Bologna città 30 un anno dopo: 49% di incidenti in meno

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Sicurezza, meno incidenti e mobilità più sostenibile: ecco come Bologna città 30 sta cambiando le abitudini

Come si suole dire, “carta canta” e i numeri questa volta sono ben intonati. I dati infatti  rappresentano un duro colpo per tutti coloro che dubitavano del progetto della città dei 30 km. Il modello che limita la velocità in gran parte delle strade cittadine aveva suscitato molte polemiche, ma oggi le prove dimostrano la sua efficacia. I dati raccolti nel primo anno di Bologna Città 30 mostrano chiaramente che la misura sta funzionando sotto diversi punti di vista. Innanzitutto questo sistema salva diverse vite poiché garantisce maggiore sicurezza sulle strade; inoltre un limite di velocità moderato e diffuso in tutto il centro urbano riduce il traffico e l’inquinamento atmosferico, rendendo le città più vivibili e promuovendo forme di mobilità alternative e sostenibili.

Non servono anni per osservare i benefici di una città 30. A Bologna l’efficacia di questo progetto è dimostrata da dati concreti disponibili già dopo pochi mesi. Bologna città 30 si distingue infatti per essere in controtendenza rispetto al resto d’Italia. Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, nel primo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, nel Paese si è registrato un aumento dello 0,9% degli incidenti, dello 0,5% dei feriti e addirittura del 7,9% dei decessi sulle strade urbane. E a Bologna? Scopriamo insieme i benefici di queste misure urbane, dati alla mano.

Cos’è la Città 30

Le città sono diventate delle vere e proprie giungle urbane che mettono in seria difficoltà la sicurezza di pedoni, ciclisti e automobilisti. Le strade non sono più pensate per le persone, ma per le auto, riducendo le aree di socializzazione e incrementando incidenti, inquinamento e rumore. Nel tempo sono stati messi in campo diversi esperimenti per rendere la mobilità in città più a misura d’uomo e soprattutto per rendere gli spazi sempre più sicuri per pedoni e ciclisti. Il progetto “Città 30” è proprio uno di questi tentativi. Il nuovo modello di città sostenibile cerca di invertire questa tendenza, trasformando lo spazio urbano in un luogo più sicuro, vivibile e accessibile. Esso prevede il limite di velocità di 30 km/h come standard nelle aree cittadine, con alcune eccezioni per arterie principali dove possono essere mantenuti limiti più alti.

Molte città europee hanno già adottato con successo questo modello. Ad Oslo, Bruxelles, Parigi, Londra e Bilbao hanno impostato la riduzione della velocità. Questa manovra ha portato a un calo significativo degli incidenti e delle vittime. In Danimarca, le Zone 30 hanno permesso una riduzione degli incidenti del 77% e dei feriti dell’88%. A Londra gli incidenti sono calati del 40%, con una riduzione del 70% delle vittime.

Città 30 più sicura per pedoni e incidenti

Dall’introduzione del progetto, la città di Bologna ha registrato una riduzione significativa delle vittime della strada. Nel 2024 nessun pedone ha perso la vita a Bologna. Si tratta di un risultato mai visto prima, anche considerando che i dati ISTAT su Bologna risalgono al 1991. Si tratta di un record assoluto. Inoltre, il numero complessivo di decessi in incidenti stradali è stato ridotto a dieci, dimostrando un impressionante calo del 49%. Si tratta del valore più basso registrato dal 2013, escludendo il periodo di lockdown.

Anche il numero totale di incidenti ha subito un calo significativo, con una riduzione del 13%. I feriti sono diminuiti dell’11%, mentre gli incidenti più gravi, quelli classificati dal 118 come “codice rosso”, sono calati del 31%. Le strade principali della città hanno registrato una riduzione ancora più significativa perché gli incidenti sono diminuiti addirittura del 16% e i feriti del 19%. Questi numeri evidenziano in modo inequivocabile che una velocità più bassa aiuta a ridurre sia la probabilità che la gravita degli incidenti.

Mobilità più sostenibile grazie alla città 30 km/h

Il cambiamento non ha riguardato solo la sicurezza, ma ha influenzato anche le scelte di mobilità dei cittadini. La riduzione del traffico automobilistico ha portato a un calo del 5% dei veicoli in circolazione e a una riduzione del 29% delle emissioni inquinanti. Contemporaneamente, i servizi di mobilità alternativa hanno registrato una crescita esponenziale: l’uso della bicicletta è aumentato del 10%, il bike sharing del 69%, il car sharing del 44% e il trasporto ferroviario urbano ha visto un incremento del 31%.

Gli spostamenti in autobus e il numero di abbonati ai servizi di trasporto pubblico sono rimasti stabili rispetto al 2023, ma hanno mostrato un aumento rispetto al 2022, segno che l’uso dei mezzi pubblici si sta consolidando.

Le regole per chi non rispetta il limite di 30 km/h

Chi non si attiene alla velocità massima di 30 km/h può incorrere in multe piuttosto severe. Le sanzioni vanno da un minimo di 29,40 euro per chi supera il limite di meno di 10 km/h, fino a un massimo di 845 euro, con la decurtazione di 10 punti dalla patente e la sua sospensione da sei a dodici mesi per chi supera i 60 km/h oltre il limite consentito. 

Città 30 in Italia 

Nonostante il caso di Bologna, l’Italia è ancora in ritardo rispetto ad altre nazioni. Eppure le sperimentazioni non sono mancate. Olbia è stata la prima città italiana ad adottare il modello “Città 30” nel 2021 e presto potremo vedere anche Milano città 30. A livello legislativo, è stato depositato un disegno di legge alla Camera per rendere il modello un riferimento nazionale, con il sostegno di diverse associazioni come Legambiente, Fiab, Asvis e molte altre.

Ogni volta che un provvedimento simile viene adottato, non mancano polemiche e obiezioni. Alcuni sostengono che sia inutile, che faccia perdere tempo, o che dia un falso senso di sicurezza. Tuttavia, i dati e l’esperienza dimostrano il contrario: le Zone 30 riducono incidenti, morti, emissioni e traffico, rendendo le città più a misura d’uomo. Bologna ha fatto da apripista per l’Italia, e ora tocca ad altre città seguire il suo esempio per migliorare la sicurezza e la qualità della vita di tutti.

Photo credit: Adrienn

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