Cina: il viaggio culturale secondo la dott.ssa Liu

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Martedì 17 settembre, all’evento AITMM nel Triveneto, tra i vari interventi interessanti, uno in particolare ha acceso le luci sul palco in un modo diverso. La Dott.ssa Ying Liu, esperta linguistica e docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha portato qualcosa di unico e, diciamocelo, anche un po’ inatteso poiché ci ha fatto fare un vero e proprio viaggio nella cultura cinese. E questo, in un contesto dove si parla soprattutto di travel management, è stato come una ventata d’aria fresca.

Proprio a proposito di viaggi verso la Cina, l’intervento della Dott.ssa Liu è arrivato nel momento perfetto. Pochi giorni prima, infatti, il gruppo SAVE – concessionario dell’aeroporto Marco Polo – aveva annunciato che dal 26 settembre sarebbe stato operativo un volo diretto Venezia-Shanghai. Un’iniziativa non certo casuale: quest’anno ricorrono i 700 anni dal viaggio di Marco Polo in Oriente, e quale modo migliore per celebrare se non collegare nuovamente queste due terre? Il volo, che permetterà un risparmio del 40% sul tempo di percorrenza rispetto ad altre tratte, sarà aperto tanto ai passeggeri quanto al traffico cargo. Un collegamento diretto che, senza dubbio, darà nuovo impulso agli scambi tra Italia e Cina.

La cultura cinese: una bussola per fare affari

Il suo obiettivo era chiaro: farci capire che fare affari in Cina non è solo questione di biglietti aerei e meeting programmati. No, no. È molto di più. Si tratta di capire una cultura che ha radici profondissime, dove ogni gesto, ogni parola ha un significato che va ben oltre quello che possiamo immaginare. E la Dott.ssa Liu ha fatto tutto questo con una presentazione interattiva, stile quiz. Sì, proprio così: un gioco di domande e risposte. E non uno di quei quiz noiosi, ma qualcosa che ha coinvolto tutti, portando un po’ di sfida e di divertimento.

Per esempio, uno dei punti più interessanti è stato quando ci ha parlato dei periodi peggiori per organizzare un viaggio d’affari in Cina. Viaggiare durante il Capodanno cinese, per esempio, può essere un vero e proprio incubo logistico. Questo periodo – che cade tra fine gennaio e metà febbraio – paralizza letteralmente il Paese, con milioni di persone che si spostano per tornare dalle proprie famiglie. E la prima settimana di ottobre? Anche lì è meglio evitare viaggi: è la Festa Nazionale, sette giorni in cui la Cina si ferma per celebrare la fondazione della Repubblica Popolare. Piccoli dettagli, certo, ma che possono fare la differenza tra un viaggio d’affari di successo e uno pieno di imprevisti.

WeChat e piccoli dettagli che fanno la differenza

Ma il discorso non è stato solo su cosa evitare. Ying Liu ha sottolineato anche gli strumenti che possono semplificare la vita durante un viaggio d’affari in Cina. Un esempio su tutti: WeChat. Non è solo un’app di messaggistica, è una sorta di “coltellino svizzero” digitale. Oltre a comunicare, si può pagare, prenotare taxi e molto altro ancora. Una dritta preziosa per chi si muove in questo mondo.

Ma la Dott.ssa Liu non si è fermata qui. Ha toccato anche il tema dei regali, un aspetto che noi occidentali tendiamo a sottovalutare. Regalare un orologio in Cina? Terribile. È come augurare la morte a qualcuno. Un ombrello? Male anche quello. Simbolo di separazione. Il cappello verde? Non ne parliamo nemmeno: è un insulto che allude al tradimento coniugale. Tutte queste cose, per noi piccolezze, in Cina hanno un peso enorme.

A tavola, il business si fa col cuore

E poi ci ha spiegato le dinamiche dei pasti in Cina e di cosa evitare a tavola, un aspetto in cui è facile incorrere in errori senza rendersene conto. Non condividere il cibo o rifiutare quello che ti viene servito è considerato piuttosto scortese. Mi ha fatto sorridere il fatto che persino il momento in cui si inizia a mangiare può essere fonte di imbarazzo. In genere, il commensale d’onore dovrebbe iniziare per primo, perché la cultura cinese riserva grande attenzione a chi viene invitato. Tuttavia, capita spesso che gli stranieri non sappiano bene come comportarsi. Ecco perché, per semplificare le cose, il padrone di casa o il superiore prende l’iniziativa: inizia a servire alcune specialità nei piatti degli altri commensali come segno di riguardo. Solo a quel punto tutti possono cominciare a mangiare. Un gesto semplice ma carico di significato, che dimostra l’attenzione verso l’ospite e l’armonia del momento.

Una lezione diversa, ma altrettanto cruciale

Alla fine, Ying Liu ha messo in evidenza un punto fondamentale: fare affari in Cina non significa solo saper parlare la lingua o conoscere le normative locali. Significa immergersi in una cultura millenaria, fatta di codici non detti e gesti che parlano più delle parole. È un gioco di equilibri, di rispetto e di comprensione reciproca. La sua presentazione, ricca di informazioni pratiche e di suggerimenti preziosi, è stata accolta con grande entusiasmo proprio perché ha fornito strumenti concreti per affrontare questo “viaggio culturale”.

In un evento dominato da tematiche più “tradizionali” legate al travel management, l’intervento della Dott.ssa Liu ha offerto un respiro diverso, ma altrettanto cruciale. Perché, alla fine, i viaggi d’affari non sono solo questione di logistica o di budget, ma anche – e soprattutto – di relazioni. E in Cina, più che in molti altri Paesi, comprendere le sfumature della cultura può fare la differenza tra il successo e il fallimento.

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