Viaggiare per affari è oggi una necessità. Pensare di poter fare affari restando nel chiuso della “propria bottega”, passatemi questa espressione un po’ colorita e credo molto netta, non può che portare a un rapido fallimento. Non fosse che oggi per poter continuare a far crescere le proprie imprese, in alcuni drammatici casi anche solo per poter sopravvivere, è necessario esportare.
Certo ogni viaggio è un investimento e quindi l’ imprenditore dovrebbe sempre porsi alcune domande che lo aiutino a comprendere come sta realmente spendendo i suoi soldi, sia che a viaggiare sia lui, sia che a viaggiare siano i suoi collaboratori o soci.
Questo articolo, anzi questa infografica per essere più precisi, mostra quali sono le domande che un imprenditore deve appunto porsi in merito ai viaggi. A mio parere ne manca qualcuna. Cominciamo però ad elencare queste sei domande riportate dal sito Clicktravel.
- Quanto abbiamo speso?
- Dove lo abbiamo speso?
- Perché lo abbiamo speso?
- Potevamo risparmiare qualcosa?
- Chi sta abusando delle spese di viaggio?
- Cosa fanno gli altri e che cosa possiamo imparare dei nostri concorrenti?
E se alcune domande possono aver risposta facile, dovremmo però dedicare un po’ più di tempo alla terza alla quarta domanda perché, annidate tra le loro pieghe, ci sono delle motivazioni che stanno alla base di alcune decisioni di spesa, soprattutto in funzione del livello qualitativo di ciò che stiamo comperando.
Banalmente: voliamo in business o in economy? Che livello di comfort, e quindi di costo, deve avere l’hotel? Poniamo dei limiti per i ristoranti?
Ciò che è bene comprendere è che il viaggio rappresenta spesso un elemento motivazionale, così come la capacità di poter dare delle risposte rapide: sono criteri che non possiamo trascurare nel prendere decisioni in merito al livello di servizio che vogliamo offrire a chi sta viaggiando.
Volare per 14 ore in business o in economy può fare la grande differenza sulla capacità di intervenire immediatamente in una riunione, oppure essere pronti a dare velocemente delle risposte ad un cliente e cominciare portare a casa contratti.
Non limitiamoci quindi soltanto a considerare il costo secco del viaggio, definiamo a priori quello che vogliamo ottenere valutando chi sta viaggiando e per quale ragione sta viaggiando, e quali possono essere le conseguenze delle nostre decisioni.
Sommario
ToggleQuali altre domande mancano?
Sicuramente ne manca una importante, che sta un po’ alla radice della nostra motivazione di creare la comunità di viaggiatori seriali.
Che cosa ho imparato in questo viaggio di lavoro?
Perché se vogliamo fare affari viaggiando, e non soltanto viaggiare per affari, dobbiamo sfruttare ogni occasione del viaggio per comprendere il mondo intorno a noi.
Non comprendere il mondo che stiamo visitando e come magari sta cambiando è come perdere una grande opportunità per crescere.
Ma anche come vengono proposti i prodotti – magari della concorrenza e non solo- , come si incontrano le persone, come sono organizzati i negozi.
E questo sia che vendiamo vino, pasta, macchinari industriali, centrali atomiche.
Impara qualcosa di nuovo ad ogni viaggio d’affari
Dobbiamo imparare ogni volta qualcosa di nuovo, dobbiamo sviluppare la capacità di osservare il mondo intorno. A mio parere sono queste le domande che ogni imprenditore dovrebbe rivolgere ai suoi collaboratori rientrati da un viaggio all’estero:
Che cosa hai imparato?
Che cosa possiamo prendere in esame per migliorare?
Che cosa fanno i nostri concorrenti all’estero?
Cosa fanno le imprese sul posto?
Ma non è finita qui. Ci sono altre importanti domande che ogni manager dovrebbe chiedersi e chiedere a chi lo rappresenta all’estero.
Vale la pena continuare a viaggiare in quel paese?
Come sta andando l’economia di quel paese?
Che cos’altro possiamo fare per allargare la nostra presenza in quel paese?
Come possiamo sfruttare i social, ad esempio LinkedIn, per farci conoscere di più e conoscere più persone in quel paese?
Comprendere cioè se l’investimento del viaggio è speso bene perché stiamo cercando di estendere la nostra presenza proprio là dove l’economia cresce.
E voi? Quali altre domande aggiungereste a queste?