Un viaggio in Turchia non è un viaggio qualsiasi, ma il viaggio per eccellenza! Istanbul, poi, è un luogo magico, una città sorprendente e dicotomica con i suoi modernissimi ponti in acciaio sospesi sul Bosforo, come arcuati ballerini, ad unire le due sponde contrapposte su cui sorge. Non due sponde qualsiasi, ma di due continenti (Europa ed Asia), divise dal Bosforo, antico fiume in un lontano passato, oggi una lussureggiante distesa d’acqua con sontuosi palazzi lungo le sue rive.
Istanbul: un sogno sospeso tra Oriente e Occidente, incrocio un tempo di tutte le vie carovaniere, che di là si diramavano verso la Via della Seta. Ancor oggi spezie, profumi e mercanzia di ogni genere si concentrano nel suo ombelico: l’Old Bazar o, in turco, Kapalıçarşı.
Con la sua storia stratificata nei millenni, Istanbul ha determinato una diversificazione, di culture eterogenee, un coacervo di religioni e di razze, da sempre in pacifica convivenza tra di loro.
La laicità fu introdotta in Turchia ad opera soprattutto della rivoluzione capeggiata da Mustafa Kemal Atatürk (Salonicco, 19 maggio 1881 – Istanbul, 10 novembre 1938), militare e politico turco. Dopo aver deposto il sultano Maometto VI (1922), divenne Capo del Partito Popolare Repubblicano, fondò la Repubblica turca, e fu eletto Presidente della Turchia il 29 ottobre 1923.
Occidentalizzazione della Turchia
Il cosiddetto kemalismo, che da lui prese il nome, altro non è che un’occidentalizzazione della Turchia, a quei tempi molto arretrata ed isolata dal contesto europeo e mondiale.
Kemal, infatti, fu l’artefice di alcune importanti riforme: la parità dei sessi; il divieto dell’uso del velo islamico alle donne nei locali pubblici (legge abolita nel 2000 dal governo dell’AKP); il suffragio universale; l’adozione dell’alfabeto latino e del calendario gregoriano; del sistema metrico decimale; la proibizione dell’uso del fez e del turbante in quanto connotanti il passato regime, così come la barba per i funzionari pubblici e i baffi alla turca per i militari.
In sostanza, la sua radicale riforma si opponeva al clero musulmano posto sotto il controllo statale, laicizzando così lo Stato con l’abolizione del califfato, ma mantenendo l’Islam come religione nazionale per non creare turbolenze politiche e malumori tra la popolazione più integralista.
Considerato padre della Turchia moderna, nonché eroe nazionale turco, celebrato in molti monumenti, come quello al centro di piazza Taksim, oggi la sua figura è stata in parte offuscata dall’avvento di Recep Tayyip Erdoğan, attuale Presidente della Repubblica dal 2014 e fautore di una più marcata islamizzazione.
La sua richiesta di un ingresso della Turchia in Europa, è stata però congelata a causa di molteplici problemi interni ed esterni (Curdi, diritti umani, ecc.) e al non rispetto dei cosiddetti “Criteri di Copenhagen”, norme stabilite dal Consiglio Europeo di Copenhagen nel 1993. Appare quindi assai problematico che la Turchia entri, nell’immediato, a far parte della UE.
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