte della cultura aziendale, Bcd Travel, in collaborazione con Travel for business, ha sottoposto un questionario a 170 Travel Manager della nostra community distribuiti tra imprese di tutte le dimensioni. 

Introdurre il bleisure nelle politiche aziendali 

Una politica chiara e ben definita è essenziale per integrare il bleisure nella cultura aziendale. Tuttavia questo tema sembra ancora estraneo a molte imprese, come ha dimostrato una survey promossa da Bcd Travel in collaborazione con Travel for business, alla quale hanno preso parte oltre 170 Travel Manager italiani. Dallo studio è emerso che nell’80% dei casi il bleisure non è incluso nelle politiche aziendali e solamente il 9% dei Travel Manager è intenzionato ad integrarlo. Inoltre il 26.3% non è proprio interessato ad approfondire la tematica e il 13.6% ad introdurlo in azienda. Eppure il 74% dei rispondenti sostiene che ai propri colleghi interessi la possibilità di unire il dovere al piacere. Insomma, il quadro è variegato e anche ricco di contraddizioni, ad esempio tra l’interesse generale e le intenzioni concrete da parte delle aziende di introdurre il bleisure nella propria travel policy oppure tra i desideri dei dipendenti e le attuazioni del datore di lavoro. L’unico dato che parla abbastanza chiaramente è che la netta maggioranza dei manager coinvolti non prevede disposizioni relative ai viaggi bleisure nelle proprie travel policy. Le ragioni sono legate spesso alla complessità nella gestione del bleisure, una tipologia di trasferta fortemente legata all’elemento umano. I timori più diffusi sono per il 41% le difficoltà nella gestione delle spese e nella rendicontazione, per il 31% i problemi assicurativi legati a problemi di sicurezza e ad eventuali infortuni e per il 19% le implicazioni legali. In controtendenza si distinguono però tre dati: li 7,9% dei Travel Manager ha indicato che la policy di viaggio comprende disposizioni specifiche per i viaggi bleisure e il 7% ha dichiarato che la policy di viaggio include disposizioni per l’approvazione e l’autorizzazione dei viaggi bleisure da parte dei manager o dei responsabili.

Incentivare il bleisure come parte del welfare 

Certamente introdurre il bleisure potrebbe richiedere sforzi organizzativi, fiscali e assicurativi, ma è evidente che il mondo del lavoro stia evolvendo verso una maggiore osmosi tra vita professionale e vita privata. Implementare programmi premianti verso i dipendenti che viaggiano per lavoro è molto importante per avere risorse motivate che siano o i primi stakeholders dell’azienda. 

Regolamentare la possibilità di prolungare i viaggi aziendali di qualche giorno deve per prima cosa stabilire quali categorie possano accedervi. La politica aziendale deve specificare ad esempio chi è idoneo a partecipare a viaggi bleisure e in quali circostanze. Magari potrebbero essere inclusi solo i dipendenti che viaggiano per lavoro più di un certo numero di giorni all’anno e, anche in questo caso, stabilire quanti giorni di svago possano essere aggiunti ai viaggi di lavoro. La policy deve inoltre definire quali spese sono coperte dall’azienda durante il periodo di bleisure e definire a chi spetta la responsabilità della sicurezza durante i gionri extra-lavorativi. In alternativa l’impresa potrebbe attuare rimborsi parziali per le spese o ancora stringere accordi con i fornitori per sconti speciali ai dipendenti che estendono i loro viaggi d’affari. Una volta stabilita la politica, è fondamentale assicurarsi che sia comunicata chiaramente a tutti i dipendenti attraverso workshop, manuali e piattaforme di comunicazione interna.

Monitorare e valutare i risultati per rendere il bleisure efficace

Il benessere dei dipendenti è certamente una priorità, ma investire nel loro relax fuori casa significa fare uno sforzo finanziario per l’azienda. Quindi il bleisure deve comunque rivelarsi utile ai fini della crescita aziendale, seppure non in maniera diretta. Dopo ogni viaggio bleisure, raccogliere feedback dai dipendenti attraverso sondaggi o interviste fornisce informazioni preziose su cosa ha funzionato bene e quali aspetti necessitano di miglioramento. Monitorare dati chiave come la produttività dei dipendenti, il loro benessere generale e i costi aziendali associati ai viaggi bleisure aiuta a valutare l’efficacia delle politiche e apportare modifiche basate su evidenze concrete. Creare report periodici che valutino l’impatto del bleisure sull’azienda e presentarli al management dimostra i benefici del bleisure e giustifica ulteriori investimenti in questa pratica.

Sull'autore

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts

Accedi alla community

Inizia anche tu a condividere idee, competenze e informazioni con gli altri professionisti del travel e della mobilità

Ultimi articoli

Consulenza

Ebook

Prossimi corsi