Sono tante le alternative all’automobile per raggiungere il posto di lavoro. La risposta più semplice sembra essere offerta dal trasporto pubblico, ma non sempre la zona in cui sorge l’ufficio è servita dal TPL. Cosa fare in questi casi? Rinunciare ad ogni prospettiva di miglioramento per una mobilità sostenibile? Oggi è impossibile farlo; non solo perché il mondo della cultura aziendale sembra orientarsi proprio verso l’ecologia, ma anche perché il Decreto Rilancio del 2020 ha messo in chiaro che pretende un impegno del sistema-azienda in un’ottica sostenibile.
Più chiaramente, stiamo parlando della realizzazione di un PSCL (Piano Spostamento Casa Lavoro) che il Mobility Manager è tenuto a compilare e aggiornare annualmente, con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale prodotto dall’azienda e nello specifico dagli spostamenti quotidiani dei dipendenti. Ebbene, tornando a noi, come è possibile proporre soluzioni di trasporto meno inquinanti se i mezzi pubblici non raggiungono la sede lavorativa? Il car pooling e il car sharing sono due soluzioni di mobilità che potremmo in un certo senso definire dei veri e propri “fenomeni” culturali destinati a trasformare le abitudini quotidiane e il modo di vivere il proprio ambiente di lavoro. Ecco perché in questo articolo vogliamo riflettere sui vantaggi che car pooling e car sharing possono rappresentare sia per l’azienda che per i dipendenti.
La maggior parte dei lavoratori si reca a lavoro in auto, in autonomia. Questo significa che sulle strade italiane ogni giorno si riversano milioni di automobili con un solo passeggero. Non è difficile comprendere che, semplicemente salendo in due su una stessa auto, già verrebbe dimezzato il numero di veicoli ad intasare strade e produrre smog. Ma le persone, si sa, sono restie a cambiare le proprie abitudini, soprattutto se l’obiettivo è raggiungere il posto di lavoro; in questo caso il mezzo più non si cambia. Ma le cose potrebbero mutare se ad incentivare la sperimentazione fosse proprio il datore di lavoro. Ecco perché soluzioni di corporate car sharing o incentivi per provare il car pooling tra colleghi sono interessanti leve da inserire nella parte strategica del PSCL. Entrambe le alternative costituiscono scelte sostenibili e rappresentano un punto di incontro tra mobilità e welfare aziendale, come dimostra anche l’introduzione del Mobility budget.
Sommario
ToggleCome funziona il car sharing aziendale
Il car sharing è entrato già nelle abitudini di molti Millennial, ma soprattutto nel tempo libero. Un’azienda può scegliere di promuovere la condivisione, da parte dei dipendenti, di un’auto che appartenga all’azienda o ad una compagnia di car sharing convenzionata. Pertanto il corporate car sharing consente di sfruttare al meglio un veicolo aziendale che si trasforma in un benefit condiviso da tutto il personale e non solamente riservato ad alcune categorie di dipendenti. Le società di car sharing che propongono il servizio alle aziende forniscono i veicoli, ma anche una piattaforma centralizzata attraverso la quale i dipendenti possono prenotare i mezzi, comunicare e organizzarsi tra loro ed eventualmente raccogliere i frutti di una strategia di incentivazione. Inoltre i software messi a disposizione da questi attori della mobilità consentono al Mobility Manager di accedere a report e statistiche periodiche per valutare l’andamento e l’effettivo successo della strategia di car sharing tra colleghi inserita nel Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro.
Come funziona il car pooling aziendale
Il car pooling ha sempre a che fare con la condivisione dell’automobile, ma con una sfumatura nettamente diversa. Infatti in questo caso è l’auto di proprietà di un collega ad essere utilizzata per andare insieme a lavoro. Piuttosto che un semplice passaggio occasionale, il carpooling implica una forma di mobilità condivisa sistematica e ben organizzata. Anche in questo caso le compagnie di mobilità possono fornire un importante contributo alle aziende che magari vogliono incentivare soluzioni di spostamento alternative senza avere a disposizione un ampio parco veicoli.
Ebbene è possibile mettere a disposizione dei dipendenti una piattaforma “social”o una app che permetta loro di organizzarsi. Questo grazie ad un software che potrebbe segnalare gli utenti che abitano nelle vicinanze mettendoli subito in contatto aprendo una chat in tempo reale. Insomma, funzionalità piuttosto comuni oggi ma che nel mondo della mobilità aziendale potrebbero davvero fare la differenza. Anche in questo caso l’introduzione della gamification nelle interazioni potrebbe aiutare a centrare l’obiettivo, prevedendo un sistema di premiazione per chi accumula punti condividendo i passaggi con i colleghi.
Vantaggi del corporate car sharing e del car pooling per l’azienda
Ma quali sono i vantaggi del corporate car sharing e del car pooling? Oltre al miglioramento delle condizioni ambientali del territorio, esso consente alle imprese di ottimizzare l’efficienza del proprio parco veicoli e di un sistema di gestione centralizzato, ma anche di ridurre i ritardi e gli incidenti del personale. Inoltre, puntando proprio sulla qualità della vita dei propri dipendenti, le aziende possono contare su prestazioni migliori da parte di lavoratori più motivati e in sintonia con i propri colleghi, che diventano anche compagni di viaggio. Pertanto, optare per una corporate sharing mobility vuol dire ottenere una ricaduta positiva sulla Corporate Social Responsibility, in quanto l’azienda dimostra di avere a cuore il benessere dei propri dipendenti attraverso una mobilità sostenibile. Un ulteriore conseguenza di questo circolo virtuoso che verrebbe innescato starebbe nella forte attrazione che l’azienda eserciterebbe nei confronti dei talenti più giovani, particolarmente sensibili alle nuove tematiche sostenibili.
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