Si, oggi voglio proprio parlare del DM interministeriale n 179 del 12 maggio 2021 Mobility Manager e delle necessità di andare oltre. Superata questa prima fase di “rodaggio”, è necessario correggere ciò che non funziona ed integrare cosa manca, per poter raggiungere il primo obiettivo di ridurre le emissioni generate dagli spostamenti Casa/Lavoro, ma con l’ambizione di essere protagonisti della svolta green e sostenibile del nostro Paese.
In questi due anni, ho avuto modo di collaborare a diversi Piani di Spostamento Casa Lavoro (PSCL) aziendali, su diversi territori, di confrontarmi con molti Mobility Manager Aziendali e di Area, giungendo alla conclusione, condivisa ormai da tutti, che il Decreto Mobilty Manager necessità già di una profonda revisione.
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ToggleIl DM stabilisce responsabilità, compiti e tempi
L’intento dell’allora Ministro Govannini è stato senza dubbio lodevole, il DM stabilisce infatti, in modo preciso le responsabilità, i compiti e i termini di scadenza entro i quali Aziende, Comuni e Manager devono essere nominati, il quadro e la natura dei rispettivi compiti e il perimetro nel quale essi devono operare. Le linee guida allegate, poi specificano ancor meglio le aree di indagine, di analisi e i contenuti minimi del documento PSCL, specificando assi di intervento e indicatori (KPI) sulla ricaduta dei benefici per la collettività rispetto alle azioni intraprese. Tuttavia, nella pratica, nell’applicazione reale, abbiamo riscontrato in tanti, incongruenze, criticità e aree di possibile e necessario miglioramento.
In pieno spirito collaborativo, consci che ogni cambiamento porta con sé situazioni non previste, abbiamo comunque cercato di superare gli ostacoli e di non fermarsi alle prime difficoltà. Ci si è confrontati spesso tra Mobility Manager per trovare le migliori soluzioni ai problemi e dare uniformità nelle risposte.
Le FAQ Ministeriali non sono state sufficienti per chiarire i dubbi
Purtroppo, spesso le interpretazioni date dal Ministero ai quesiti posti non hanno chiarito i nostri dubbi, anzi semmai hanno creato ulteriori criticità a partire dai Mobility Manager d’Area delle città Metropolitane, che sono ricadute gioco forza sulle aziende. Comprese le aziende che avevano adottato il Piano entro il 31 agosto 2021, rimaste in vana attesa dei contributi.
Cito le Città Metropolitane in quanto sono realtà che vedono la presenza di molte aziende, gestioni complesse, la presenza dell’ufficio del Mobility Manager da diversi anni, quindi punto di riferimento delle altre Città e Comuni della propria Regione e Nazionale.
Le FAQ emanate dall’allora MIMS, a volte in contraddizione con il decreto stesso, hanno evidenziato, da parte loro, una scarsa conoscenza delle procedure e dei processi amministrativi interni delle aziende, delle poste di bilancio e del cash flow cliente/fornitore. Per la verità situazioni che sarebbero state facilmente superabili, ascoltando le parti in causa con un approccio più costruttivo e meno direttivo, si sarebbero evitati diversi problemi.
Tuttavia, un passo avanti è stato fatto, è stato costituito presso il Ministero un tavolo di lavoro, “L’Osservatorio Mobility Management” che vede diversi componenti tra funzionari del MIT medesimo, Professori, Universitari e Mobility Manager d’area e ANCI. Manca ancora la presenza dei Mobility Manager Aziendali, parte in causa del decreto e sono certo parte della soluzione. Lo abbiamo fatto presente al Presidente del tavolo e al Ministero stesso, stiamo attendendo di essere anche noi convocati.
Primi correttivi e integrazioni necessarie
Dal punto di vista normativo generale, a mio personale giudizio, sarebbe necessario fin da subito superare il vincolo della Città capoluogo di Provincia o di Città con più di 50 000 abitanti, per ricadere nell’obbligo di nomina del Mobility Manager e del PSCL. Riscontriamo a proposito molte situazioni e territori con la presenza di aziende con diverse migliaia di dipendenti che vorrebbero o che hanno adottato il Piano Spostamento Casa Lavoro. Tutte queste aziende però non trovano un interlocutore, Comune, Provincia o altro con cui relazionarsi e rapportarsi per promuovere le azioni di miglioramento della mobilità.
Ci sono poi i Comuni di piccole dimensioni compresi nelle aree di città metropolitana.Questi non nominano quasi mai il Mobility Manager d’area per mancanza di risorse, creando problemi alle aziende. Quando invece lo nominano creano un livello di intermediazione in più tra l’azienda e chi regola, pianifica e gestisce i servizi e i trasporti sul territorio. Quindi, sarebbe molto meglio, ora non è così, attribuire al Mobility Manager d’area delle città metropolitane competenza territoriale e di coordinamento dei Mobility Manager aziendali ricompresi nel territorio stesso.
Ci sono diversi altri aspetti nel Decreto e soprattutto nelle Linee guida allegate, sulle quali è necessario intervenire: il piano di monitoraggio, l’aggiornamento annuale del PSCL, i KPI e gli indicatori, tanto per indicare alcuni di questi. Tutti argomenti che intendo affrontare, dedicando il giusto spazio di approfondimento nei prossimi articoli.
Comments 2
Buon giorno
Grazie per le considerazioni
Farei una precisaziobe che è anche una domanda, in un cimune anche con meno di 50000 abitanti, se è presente una dcuola o unbospedale che prevede un flusso di persone che giornalmente si recano in istituto o in ospedale come ci si comporta?
Serve nominare un Mobility manager?
Grazie per attenzione
La norma attualmente prevede l’obbligo per le città con oltre 50mila abitanti, per i capoluoghi di provincia, regione o aree di città metrapolitana. Tuttavia, andare oltre a quanto prevede il DM 179, significa valutare la situazione secondo le necessità, le infrastrutture, la morfologia e la viabilità del territorio. Come giustamente Giovanna hai fatto notare un Comune che presenta determinate caratteristiche, magari con 30/40mila abitanti dovrebbe, a mio giudizio, attivarsi prottivamente. Nominare un mobility manager d’area e agevolare le aziende e le scuole del proprio territorio supportando i PSCL e integrare gli stessi con i PUMS in fase di approvazione e attuazione. D’altra parte, il Comune, dovrebbe trovare pari sostegno da parte di Provincia e/o Regione di riferimento fino ad arrivare alle inziative misisteriali a supporto per poter raggiungere gli obiettivi previsti. Su questi punti però c’è ancora molto da lavorare…