Perché i vantaggi dello smart working superano gli svantaggi?

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Tutto dipende dalla pianificazione e dal monitoraggio. Ecco come e perché i vantaggi dello smart working superano gli svantaggi

Lo smart working è al centro di dibattiti e delle sperimentazioni aziendali degli ultimi anni. Sicuramente è entrato a gamba tesa nei modelli di business di moltissime imprese e nel tempo ha rivelato anche alcuni aspetti più spinosi, sia per il datore di lavoro che per il dipendente. Pensiamo alla gestione dell’infortunio sul posto di lavoro o tempo privato fagocitato da call e scadenze. Ma il nodo è proprio qui: ogni azienda deve prevedere una strategia perché i vantaggi dello smart working superano gli svantaggi, se ben studiata.

Un recente accordo firmato a Roma tra sindaco, Regione Lazio, associazioni sindacali e datoriali conferma la sua rilevanza, ma la scadenza ravvicinata apre una riflessione più ampia sul perché non si colga l’occasione per proporre lo smart working a lungo termine per avere gli stessi benefici ma prolungati nel tempo. D’altro canto grandi aziende stanno tornando indietro. 

Smart working a Roma in vista del Giubileo

Pochi giorni fa è stato firmato in Campidoglio, a Roma, un accordo tra sindaco, Regione Lazio, Città Metropolitana e associazioni sindacali e datoriali. Il nuovo provvedimento punta a promuovere ulteriormente lo smart working per decongestionare il traffico delle zone del centro. L’urgenza nella capitale di far defluire i veicoli è legata all’inaugurazione del Giubileo, il 24 dicembre di quest’anno. Riducendo gli spostamenti casa-lavoro dei lavoratori romani, l’auspicio è sciogliere le criticità principali. 

L’impegno di sindacati e associazioni datoriali è di promuovere, laddove le attività lo consentano ovviamente, l’adozione del lavoro da remoto o la sua implementazione. Ma non si tratta di una misura a lungo termine: l’accordo prevede l’adozione dello smart working fino all’8 gennaio 2025. Intorno a quella data, anche grazie ad un monitoraggio dei mesi precedenti che sarà tenuto dal Roma Capitale, ci sarà un nuovo incontro con tutti gli attori coinvolti e in occasione del quale si capirà se mettere in campo nuove misure legate alla mobilità per favorire il calendario di eventi dell’Anno Santo.

Nonostante si tratti di una misura virtuosa da parte dell’Amministrazione capitolina, questa misura con le ore contate e motivata da un evento stra-ordinario ci spinge a porci una domanda: è dopo il Giubileo? La vivibilità della città e il benessere dei cittadini dovrebbero essere le priorità che spingono amministrazioni pubbliche, sindacati e associazioni dei datori di lavoro a trovare soluzioni di lungo termine legate allo smart working. D’altro canto, in molti PSCL il lavoro da remoto risulta come una tra le iniziative aziendali più apprezzate proprio dal personale.

Amazon torna indietro, ma è giusto seguire il suo passo?

Ma sul fronte opposto ci sono grandi aziende che stanno tornando indietro rispetto al lavoro da remoto. Stiamo ovviamente parlando di Amazon che ha dato una motivazione in parte comprensibile della sua scelta. Il CEO Andy Jassy ha infatti spiegato che convivere in ufficio “è più facile per i nostri compagni di squadra apprendere, modellare, mettere in pratica e rafforzare la nostra cultura”. Collaborare, fare brainstorming e inventare sono più semplici ed efficaci”. Il tema della sostenibilità è completamente tralasciato sullo sfondo, mentre la possibilità di perdere talenti è stata messa in conto. Al di là delle scelte di Amazon, stiamo comunque parlando di un colosso al quale è difficile paragonarsi: non tutte le aziende hanno le stesse esigenze e dimensioni. 

Creare una cultura aziendale solida e mantenere alta la comunicazione sono sfide affrontabili con i giusti strumenti digitali e con una buona gestione. Ogni singola azienda dovrebbe valutare le proprie capacità di istituire lo smart working. Ogni impresa dovrebbe fare i conti con il proprio core business, con le esigenze dei propri dipendenti e con le conseguenze per la brand awareness, oltre al rapporto con il territorio in cui sorgono le sue sedi. I vantaggi sarebbero comunque più numerosi degli vantaggi, ci metteremmo la mano sul fuoco. Ovviamente però ad una condizione: che lo smart working segua un regolamento ben strutturato e che tuteli sia l’azienda che il tempo libero dei dipendenti. 

Perché i vantaggi dello smart working sono più degli svantaggi

Vediamo allora quali sono i vantaggi a cui abbiamo inneggiato finora, partendo da quelli per l’azienda. Molte aziende hanno scoperto di poter ridurre o addirittura eliminare del tutto alcune voci di costo legate a spazi fisici, bollette, manutenzione, pulizie e affitti. Ciò permette di destinare le risorse risparmiate in altre aree strategiche. Non trascorrere ore fermi nel traffico quotidianamente è tutto tempo guadagnato e stress risparmiato. Diversi studi mostrano come i lavoratori da remoto tendano ad essere più produttivi, più concentrati e quindi soddisfatti. La possibilità di lavorare alcuni giorni in autonomia accresce anche il senso di responsabilità. Grazie allo smart working le imprese non sono più condizionate a trovare talenti nelle vicinanze o costringere potenziali risorse a trasferirsi, magari a spese dell’azienda stessa. Oggi non c’è più questo vincolo fisico, perciò il lavoro può essere proposto a professionisti che abitano in altre città o essere un ulteriore leva per ridurre il turnover. Infatti, quale dipendente lascerebbe un posto di lavoro in cui si sente motivato, soddisfatto e dove gli viene garantito un buon work-life balance?

Svantaggi possono ovviamente esistere, come in qualunque fenomeno umano del resto. Dipendenti non produttivi, difficoltà comunicativa, mancanza di una coesione del team e conseguente difficoltà nel supervisionare il progresso delle attività. Ma proprio per questo l’importante è che lo smart working non sia visto come una soluzione temporanea o mal gestita. Perché funzioni davvero, è necessario un regolamento chiaro che tuteli sia le esigenze aziendali sia il diritto dei dipendenti a mantenere un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata. Gli svantaggi, se presenti, possono essere gestiti con una pianificazione accurata e una corretta implementazione.

Il futuro del lavoro è più flessibile, e lo smart working è una delle chiavi per un’azienda che guarda avanti. Affidarsi ad una consulenza esperta in mobility management vi aiuterà a definire i confini entro i quali muoversi per assicurarsi solamente i vantaggi e non entrare nel campo degli svantaggi. 

Approfondisci il tema con i seguenti articoli:

Cos’è il Workation e com’è percepito in Italia? Un magazine fa il punto sulla questione. 

Spazio di lavoro definito dallo smart working. Gli uffici del futuro, e in parte è già evidente, non saranno più semplicemente quattro mura tra le quali espletare le funzioni professionali nei giorni in presenza. Diventeranno invece spazi “flessibili”.

Come monitorare l’andamento delle iniziative introdotte nel PSCL? Non basta proporre strategie, è necessario verificarne l’efficacia e misurarne i benefici.

Fotocredit: Vlada Karpovich

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