Secondo le stime pubblicate dal Ministero dell’Economia brasiliano nel 2018, sono numerose le imprese italiane che hanno deciso di fare business in Brasile e di cogliere le sue opportunità. Sono circa un migliaio le aziende italiane, con una crescita del 20% circa presenti sul mercato sudamericano.
L’Italia è diventata uno dei principali partner commerciali che hanno siglato gli accordi d’intesa in materia di facilitazione degli investimenti, tra cui sono presenti Stati Uniti, Giappone, Cina e Francia. Le imprese italiane e i viaggiatori d’affari propensi a stringere nuovi rapporti, hanno un ruolo di rilievo sul piano qualitativo in settori strategici per l’economia brasiliana come l’energia, la produzione automobilistica, le autostrade, l’acciaio e le telecomunicazioni.
Sommario
TogglePerché conviene investire in Brasile?
Ci sono diversi motivi validi sul perché conviene investire in Brasile. Il mercato brasiliano con i suoi oltre 200 milioni di abitanti, ha di fatto delle dimensione continentali che favorisce la realizzazione di investimenti produttivi, nonostante la crisi, la popolazione gode di discreto benessere e si colloca nella cosiddetta classe media.
Le aziende italiane possiedono l’eccellenza in diversi settori ed il Brasile presenta un notevole fabbisogno tecnologico, da soddisfare mediante il trasferimento di tecnologie e di formazione del capitale umano. La centralità del Brasile apre le porte a tutta l’America Latina, rappresentando un hub di riferimento per lo sviluppo dell’economia e di potenzialità di crescita.
Non dimentichiamo che il Paese gode del 12% del risorse mondiali di acqua ed il primato come produttore di caffè e cellulosa. Si colloca al secondo posto per il ferro e la bauxite, terzo per la frutta, quinto per i cereali, sesto per i veicoli, settimo per la chimica e ottavo per acciaio e produzione di petrolio (quarto per la produzione giornaliera di barili). Il primo esportatore mondiale di carne bovina e pollame, zucchero e succo d’arancia, secondo per la soia e derivati e quarto per la carne suina. Il recupero economico è tra le prospettiva di crescita del Paese, dopo il rallentamento degli ultimi anni, con grande richiesta di professionisti e forza lavoro specializzata.
Rapporti bilaterali Italia – Brasile, valori democratici e dialogo politico
I rapporti di collaborazione politica tra l’Italia ed il Brasile si fondano su valori democratici e su un’intensa attività di contatti tra i governi centrali, sia tra le regioni e le province italiane e sia tra le città e gli stati federati brasiliani.
Il Brasile conta una delle comunità italiane più numerose al mondo: dei circa cinque milioni di concittadini residenti all’estero, oltre 500 mila risiedono in Brasile, circa il 10% del totale. Gli italiani iscritti negli schedari consolari in Brasile hanno superato le 570 mila unità a fine 2018, mentre si calcola che siano circa trenta milioni di origini straniere.
Il Partenariato strategico sottoscritto nel 2010 segue le linee stabilite dal Consiglio di Cooperazione Italia – Brasile, che analizza i progressi e le sfide della collaborazione bilaterale nelle relazioni politiche, economiche e commerciali, progetti scientifici e culturali, scambi accademici, cooperazione industriale e difesa. I due Paesi appartengono a tutte le principali organizzazioni internazionali e questo permette l’ottima riuscita in ambito bilaterale. La risoluzione pacifica di alcune questioni contrastanti ed il proseguimento verso prospettive comuni d’azione danno luogo a rapporti in difesa dei valori democratici e del dialogo politico soprattutto in ambiti quali la difesa e promozione dei diritti umani, alla salvaguardia dell’ambiente, allo sviluppo sostenibile, alla collaborazione economica multilaterale.
La “Conferenza Italia – America Latina e Caraibi” che il governo italiano organizza a scadenza biennale con tutti i Paesi del continente latinoamericano, costituisce uno strumento di consolidata importanza per accrescere la collaborazione tra l’Italia e il Brasile nel quadro del dialogo tra l’Unione Europea ed il subcontinente.
Rischi d’investimento in Brasile
I maggiori rischi d’investimento in Brasile, primo tra tutti la fase di incertezza politica, che nel biennio del 2015 – 2016 è stato il peggiore di crisi economica degli ultimi 40 anni. I numerosi scandali giudiziari hanno influenzato la lenta ripresa economica, manipolata da corruzione in cui sono stati coinvolti numerosi esponenti della politica e delle imprese brasiliane. Dopo questa difficile fase politico economica, il nuovo governo sta puntando verso riforme dinamiche di controllo sulla spesa pubblica, di rinnovamento normativo in materia di lavoro e della riforma previdenziale. Dopo le consultazioni elettorali del 2018 si sono aperte anche le prime trattative sulla capacità di uno sviluppo sostenibile dell’economia del Paese.
Secondo i rapporti del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale i maggiori rischi economici sono:
- Forte dipendenza dalle esportazioni: l’economia brasiliana subisce una forte dipendenza dal valore delle esportazioni.
- Sistema fiscale complesso: il Brasile adotta un sistema federale di tassazione in cui ogni Stato federato utilizza un suo sistema, rendendolo poco flessibile e articolato.
- Elevato costo del lavoro e indicizzazione dei salari: le politiche sociali di miglioramento della popolazione più povera hanno innalzato il costo della manodopera.
- Elevati costi logistici e burocratici: i costi interni del Brasile sono molto alti, soprattutto in settori come le infrastrutture, logistica, trasporti e pratiche burocratiche. Gli interventi di adeguamento che l’ultimo governo ha varato puntano anche al coinvolgimento da parte dei privati, per alleviare le difficoltà delle finanze pubbliche.
- Basso tasso di investimento complessivo: negli ultimi anni il Paese ha sofferto un basso tasso di investimento complessivo, contribuendo alla decrescita economica del Paese.