La pandemia ha radicalmente cambiato le abitudini e le esigenze dei lavoratori, consacrando il lavoro da remoto. Gli uffici si sono svuotati e i datori di lavoro hanno scoperto che si può essere produttivi anche avendo team decentralizzati. È quindi ancora corretto associare alla parola “ufficio” un luogo specifico?
Patrizio Ambrosetti, pioniere dei nomadi digitali nel mondo, ha lanciato una petizione per cambiare la definizione di “ufficio” sui dizionari di tutto il mondo e per associare al termine un concetto più ampio, che non si limita ad indicare solamente un luogo fisico.
I due anni appena trascorsi di pandemia e chiusure forzate degli uffici hanno ridisegnato il mondo del lavoro, inaugurando la nascita di nuovi paradigmi ed esigenze e consacrando l’esplosione del lavoro da remoto, concetto che già esiste dal 2010. I lavoratori hanno acquisito maggiore flessibilità e riguadagnato tempo da poter dedicare alla propria famiglia, alle proprie passioni e alla vita privata, ai quali non sono più disposti a rinunciare. Ad agosto, infatti, i dipendenti di Apple si sono opposti alle politiche aziendali che avrebbero previsto da settembre il ritorno in ufficio tre giorni alla settimana e hanno lanciato una petizione interna per chiedere le stesse libertà concesse da Airbnb, Meta e tantissime altre aziende. In controtendenza, invece, Elon Musk che, dopo aver acquistato il colosso Twitter per 44 miliardi di dollari e aver licenziato 4.000 dipendenti, ha comunicato la fine del lavoro remoto per i propri dipendenti, obbligandoli alla presenza in ufficio per 40 ore alla settimana. Notizia arrivata quasi contemporaneamente alla quotazione in borsa di Selina, leader mondiale per il co-living e il co-working e punto di riferimento per i nomadi digitali di tutto il mondo.
Questi dati dimostrano che esiste ancora molta confusione a livello manageriale sulla direzione da prendere quando si parla di lavoro da remoto ma, i dipendenti sembrano preferire maggiore flessibilità e la possibilità di poter lavorare da qualunque luogo essi desiderino. Per questo motivo, Patrizio Ambrosetti, pioniere e guru della comunità dei nomadi digitali, ha deciso di lanciare la petizione “Let’s change the word “office” in the dictionaries, to help those who are losing their job”, per sostenere coloro che desiderano poter lavorare in luoghi differenti dall’ufficio fisico, sensibilizzare le aziende sulla possibilità di abbracciare il lavoro remoto come politica aziendale e favorire, grazie ad esso, il lavoro nei Paesi sottosviluppati.
In che cosa consiste la petizione
La petizione è stata lanciata da Patrizio Ambrosetti su change.org, con l’obiettivo è chiedere ai dizionari di tutto il mondo di modificare la definizione della parola “ufficio” passando dal riferimento ad un luogo fisico ad un concetto più ampio che include la possibilità di lavorare da remoto.
“In latino, officium significa servizio/dovere e per i Romani equivaleva quindi a “fare il lavoro” senza menzionare un luogo fisico preciso. La pandemia e l’esplosione del lavoro remoto hanno favorito la nascita di nuove esigenze e nuovi bisogni. Grazie al lavoro a distanza le persone hanno recuperato il proprio tempo, le proprie relazioni, le proprie connessioni e la propria salute e non sono più disposte a rinunciarvi. Questo ha anche portato un grande cambiamento e benefici per le persone disabili che potranno avere più scelta nel lavoro e flessibilità. È tempo di tornare alle radici e dare un nuovo significato aggiornato alla parola ufficio, modificandone la definizione sul dizionario. – ha commentato Patrizio Ambrosetti – Il termine dovrà essere un concetto astratto che faccia riferimento al lavoro da remoto, ai team decentralizzati e alla possibilità di lavorare ovunque una persona lo desideri: da casa, dal parco, dalla spiaggia, in piattaforme virtuali, negli spazi di co-working e naturalmente ancora in quegli edifici dove eravamo soliti recarci ogni giorno.”
A questo link è possibile leggere e firmare la petizione.
Al fine di spiegare le motivazioni che hanno dato origine alla petizione e sensibilizzare le persone sull’importanza della propria firma, Patrizio Ambrosetti ha creato anche un video, pubblicato sul proprio canale YouTube e un vero e proprio open manifesto. Chiunque lo desideri può, infatti, proporre la definizione del termine “ufficio” che ritiene più corretta e quella che riceverà più voti sarà poi sottoposta ai dizionari di tutto il mondo.
“Una sola voce da sola non farà il cambiamento. E’ necessario essere uniti per scegliere tutti insieme una nuova definizione di ufficio, che rispecchi il nostro tempo e le nuove esigenze dei lavoratori. Solo insieme avremo la forza per essere ascoltati e dare vita a questa rivoluzione positiva, presentando la nuova definizione agli editori di dizionari di tutto il mondo. Noi umani viviamo per il progresso e una volta che progrediamo è molto difficile tornare indietro.” – ha concluso Patrizio Ambrosetti.