Benvenuti nell’era digitale…o forse no?

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Due storie vere, due racconti di viaggio. E no, non parliamo di viaggi avventurosi in terre lontane o di traversate oceaniche. Parliamo di treni e di un paio di esperienze che, nel nostro moderno e tecnologico 2024, dovrebbero appartenere al passato. E invece…eccoci qui.

Simonetta si trova al Mini Digital Festival di Parma, pronta a tornare a Milano. Fin qui tutto bene, o quasi. Poi succede l’inevitabile: il cellulare le cade per terra e smette di funzionare. Ora, sappiamo tutti che gli smartphone moderni sono come dei preziosi manufatti in cristallo: ci dicono che sono “rugged,” che hanno vetri temperati “resistenti alle cadute,” ma poi basta un piccolo imprevisto per mandarli in coma irreversibile. Insomma, il cellulare di Simonetta non si accende più e lei si trova su un treno Trenitalia senza wi-fi. Poco male, pensa, tanto tra poco salirò su un Italo e finalmente potrò connettermi.

Ed eccoci al gran momento: il passaggio a Italo. Cosa potrebbe andare storto? Beh, il wi-fi di Italo funziona, certo, ma c’è un piccolo problema. L’unico modo per connettersi è farsi inviare un codice sul proprio numero di cellulare. Ops! Peccato che il cellulare di Simonetta sia ridotto a un costoso fermacarte. Quindi, addio internet.

Ecco un esempio lampante di come la nostra dipendenza dalla tecnologia possa trasformarsi in una trappola. Simonetta è una viaggiatrice preparata: ha con sé il computer e, con un pizzico di previdenza degno di nota, ha scritto il codice del biglietto su un foglio di carta (sì, proprio quella cosa che si usava prima di memorizzare tutto nel cloud). Senza questo gesto “vintage,” avrebbe rischiato di dover pagare un altro biglietto o, peggio, restare a terra.

Ma parliamo un attimo di chi ha progettato tutto il sistema. Chi potrebbe mai pensare che qualcuno viaggi senza un cellulare funzionante? Chi è che non ha sempre il proprio dispositivo pronto a ricevere un SMS, anche se ormai si sa che di SMS non ne mandiamo quasi più nemmeno per augurare buon compleanno?

Non è che si potrebbe, per caso, offrire un’alternativa per l’accesso al wi-fi? Una domanda trabocchetto: facciamo finta che nel mondo digitale esistano ancora e-mail, QR code, codici generati offline o qualunque altra tecnologia più avanzata di un piccione viaggiatore. Eppure, ci si affida ancora al caro, vecchio SMS. Insomma, ci troviamo un po’ nel “futuro retrò.”

E non è finita qui. La scorsa settimana, anche noi abbiamo sperimentato un’altra perla in stazione: code chilometriche ai tornelli, sistemi che non funzionano e il risultato? Il treno parte sotto i nostri occhi come se fosse la cosa più naturale del mondo. Eppure eravamo arrivati in congruo anticipo. Le nostre occhiaie avrebbero meritato almeno una scusa, un buono per il bar o, già che ci siamo, un viaggio gratis per la prossima volta. Ma niente, si riparte. Anzi, no. Si resta in stazione ad aspettare l’ennesimo treno che, guarda caso, è pure in ritardo.

Quindi, è ufficiale: se sei un viaggiatore in Italia, hai due possibilità. La prima è assicurarti che il tuo cellulare sia avvolto in una protezione degna di un’armatura medievale, perché se si rompe sei praticamente isolato dal mondo. La seconda, portare sempre con te un taccuino e una penna. Magari non potrai connetterti al wi-fi, ma almeno potrai scrivere una lettera di protesta.

Forse è il momento di rivedere le “priorità digitali.” Perché il futuro, quello vero, dovrebbe garantire un po’ più di semplicità e un po’ meno di codici SMS.

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