Generative AI e viaggi: un binomio destinato a crescere? Probabilmente sì, ma come in tutte le grandi rivoluzioni, ci sono vari ostacoli da superare. Nel report “Navigating the Future” di Amadeus, emerge un quadro affascinante e, diciamocelo, un po’ contraddittorio del settore travel e dell’Intelligenza Artificiale Generativa.
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ToggleUn’industria in fermento, ma anche con i piedi per terra
Il 46% dei leader intervistati ha dichiarato che l’IA Generativa è la loro “priorità assoluta” per il prossimo anno. E non parliamo solo di suggerire al turista l’attività perfetta o la spiaggia più vicina: parliamo di assistenti virtuali, raccomandazioni personalizzate e contenuti “fatti su misura”. Un paradiso, insomma, dove il cliente è seguito come un re, dalla prenotazione alla raccolta dei feedback post-viaggio. Ma, come sempre, c’è il rovescio della medaglia.
I principali usi dell’IA nel mondo dei viaggi
Ma come viene effettivamente usata l’IA Generativa oggi? Secondo il report, le aree di applicazione sono tantissime. Tra i casi d’uso principali emergono:
- Assistenti virtuali per la prenotazione: il 53% delle aziende utilizza l’IA per fornire assistenza ai clienti in fase di prenotazione, migliorando l’esperienza utente e riducendo il lavoro dei dipendenti grazie a chatbot intelligenti e disponibili h24.
- Raccomandazioni personalizzate: quasi metà degli intervistati (48%) usa l’IA per proporre attività e destinazioni su misura, che tengono conto delle preferenze personali, dell’esperienza di viaggio passata e persino delle abitudini di spesa dei clienti.
- Generazione di contenuti: il 47% delle compagnie la usa per creare contenuti, pubblicità e persino strategie di prezzo dinamico, offrendo un approccio personalizzato che punta a migliorare il coinvolgimento del cliente(navigating-the-future-g…).
La varietà delle applicazioni rende evidente che l’IA Generativa si sta ritagliando un ruolo centrale, non solo in aree customer-facing come marketing e assistenza, ma anche nelle operazioni interne, dove l’automazione e la creatività aiutano a ottimizzare il flusso di lavoro.
L’altra faccia della medaglia: dati, talenti e ritorno sull’investimento
Se c’è una cosa che questo report ci ha ricordato, è che l’IA non cresce sugli alberi. Sì, perché sembra che ci siano sfide belle grosse dietro le quinte: data security, mancanza di competenze, infrastrutture, budget. Insomma, non basta dire “voglio l’IA”, servono i mezzi (e le persone giuste) per farlo. Interessante il fatto che mentre l’Asia-Pacifico è in prima linea, in Nord America si registrano già i primi segnali di frustrazione: forse la tecnologia non ha portato i frutti sperati così in fretta? Chissà.
Il report evidenzia che mancano le competenze: il 34% delle aziende lamenta carenza di esperti in IA Generativa, e chi riesce a trovarli spesso deve fare i conti con i costi elevati di formazione e reclutamento. Anche le infrastrutture tecnologiche rappresentano un limite: circa il 44% degli intervistati segnala che i propri sistemi interni non sono pronti per supportare l’IA, mentre il 33% menziona la qualità dei dati e la mancanza di strutture adeguate come barriere significative.
E qui c’è un altro punto interessante: molte aziende sono consapevoli della necessità di fare squadra. Amadeus nota come l’87% delle organizzazioni sia disposto a collaborare con fornitori esterni per sviluppare strumenti di IA. Questo spirito di collaborazione emerge come un elemento chiave per il successo futuro, soprattutto per quelle imprese che non hanno le risorse interne per sviluppare tecnologia avanzata.
La sicurezza dei dati: una sfida complessa e delicata
Non possiamo ignorare che l’IA Generativa richiede enormi quantità di dati personali per funzionare al meglio, il che solleva non pochi dubbi tra i leader del settore. Il 35% degli intervistati indica la sicurezza dei dati come una delle maggiori barriere all’adozione, temendo il rischio di attacchi informatici e violazioni della privacy. Alcune delle soluzioni più citate includono la crittografia dei dati (47%) e l’implementazione di cicli di vita di sviluppo sicuri (42%).
La sfida, quindi, è bilanciare il bisogno di dati per personalizzare e ottimizzare l’esperienza di viaggio, garantendo al tempo stesso privacy e protezione contro i rischi di cyber-attacchi.
Come misurare il successo dell’IA? Focus su ROI e soddisfazione del cliente
Ma come si misurerà il successo dell’IA Generativa? Secondo gli intervistati, il ritorno sugli investimenti (ROI) è fondamentale. Il report sottolinea che molte aziende monitorano l’efficacia delle loro applicazioni di IA in base ai guadagni finanziari, ma c’è di più: la soddisfazione del cliente è altrettanto cruciale. In pratica, se il cliente è contento, lo sarà anche l’azienda.
E non solo. Tra i parametri di valutazione, i leader includono anche efficienza e produttività, prestazioni (precisione e pertinenza), feedback dei dipendenti e crescita aziendale. In poche parole, per fare una buona figura, l’IA dovrà fare la differenza non solo sui bilanci, ma anche nella vita quotidiana degli utenti.
IA e dati: un legame che cresce
Un altro tema caldo riguarda i tipi di dati su cui l’IA Generativa potrà basarsi. Secondo il report, le travel company sono sempre più intenzionate a mettere a disposizione dati in tempo reale (67%), dati transazionali (63%) e dati pubblici (59%), oltre ai dati storici (54%). Nonostante questo, solo il 48% è pronto a condividere dati comportamentali, poiché preoccupazioni relative alla privacy rendono difficile utilizzare questo tipo di informazione senza solide misure di sicurezza.
Insomma, se l’IA Generativa fosse una maratona, diremmo che il settore travel è appena uscito dai blocchi di partenza. C’è entusiasmo, ci sono risorse, ma c’è anche parecchio lavoro da fare. La collaborazione sembra essere la chiave: circa l’87% delle aziende è pronto a fare squadra con partner tecnologici per accelerare l’adozione dell’IA. E se tutti gli sforzi porteranno a un ritorno sugli investimenti, forse ci sarà davvero la possibilità di trasformare il mondo dei viaggi in qualcosa di mai visto prima.