Carta di credito in Cina? Forget it !

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Era un agosto davvero molto caldo, ma di quel caldo umido tipico proprio di quella zona della Cina ed io mi accingevo a rientrare in Italia dopo un volo interno fino a Shangai, notte lì e partenza il giorno dopo con volo diretto a Malpensa.

the-al-gelsominoSalutati i colleghi che rimanevano ancora qualche giorno nella “terra del sorriso” e recuperati pochi yuan in contanti per il taxi dall’aeroporto all’hotel non potevo perdermi in aeroporto l’ultima cena autentica cinese… L’occasione era stata infatti l’ennesima conferma che i nostri ristoranti cinesi italiani ed europei in generale avevano davvero poco a che fare con quelli autentici locali: un po’ di verdure al vapore con del pesce, il tutto accompagnato dal mio amato Jasmine tea (Tè al gelsomino) perfetto con qualsiasi cibo e dal profumo inconfondibile…

Al momento del pagamento del conto scopro con mio grande stupore e per l’ennesima volta che non accettavano la carta di credito e cosi i miei pochi contanti disponibili iniziarono a prendere il volo…assieme ad altri per l’ultimo shopping aeroportuale…

pantaloni-arancioniOre 20:30, boarding completed: mi guardo intorno in quell’aereo da 300 posti e mi rendo conto che le 298 persone intorno a me sono tutti Cinesi, o comunque orientali e poi un uomo, europeo di bell’aspetto, forse olandese pensai ed io, che indossavo i miei pantaloni di shantung di seta arancione abbinati ad una camicia bianca e avvolta da una super pashmina perché l’aria condizionata è necessaria in Cina per poter respirare ma è sempre a livelli esagerati!

Mi sentivo come una mosca bianca sia per il colore dei capelli che per le sembianze, ma ero perfettamente a mio agio per il sorriso e i piedi coperti (faceva caldo si ma di indossare il sandalo non se ne parlava proprio: sarebbe stato troppo scortese nei confronti di quel paese che mi stava ospitando con tanta delicatezza).

Ore 23:30 atterraggio a Shangai, buio pesto ma entusiasmo alle stelle… Pochi minuti e sarò nel mio hotel pensai… prelevo qualche contante con la carta di credito, prendo il taxi e via!

A volte però il pensiero ed la realtà sono un po’ disallineati…

Impossibile prelevare dai bancomat dell’aeroporto, info-point che non dava info perché era chiuso ed io che immediatamente pensai “beh vorrà dire che prenderò il taxi e poi chiederò di farmi credito direttamente in hotel… Del resto è un 4 stelle per cui il servizio lo farà sicuramente…”.

Esco quindi dall’aeroporto e mi ritrovo davanti i 298 Cinesi dell’aereo più tutti i loro parenti e amici in coda per prendere il taxi… Una coda interminabile… Noooo, ma perché?!?!

E intanto era mezzanotte, la zucca di Cenerentola era scomparsa senza essere nemmeno mai esistita ed io ero sempre più perplessa.

A quel punto mi volto e nella moltitudine di occhi a mandorla scorgo i riccioli biondi e gli occhi di ghiaccio che poco prima erano sull’aereo e con le ultime energie rimaste e sfoderando un super sorriso mi avvicino a lui e dico “Excuse me?” “Yes” e gli racconto tutto in un minuto (con i Nordici sempre dritti al punto e senza perdersi in  convenevoli…

Il bel nordico si limita a dire due frasi. La prima “Forget credit card in China” (l’avevo capito ma detto da lui suonava in altro modo) e la seconda “Lei è una donna molto fortunata, oltre ad essere una donna di stile. L’avevo notata in aereo e mi aveva colpito, per cui questa sera le farò un regalo. Io abito qui dietro, ho l’autista che mi aspetta per portarmi a casa e poi sarà a sua completa disposizione per portarla dove vuole”.

E cosi dopo uno scambio obbligato di biglietti da visita, rigorosamente offerti e accettati con entrambe le mani (Lui era un manager Philips trasferito in Cina da diversi anni ed io Whirlpool, quindi addirittura avevamo il business in comune) mi ritrovai a girare la città con una guida un po’ inusuale (l’autista) ma estremamente gentile.

Una di notte: dopo un rapido check-in (Stasera signora le daremo la camera più bella dell’Hotel – Sheraton ti adoro, pensai) chiamai mia madre per un veloce saluto e mentre ammiravo la Shanghai notturna dall’ultimo piano dell’hotel le dissi “Qui tutto bene, tua figlia è nata sotto una buona stella, quando torno ti spiego perché”.

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