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ToggleSostenibili, sicuri e a misura di dipendente: chi organizza i viaggi aziendali in un futuro sostenibile?
Il business travel non è più quello di una volta. Dimenticate la figura del travel manager che si limitava a prenotare voli e alberghi. Oggi, chi organizza i viaggi aziendali si muove in uno scenario molto più complesso, dove entrano in gioco sostenibilità, sicurezza e benessere dei dipendenti. Di conseguenza non basta neanche più che il travel manager lavori da solo: per garantire trasferte efficaci, sicure e in linea con i valori aziendali, serve una squadra affiatata. Mobility Manager, HR e Travel Manager devono fare rete. E per di più, le aziende che guardano avanti hanno già capito che integrare questi ruoli non solo migliora la soddisfazione dei dipendenti, ma consente di ottenere anche un boost nei punteggi di sostenibilità e una reputazione aziendale invidiabile.
Chi organizza i viaggi aziendali oggi?
Tre teste sono meglio di una, ma solo se vanno nella stessa direzione. Diciamolo subito: chi si occupa dei viaggi aziendali non è più una sola persona. Oggi una buona strategia di corporate mobility è il frutto del lavoro coordinato di un trio delle meraviglie. Il dipendente sereno, il budget sotto controllo e l’azienda che guadagna in reputazione e performance sono obiettivi realizzabili allo stesso tempo. Le tre essenziali figure chiave su cui ogni azienda dovrebbe puntare sono: travel manager, mobility manager e ovviamente l’HR.
Il Travel Manager è l’esperto delle trasferte. Conosce voli, hotel, tariffe, ma anche policy aziendali e sistemi di prenotazione. Il suo obiettivo? Assicurare viaggi efficienti, sicuri e in linea con il budget.
Il Mobility Manager ha uno sguardo più ampio sulla mobilità aziendale. Si occupa di ottimizzare gli spostamenti dei dipendenti, non solo durante le trasferte, ma anche nel tragitto casa-lavoro. La sua parola d’ordine oggi è sostenibilità.
Le Risorse Umane (HR) curano il benessere e la sicurezza dei dipendenti. Le trasferte non sono solo una questione logistica, ma impattano sulla qualità della vita dei lavoratori. Le HR devono garantire che viaggiare non significhi stress e rischio.
Quando questi tre professionisti dialogano, il risultato è un viaggio aziendale che funziona e policy aziendali che soddisfano tutti: azienda, dipendenti e stakeholders.
Sostenibilità in azienda: un biglietto di sola andata per il futuro
Hai mai provato a calcolare l’impatto ambientale di una trasferta Milano-New York? Non parliamo solo delle emissioni di CO2 del volo, ma di tutto: dal taxi per l’aeroporto al soggiorno in hotel. Le aziende oggi sono sempre più valutate su questi aspetti nell’ambito dell’ESG, e chi si occupa di organizzare i viaggi aziendali deve tenerne conto. I mobility manager lavorano per ridurre l’impronta carbonica dei dipendenti durante gli spostamenti quotidiani. La loro expertise è importante per ottimizzare al meglio la trasferta considerando i tragitti cittadini e i trasporti locali, in collaborazione con il collega travel manager. Insieme, questi due favoriscono il treno anziché l’aereo per spostamenti sotto le 4 ore, promuovono alloggi green e incoraggiano l’uso di mezzi pubblici nelle città.
Sicurezza e duty of care: sapete davvero dove sono i vostri dipendenti?
Quando si organizza una trasferta aziendale, non basta prenotare un volo e sperare che tutto vada bene. E se durante il viaggio scoppia una protesta? Se c’è un’emergenza sanitaria? O anche solo se il collega in trasferta ha bisogno di assistenza medica? Il duty of care è l’obbligo morale e legale dell’azienda di proteggere i propri dipendenti ovunque si trovino.
E qui entra in campo il lavoro di squadra con un altro professionista: l’HR. Il travel manager seleziona fornitori sicuri, il mobility manager integra strumenti di geolocalizzazione dei dipendenti, ma le HR garantiscono coperture assicurative e supporto psicologico in caso di emergenza. La tecnologia dà una grossa mano: piattaforme come SAP Concur permettono di sapere in tempo reale dove si trova ogni dipendente e di attivare immediatamente assistenza in caso di necessità.
Benessere per dipendenti e brand
Sei mai tornato da una trasferta con la schiena a pezzi e il jet lag che ti perseguita per giorni? Bene, sappi che non è solo un tuo problema ma un disagio diffusissimo. Un’indagine GBTA rivela che il 79% dei business traveller ritiene che le trasferte incidano negativamente sul proprio equilibrio vita-lavoro.
Eppure, basterebbe poco: voli diretti anche se costano un po’ di più, hotel con palestra e aree relax, possibilità di aggiungere un weekend per recuperare dal fuso orario (il famoso bleisure). Quando travel manager, mobility manager e HR lavorano insieme, possono costruire policy di viaggio che mettono il dipendente al centro, migliorando la produttività e la retention, ma tenendo insieme tutte le esigenze aziendali dai diversi punti di vista.
Photo credit: Fauxels