“ll futuro dei viaggi d’affari sembra promettente”.
Lo sostiene il board di GBTA Italia in occasione dell’ultima convention italiana, che avverte tuttavia sulla necessità di rimanere vigili e adattativi poiché, nonostante la resilienza e l’adattabilità delle imprese e il valore dei viaggi d’affari in tutto il mondo, “il cambiamento delle condizioni economiche, i progressi tecnologici e gli sviluppi della sostenibilità modelleranno il settore futuro”.
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Una domanda che cresce più dell’offerta
I dati del rapporto annuale del GBTA Business Travel Index Outlook 2024 confermano che la spesa complessiva per i viaggi di affari, nei 72 paesi monitorati, raggiungerà entro la fine dell’anno la cifra record di 1,48 trilioni di dollari, superiore ai valori pre-covid.
Se l’offerta riuscirà a soddisfare la domanda repressa dalle attuali difficoltà di approvvigionamento, nel 2028 supererà i 2 trilioni di dollari.
I sondaggi condotti su oltre 4000 viaggiatori, dichiarano un aumento della spesa in viaggi d’affari per il 64% degli intervistati, con una spesa pro-capite di $ 834 a persona. L’andamento dei prezzi prevede un incremento del +1,9% del prezzo medio del ticket aereo ($ 701), del +2,5% dell’ADR dell’Hotel ($ 162) e del Daily Rental Rate per il segmento CAR ($ 45.40). Cresce del + 4,5% anche il costo giornaliero per partecipante agli eventi e meetings ($ 162)
La maggioranza (81%) degli intervistati è soddisfatta del budget investito, convinti di aver conseguito con efficacia organizzativa gli obiettivi perseguiti.
L’Italia, che lo scorso anno è stata il terzo mercato europeo con maggiore crescita, quest’anno si posiziona al 9° posto tra i primi 15 mercati per volumi (37,4 mld $) e conferma una crescita del +12% rispetto allo scorso anno. Il settore turistico genera direttamente più del 5% del PIL nazionale (il 13% considerando anche il PIL generato indirettamente) e rappresenta oltre il 6% degli occupati. Il Turismo è il settore con maggiore saldo export/import (17.100 min di euro), confermandosi al di sopra della media dell’area dell’euro. Nel MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions), i congressi rimangono principale voce di spesa e l’Italia si conferma come prima destinazione per congressi ospitati.
Anche in Italia tuttavia la domanda è frenata dal contenimento dell’offerta e alcuni cluster (come ad esmpio il settore bancario) contengono i budget dedicati ai viaggi.
Business Travel, AI e Gen Z
Dopo il Covid, è tornata la voglia di viaggiare, ma la domanda è costretta a rallentare per le difficoltà nelle catene di approvvigionamento, come nel caso Airbus, con inevitabili impatti sul pricing. Tutti i vettori cercano di differenziare la propria offerta, con configurazioni personalizzate nei prodotti e nei servizi. La digitalizzazione e la tecnologia faticano a seguire la personalizzazione dei canali distributivi; la sfida è tutta nella semplificazione dei processi, value proposition che i nuovi modelli commerciali perseguono. In questa direzione l’introduzione delle tariffe NDC (New distribution capability) sono nate per offrire personalizzazione e semplificazione dell’offerta. Diversi i livelli di maturità nelle aziende che le hanno adottate. La sfida è accelerare queste connessioni tecnologiche sui fronti del contenuto, della normalizzazione delle funzionalità e nell’integrazione tra piattaforme. L’evoluzione delle capabilities deve procedere di pari passo con l’educazione del cliente e del mercato (50 paesi nel mondo, 40 compagnie aeree integrate); nell’obiettivo di vendere prodotto ancillare, che incidono ormai per il 50% del ticket, sfruttando le potenzialità dei GDS.
La capacità attrattiva per le nuove generazioni non poggia solo sulle nuove tecnologie e anche il settore turistico non esercita più il fascino di un tempo. Servono politiche welfare innovative e una flessibilità di ruoli e scalabilità più consone alle sensibilità di una generazione più precaria e alla ricerca di gratificazioni immediate anche nella dimensione privata e non solo professionale. Soprattutto dopo l’esperienza Covid, si affermano i temi del wellbeing e le richieste di maggiore qualità e personalizzazione nelle modalità di collaborazione (smart working in primis).
Sostenibilità e Multimodalità
Il mercato del trasporto aereo in Europa tende alla concentrazione (il 50% del traffico è gestito dalle prime 5 compagnie); in Italia, tre compagnie detengono quasi il 90% dello share (Ryanair 46%, Easyjet il 33%, ITA il 9%). Il segmento aereo muove attualmente 158 milioni di passeggeri e nel 2030 avvicinerà la soglia dei 230 milioni. Inevitabilmente questi spostamenti impattano sull’ambiente per il 25% delle emissioni (13% il solo trasporto aereo). La competizione tra areo treno e altri mezzi di trasporto possono concorrere a soluzioni intermodali virtuose con il contenimento dei consumi di carburanti fossili e l’adozione di idrocarburi sostenibili (SFA).
La sostenibilità è un tema rilevante per il business travel, in maniera trasversale ed attiene anche all’impatto sulle comunità e l’organizzazione interna, richiama pertanto l’inclusività, la privacy e la sicurezza. Per restituire una fotografia dell’attuale impatto sull’ambiente, le comunità e l’organizzazione, il progetto “GBTA Sustainability Acceleration Challenge” invita le aziende alla compilazione di questionari per redigere report utili al confronto con altri attori sul mercato di riferimento e promuovere e adottare azioni per il clima, necessarie per progredire nel percorso verso Net Zero entro il 2050.
Il Viaggio di affari: da servizio ancillare ad esperienza
Per molte aziende ancora oggi, le competenze del travel manager si limitano alle operation contabili; nelle realtà più mature, si affermano invece processi di coordinamento, anche in ragione di un coinvolgimento dei partner coinvolti su tutte le fasi organizzative. La sfida appena annunciata è quella invece di un focus sugli elementi di sviluppo e di crescita della persona.
L’Hotellerie in particolare, evolve da formule frammentate verso soluzioni aggregate, con servizi ancillari di qualità che influiscono nella progettazione dell’offerta. L’ospite non è più solo viaggiatore, ma persona che si muove con proprie abitudini e aspettative di comfort zone. Questa sensibilità impone una forte tensione alla formazione e alla qualificazione del personale; il fattore umano diventa driver di crescita.
Così nel Travel Manager si coltivano anche competenze psico-fisiche, alla ricerca di una visione estesa dello sviluppo della persona. L’organizzazione e la partecipazione al viaggio aziendale è un’occasione di apprendimento. Il ritorno di investimento del viaggio non è solo di ordine economico, ma ha ritorni forse meno tangibili, ma più duraturi in una logica meno finanziaria e più strategica. Le abilità consisteranno non solo nella capacità di contenere i costi, ma nella ottimizzazione dei processi, nel marketing delle partnership con gli attori della filiera che vi partecipano.
Il saving è ormai vocabolo desueto e il Travel Manager deve far capire che il suo valore aggiunto è nel nuovo approccio strategico ed adattivo, in continuo aggiornamento sulle tecnologie e sulle relazioni con i partner della filiera.
Travel per entrare nelle competenze operative e Manager per comprendere le visioni della governance.
Ma anche sempre dentro il viaggio – dalle fasi di pianificazione, nell’organizzazione e nella partecipazione – per intervenire su tutte le fasi che renderanno efficace e indimenticabile quell’esperienza.
Ogni viaggio, soprattutto nel business travel, non deve farci arrivare prima, ma deve aiutarci ad orientarci e a trovare, per l’impresa, la sua giusta direzione.