Catene alberghiere in Italia: il Rapporto Hotel & Chains 2024

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Le catene alberghiere in Italia stanno facendo il loro ingresso in un mercato sempre più internazionale e meno domestico. Ecco cosa emerge dal Rapporto Hotel & Chains 2024

Quali sono le tendenze, le sfide e le opportunità che stanno plasmando il panorama alberghiero italiano? Il settore ha dovuto adattarsi a cambiamenti strutturali e dinamiche di mercato in rapida evoluzione in pochi anni. In questi giorni è stato pubblicato il Rapporto Hotels & Chains Italia realizzato da Horwath HTL in collaborazione con l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi e l’Università Bocconi. Sebbene il record di 97,8 milioni di arrivi registrato nel 2019 sia ancora lontano, l’anno scorso l’Italia ha confermato di essere una meta apprezzatissima dagli stranieri. Ciò è dimostrato dal fatto che nel 2023 l’Italia si è collocata al quarto posto in Europa, registrando un tasso di recupero anno su anno del 4.8%. Un ruolo chiave nello sviluppo è il sostegno previsto dal PNRR in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 e gli investimenti nel mercato immobiliare. Ma qual è lo stato dell’arte e le tendenze future delle catene alberghiere in Italia?

Aumentano i visitatori stranieri e diminuisce il turismo domestico

Lo scenario, nonostante le buone aspettative dovute alla ripresa dei flussi turistici nel 2022, ha solamente dimezzato il trend del calo nel 2023. Dal -5,2% nel 2022 dei flussi turistici siamo passati infatti al -2,8% nel 2023. Ad attenuare la situazioni è stato il ruolo cruciale svolto dalle città d’arte (in particolare Roma) e la domanda internazionale, nonostante manchino ancora molti turisti asiatici. Nel 2023 è stato calcolato +11% di pernottamenti stranieri rispetto al 2022, e un +17% di spesa in Italia. Sul fronte nazionale l’inflazione ha invece comportato una stagnazione del mercato interno. Inoltre il fenomeno, noto come “Revenge Tourism”, ha portato molti italiani a viaggiare all’estero dopo anni di turismo di prossimità dovuto innanzitutto alla crisi pandemica. Nei prossimi anni queste due tendenze opposte potrebbero rafforzarsi: il turismo domestico calerà fisiologicamente, mentre la componente estera è destinata a crescere ulteriormente.

Una crescita strategica del settore alberghiero deve tenere in considerazione questo trend, cogliere l’opportunità di un turismo internazionale adattando le proprie offerte alle aspettative di questi viaggiatori. 

L’interesse degli operatori alberghieri in Italia verso le località vacanziere

I contratti di Hotel Management Agreement sono cresciuti di oltre il 14% nell’ultimo anno, nonostante Lease (38%) e Ownership (33%) rimangano i modelli di business preferiti. Le catene alberghiere costituiscono circa il 6% dell’offerta italiana; un valore rimasto invariato. Va però sottolineato che il mercato nostrano si sta avvicinando agli standard internazionali, favorendo la penetrazione di operatori alberghieri. Ciò è dimostrato dall’arrivo di prestigiosi marchi internazionali. Auberge Resorts Collection, Corinthia Hotels International, Thompson e Orient Express sono solo alcuni brand di lusso pronti ad aprire i battenti. Nei prossimi tre anni l’indice di penetrazione delle catene alberghiere italiane aumenterà grazie alla costruzione di nuovi hotel e al conseguente rinnovamento dell’offerta alberghiera locale

Tutti questi sviluppi per ora sono focalizzati nelle regioni più centrali per business e affari come la Lombardia e il Lazio, ma non mancano progetti in Sardegna, Puglia e in Sicilia. Queste tre regioni hanno catturato l’attenzione degli operatori alberghieri perché, evidentemente, l’interesse si sta spostando verso destinazioni dalla forte vocazione vacanziera “Sole & Spiaggia”. Sarebbe decisivo che nelle regioni emergenti ci sia una più decisiva collaborazione tra il pubblico il il privato per supportare la qualificazione dell’offerta e della domanda del settore alberghiero italiano.

Diversificazione dell’offerta per esperienze “glocal”

L’esperienza è la parola chiave per il soggiorno di qualunque viaggiatore, sia leisure che business. Quindi il prodotto alberghiero sta diventando sempre più orientato all’identità. In questa direzione va la diversificazione dei marchi, attraverso lo sviluppo sia delle camere direttamente gestite che in franchising. Ogni singolo brand e sotto marchio punta a identificare un prodotto diverso. Il mercato infatti sta assumendo un aspetto sempre più variegato per coprire ogni possibile sfumatura nel target: da prodotti lifestyle all’ultra-lusso fino all’under-tourism. Stiamo descrivendo un’opportunità per gli operatori italiani che però non devono dimenticare di mantenere vivo e proficuo il dialogo con il territorio e la comunità locale. Tutti sappiamo come questa sinergia potrebbe offrire un’esperienza unica e indimenticabile per i viaggiatori di tutto il mondo che visitano il Belpaese. 

Il rapporto Rapporto Hotels & Chains Italia relativo al 2023 ha esplorato l’importanza delle catene alberghiere nel mantenere e migliorare lo status delle destinazioni turistiche italiane nel rispetto delle loro specificità locali. Da hotel di lusso nei centri storici a boutique hotel nelle aree rurali, l’industria sta rispondendo alle nuove esigenze dei viaggiatori. Infatti, se Milano e Roma sono le città più attive, le catene alberghiere stanno guardando anche ad aree meno conosciute ma caratterizzate da eccellenze da valorizzare legate al benessere, al cibo, al vino o agli eventi. La lenta conversione dei modelli di business verso gli Hotel Management Agreements rispetto alle forme più tradizionali dell’industria italiana sono segnali di una tendenza profonda verso l’internazionalizzazione dell’ospitalità italiana che però non vuole perdere la sua identità. In questo equilibrio tra penetrazione di catene alberghiere internazionali e la specificità del territorio italiano possiamo parlare di tendenza verso esperienze “glocal”.

Fonte foto Pexels: autore Tihamér Szász

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