Tessera sanitaria all’estero: dove e quando è valida?

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In quali paesi è valida la tessera sanitaria all’estero? Come funziona e come richiedere il rimborso spese una volta rientrati in Italia.

Non succede, ma se succede di sentirsi male durante una trasferta di lavoro? Come comportarsi se si avesse bisogno di cure durante un viaggio di lavoro oltre i confini nazionali? La tessera sanitaria sarà valida? Prima di partire per una trasferta fuori dall’Italia è sempre importante valutare che passaporto, visto e patente siano a posto, ma anche accertarsi della validità dei documenti legati alla cura della propria salute. La domanda delle domande è: la tessera sanitaria è valida all’estero? In quali paesi, presso quali strutture e per quale tipo di infortuni?

La tessera sanitaria è il documento personale sanitario che ha sostituito il vecchio codice fiscale. Dal 2011 la TS è dotata di un microchip per cui è accettata presso i servizi della Pubblica Amministrazione. Ma questo documento che ci passa quasi ogni giorno tra le mani, nasconde un’altra faccia della medaglia.

Quali sono i paesi in cui è valida la tessera sanitaria all’estero?

Forse non lo avete mai notato, ma sul retro della tessera sanitaria nazionale si trova la Tessera Europea di Assicurazione Malattia detta TEAM. Questo “lato B” permette ai cittadini europei di ricevere gratuitamente prestazioni mediche in qualunque altro paese dell’Unione Europea. Il pagamento del ticket resta comunque a carico dell’assistito. 

Oltre ad essere valida in tutti i paesi dell’Unione Europea, la tessera sanitaria è regolarmente riconosciuta in Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. In tutti questi paesi, in caso di necessità basta mostrare la TEAM, il retro della tessera sanitaria. L’assistenza fornita è in via diretta e gratuita, salvo il pagamento del ticket, il cui costo corrisponde al 20% di ogni prestazione.  

In paesi come la Francia e la Svizzera, dove il sistema sanitario ha una struttura indiretta, spesso è richiesto il pagamento delle prestazioni godute. Il legittimo rimborso può essere richiesto direttamente presso l’Istituzione competente oppure presso la ASL, una volta rientrati in Italia. Anche in questi casi il rimborso del ticket non è possibile ovviamente ed è necessario presentare tutta la documentazione necessaria. 

La tessera sanitaria europea non può essere usata all’estero per cure di alta specializzazione e programmate. In questi casi deve essere rilasciata un’autorizzazione preventiva dalla ASL.

Cure mediche all’estero dove non è valida la tessera sanitaria

Se la destinazione di una trasferta è extraeuropea, la situazione è ben diversa e bisogna informarsi bene sull’accessibilità al sistema sanitario in caso di emergenza. Il primo step consiste nell’indagare se il paese abbia firmato una convenzione sanitaria con l’Italia. I paesi in questione sono: Australia, Brasile, Serbia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Principato di Monaco – Montecarlo, Macedonia, Repubblica di San Marino, Argentina, Capo Verde, Città del Vaticano e Tunisia. Tuttavia, non tutti i paesi sopra elencati garantiscono le cure urgenti per visitatori temporanei, ma solamente ad alcune categorie specifiche come pensionati, lavoratori, studenti o categorie protette. In tutti i casi in cui questo accordo non esista, le cure sono tutte a carico del soggetto. Questa è una ragione per cui moltissi stipulano un’assicurazione che copra eventuali spese mediche all’estero. Nel caso di trasferte lavorative, molto spesso è il datore di lavoro ad aver stipulato un’apposita assicurazione sanitaria per i propri dipendenti fuori sede. 

Come usare la tessera sanitaria all’estero?

In caso di bisogno di assistenza sanitaria all’estero, la prima cosa da fare è contattare il numero di emergenza locale. In molti paesi è il 112. Una volta presso la struttura sanitaria, presentate subito la tessera sanitaria europea per dimostrare subito il proprio diritto alle cure. Una buona pratica è conservare tutta la documentazione e le fatture per richiedere il rimborso delle eventuali spese sostenute. Al rientro, contattate la vostra ASL di riferimento per procedere con il rimborso. 

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Fotocredit: Pixabay

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