Come l’inizio di ogni anno, anche questo 2023 si apre con alcune riflessioni, frutto di bilanci e foriere di tendenze. Ebbene lo scenario che si prospetta è generalmente incerto. Se da un lato nel 2022 è stata registrata una lenta ripresa dei viaggi nonostante gli strascichi del Covid-19, dall’altro quello appena concluso è stato un anno all’insegna di una guerra nel cuore dell’Europa che ha travolto alcuni equilibri economici internazionali e ha sconvolto il settore energetico. Sarebbe superfluo evidenziare le ricadute di un tale scacchiere internazionale nelle scelte di persone e imprese, innanzitutto alle prese con bollette e costi maggiorati. Da non trascurare sono inoltre le tematiche legate alla sostenibilità che destano sempre più sensibilità e lo smart working che offre incontri virtuali da remoto come valide alternativa alle trasferte. Dunque, tra pandemia, guerra e inflazione, tra sostenibilità e digitalizzazione, ecco qual è lo scenario del Business Travel 2023.
Le complicazioni appena citate tendono a posticipare di un paio d’anni il ritorno ai livelli di spesa per i viaggi registrati nel 2019, collocandola nel 2025. Ma questo non significa che le aziende siano restie o scettiche alla ripresa del business travel. Infatti uno studio di America Express relativo alle intenzioni di spesa delle aziende per il 2023 indica che l’82% degli intervistati considera le trasferte decisive per un aumento di fatturato, mentre il 73% le reputa fondamentali per accrescere la comunicazione tra i team dell’azienda. Un interessante 43% del campione ha invece manifestato un interesse nel conciliare lavoro e tempo libero attraverso le trasferte. Questo dato illumina un’altra importante e rivoluzionaria tendenza di questi anni: il bleisure. In base ai dati emersi dalla ricerca American Express e sulla scorta dei comportamenti diffusi nel settore nell’anno appena conclusosi, è possibile notare alcune linee generali che presumibilmente caratterizzeranno il Business Travel nel 2023.
Sommario
ToggleTravel Risk Management
Non è una sorpresa come la pandemia abbia irreversibilmente segnato la sensibilità di dipendenti e datori di lavoro ponendo sotto l’attenzione di tutti la questione della sicurezza, intesa sia come tutela della salute del dipendente che come precauzioni in paesi a rischio. Anche per questa ragione il tema del travel risk management è divenuto di primo piano e sempre più aziende hanno posto mano alla propria travel policy, aggiornando i punti che riguardano proprio la gestione del rischio in trasferta. Ma conseguenza di tanta ragguardevole attenzione è anche la riduzione di tutti gli spostamenti considerati non necessari. Le conferenze online sono infatti divenute una soluzione assai frequente per risparmiare viaggi di lavoro superflui e anche tale digitalizzazione degli appuntamenti lavorativi è figlia della “rivoluzione pandemia”. In seguito ad una pandemia e ad una guerra nel cuore dell’Europa, oggi il travel risk management è avvertito come necessario nella sua duplice declinazione di tutela della salute e prevenzione di paesi a rischio.
Inflazione per biglietti aerei e strutture
Secondo lo studio di Global Business Travel Forecast di GBTA e CWT la prospettiva di un aumento complessivo del 48,5% nel 2022 dei prezzi dei biglietti ma che continuava ad essere sotto ai livelli di pre-pandemia fino al 2023. Nell’altro piatto della bilancia, l’aumento del costo dei carburanti è legato al fatto che il dollaro (valuta di riferimento del settore) si è rafforzato. Di conseguenza diverse compagnie aeree hanno deciso di aggiustare il tiro, riducendo talvolta il numero di voli a quelli quasi completamente pieni. La conseguenza è l’aumento dei prezzi dei biglietti e la progressiva scomparsa di offerte super convenienti per i viaggiatori.
Per quanto riguarda le strutture, il costo è sceso di oltre il 20% tra il 2020 e il 2021. Lo studio di Global Business Travel Forecast di GBTA e CWT annuncia però anche una crescita dei prezzi tra 2022 e 2023. L’anno passato infatti i prezzi degli hotel sono saliti del 18,5% e quest’anno si prevede un +8,2%. In Europa si prevede un aumento delle tariffe non uniforme. Ad esempio, se in Gran Bretagna probabilmente i prezzi supereranno quelli del 2019, in altri paesi come Germania e Francia sarà sensibile la caduta economica provocata dalla Guerra in Ucraina.
Dunque, per concludere, possiamo dire che i costi sono tendenzialmente aumentati o accadrà presto. Infatti la trasferta risentirà di rincari generalizzati dovuti a diverse dinamiche internazionali economiche e geopolitiche.
AirPlus Business Travel Index, un tool di data mining che elabora le transazioni effettuate con i sistemi di pagamento di AirPlus, offre un interessante squarcio sulle abitudini dei singoli viaggiatori. Innanzitutto è evidente che le trasferte del 2022 sono state più lunghe rispetto a quelle del 2019. I voli per destinazioni europee sono stati più numerosi di quelli per scali nazionali, ma il treno sembra essere divenuto il mezzo di spostamento preferito da parte dei viaggiatori business secondo uno studio di Trainline. D’altronde quest’ultima tendenza non ci stupisce, dal momento che il treno consente di sconfiggere i “tempi morti” lavorando in viaggio e contribuendo alla tutela del pianeta.
Ma prima ancora di parlare di sostenibilità, è interessante soffermarsi un ultimo momento sulla preferenza nei confronti del treno da parte dei viaggiatori d’affari. Infatti questa tendenza rappresenterebbe un’interessante inversione di rotta che pone come priorità di viaggio l’operatività anche in movimento piuttosto che la rapidità negli spostamenti.
Sostenibilità
Un tema caldo e sempre più sentito ad ogni livello della società e Ion ogni settore produttivo. Al vertice, l’Unione Europea ha introdotto il pacchetto “Fit for 55” con l’obiettivo di diminuire le emissioni dei gas serra del 55% entro il 2030 e del 63% entro il 2050. Nell’ottica del business travel più sostenibile, le aziende puntano ad ottimizzare i viaggi, concentrando ad esempio diversi appuntamenti in una stessa località nel giro di pochi giorni. La scelta di molte imprese è quella di viaggiare in maniera più green, cioè selezionando voli senza scalo o prediligendo compagnie che usano carburante sostenibile. Ad esempio, KLM ha iniziato ad aggiungere lo 0,5% di SAF al sistema di alimentazione dell’aeroporto Schiphol per ogni volo in partenza da Amsterdam.
Nonostante il generale interesse nell’invertire la tendenza, in un articolo di SAP concur si evidenzia che solamente il 36% delle aziende ha previsto una figura dedicata alla trasformazione sostenibile del sistema aziendale. Ciò però non esclude che le aziende si stiano davvero impegnando nell’incentivare comportamenti più virtuosi da parte dei propri dipendenti. Ma da non sottovalutare in questo senso è il fatto che moltissime aziende non hanno ancora acquisito strumenti di digitalizzazione per l’organizzazione di viaggi. Proprio la digitalizzazione è l’ultima tendenza che ci aspetta nel settore del Business Travel 2023.
Digitalizzazione
Uno studio HRS e GBTA ha rivelato come lo smart working stia cambiando il modo di lavorare e di conseguenza le abitudini del business travel. Soprattutto presso quegli uffici che hanno trasformato i propri ambienti in spazi di coworking, poter contare su canali digitali per prenotare la propria postazione sarebbe una mossa vincente. Infatti l’impegno verso il futuro e l’adattamento ad un mondo del lavoro in continua evoluzione non può prescindere da un’adeguata trasformazione tecnologica anche nel business travel. Eppure non tutte le aziende ricorrono, o anche semplicemente sono a conoscenza di strumenti digitali in grado di ottimizzare spese, spazi e comunicazioni. Fondamentale in un’ottica di sostenibilità è inoltre avere un quadro complessivo delle azioni messe in atto in fase di organizzazione e rendicontazione delle trasferte. Avere a disposizione un canale unico di prenotazione o che consenta di tenere in considerazione una lettura sostenibile delle scelte è una scelta di innovazione del Business Travel per un 2023 nella giusta direzione.