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ToggleLa convivenza intergenerazionale in azienda è una bella sfida in un mondo digitale. Ma con le giuste strategie ogni dipendente può sentirsi importante e soddisfatto
Da sempre nelle aziende si affacciano nuove leve destinate a sostituire le vecchie guardie. Ma mai come in questi anni il ricambio generazionale sul posto di lavoro segna delle piccole rivoluzioni alquanto evidenti e soprattutto al passo con i tempi. Il rapido ma comunque progressivo avvento del digitale ha segnato un cambiamento di abitudini, sensibilità e visioni del mondo. Le differenze generazionali sono oggi così rilevanti da aver portato alla definizione; chi non ha mai sentito parlare di “Boomers”, “Millennials” e “Generazione Z”? Com’è possibile trasformare la convivenza intergenerazionale in una risorsa per l’azienda?
Da un lato le generazioni più giovani approdano nel mondo del lavoro e portano con sé un bagaglio di nuove competenze e figure professionali legate a nuovi settori digitali; dall’altro la crisi demografica posticipa il pensionamento. In questo quadro alquanto paradossale le aziende si trovano a dover far convivere lavoratori junior e senior con l’obiettivo di collaborare nella maniera più produttiva per l’azienda e soddisfacente per i dipendenti.
“Reverse mentoring”: non si smette mai di imparare
Eliminare etichette e preconcetti è il presupposto necessario per ottenere lo spirito di collaborazione nel personale. Sicuramente i lavoratori con qualche anno in più devono essere incentivati ad esplorare “il nuovo mondo”, ma allo stesso tempo i colleghi più giovani hanno molto da imparare da un’esperienza decennale. Insomma: tutti possono crescere professionalmente grazie al confronto generazionale. Secondo il Chartered Management Institute, il 42% delle aziende prende in considerazione l’assunzione di personale senior. Questo perché investire sulla formazione di risorse un po’ age sembra antifunzionale.
In realtà dal “reverse Mentoring” c’è solo che da guadagnare. La soluzione è infatti affiancare le nuove reclute senior ai colleghi più giovani, con qualche skill digitale in più. Questi ultimi maturano anche doti di leadership e competenze nel coordinamento, mentre i primi acquisiscono conoscenze al passo con i tempi. Ignorare la forza lavoro over 50 vuol dire disperdere potenziale e tanti anni di esperienza che rappresentano un valore aggiunto non indifferente.
Strategie per una convivenza intergenerazionale in azienda
Considerando che per il 2025 i Millennials rappresenteranno il 75% della forza lavoro, assecondarne le esigenze è una lungimirante mossa di successo. Si tratta di una schiera di lavoratori cresciuti nel mondo delle tecnologie, che li rende particolarmente adatti a maneggiare strumenti digitali. Ma il fatto che l’età del pensionamento si sta dilatando sempre più, motivare anche i dipendenti di lunga data è giusto e importante. Come favorire la convivenza intergenerazionale sul posto di lavoro per accrescere produttività e benessere del personale? Le aziende non devono dimenticare che il concetto di “inclusione” non riguarda solamente le minoranze o la distinzione di genere: anche la differenza anagrafica potrebbe rappresentare una ragione di discriminazione.
Oltre al “reverse mentoring” è importante programmare specifici piani di formazione e appuntamenti per conoscersi e confrontarsi riducendo così i pregiudizi tra Baby Boomers e GenZ. Attività di team building sono momenti preziosi per collaborare, rendendosi conto di quanto le competenze di ognuno siano una risorsa irrinunciabile e complementare per raggiungere obiettivi comuni. Anche applicare politiche di lavoro flessibile sono strategie che vanno incontro alle esigenze di ogni generazione. Da un lato il lavoro da remoto risponde a chi ha una famiglia da gestire, dall’altro lascia tempo libero a generazioni di lavoratori sempre più giovani e poco disposte a rinunciare ai propri spazi di benessere per sedere ad una scrivania. E se il futuro è Z, allora è il caso di assecondare e anticipare il futuro del mondo del lavoro. Tutti hanno il desiderio di sentirsi apprezzati e realizzati. Ideare piani di incentivazione e attività premianti assicurano soddisfazione a chi desidera chiudere in bellezza una carriera e uno stimolo per chi desidera crescere e affermarsi.
Il dipartimento HR in un’azienda è un promotore importante per una convivenza intergenerazionale di successo in ufficio. D’altronde è già da tempo che questo ufficio non si occupa più solamente di burocrazia e rendicontazione, ma ha il ruolo centrale di creare una cultura aziendale. L’engagement dei dipendenti è il primo successo di qualunque impresa. Spetta alle Risorse Umane conoscere ogni singolo dipendente, tra competenze e aspirazioni, e favorire un clima di lavoro collaborativo.