Tempo di budget, i Travel manager ipotizzano la spesa del Business Travel per il 2020: sapranno tenere giustamente conto dei maggiori rischi e dei costi che l’attuale contesto conflittuale nell’area del Medio Oriente e della Libia si sta configurando?
La situazione che si è venuta a creare tra USA e Iran inevitabilmente sta già influenzando le rotte aeree. Molte compagnie hanno comunicato che non sorvoleranno più l’area del possibile conflitto: Iraq, Iran e del golfo Persico, allungando le percorrenze e i tempi di volo. Conseguenza diretta? Aumento dei costi!
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Come presentato nell’ultima convention dell’Associazione Italiana Travel e Mobility Manager dal Prof. Ascani di Format research, è possibile valutare preventivamente sulla base di specifici indicatori il “Business Travel Index” ovvero considerare la fiducia e il rischio Paese valutando i costi da tenere in considerazione in fase di budget.
Fiducia = +velocità – meno costi
L’equazione vale anche al contrario:
minore fiducia = minore velocità + maggiori costi; questa è stata ben definita anche da Stephen M.R.Covey nel suo libro “The speed of the trust”. È evidente che quando persiste un clima di sfiducia, ad esempio le compagnie aeree non si fidano di viaggiare su determinate rotte, si allungano i tempi (minore velocità), si aumentano i costi (carburante, inquinamento, tempo impiegato ecc.).
Così in aeroporto, minore fiducia significa maggiori controlli agli imbarchi, di conseguenza minore velocità e maggiori costi per il tempo e le risorse impiegate allo scopo.
L’altro aspetto molto importante è il fattore rischio Paese.
Purtroppo, abbiamo imparato che nei momenti di crisi il rischio terrorismo aumenta, sia in molti Paesi dell’Asia e dell’Africa sia in Europa. Gli hotel con forte presenza di Occidentali e siti produttivi dove lavorano le nostre aziende diventano bersagli di queste forze che si sentono legittimate all’azione armata considerato il contesto conflittuale in cui si trovano. Quindi anche qui è necessario aumentare la protezione ai viaggiatori e analizzare preventivamente città, luoghi, hotel e il contesto ambientale in continuo mutamento, a volte, anche da un giorno all’altro.
La crisi Usa/Iran creerà maggiori costi diretti e indiretti
Se non abbiamo considerato preventivamente questi costi, il risultato sarà quello di mandare a “carte e quarantotto” il budget, mettendo in difficoltà Noi e l’azienda. Se è vero che, mai come oggi è necessario provvedere alla sicurezza dei viaggiatori, per dovere nei loro confronti, delle famiglie e per tutelare l’azienda da possibili problemi, questi sono tutti costi che in momenti di maggiore fiducia nel genere umano, si possono limitare e impiegare diversamente.
Anche svolgere queste attività è un maggiore costo aziendale, un costo indiretto legato al processo di travel management. Il processo può risentirne per diversi aspetti:
- non essere conforme alla travel policy, che va aggiornata,
- allungare molto i tempi delle autorizzazioni e di conseguenza l’acquisto dei voli e delle prenotazioni.
Quindi che fare? Bisogna intervenire su tutti questi punti per definire in modo efficace il work flow autorizzativo, pianificare e programmare le trasferte con maggiore anticipo di quanto fatto fino ad oggi, ed utilizzare fornitori affidabili che ci supportino nell’attività di travel security management e nella quotidianità con soluzioni innovative.