Il Mobility Management del futuro rivoluzionerà il nostro modo di vivere

Il mobility management cambierà il nostro modo di vivere

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Come può il mobility management cambiare il nostro modo di vivere? Ci aiutiamo con un esempio pratico per spiegare cosa si intende.

Molte città italiane della Pianura Padana,  così come metropoli come  Roma e Napoli, negli ultimi anni hanno registrato oltre  80 giorni di sforamento delle soglie di inquinamento dell’aria a causa del CO2 e del PM10.

Intervenire per invertire la tendenza non è solo necessario,  ma è anche urgente. Sia l’Unione Europea, sia i vari Osservatori Ambientali hanno più volte richiamato l’attenzione su questo tema. I problemi legati al traffico e al conseguente inquinamento dell’aria,  per anni sono passati in secondo piano e i provvedimenti presi dalle Amministrazioni Pubbliche sono stati spesso estemporanei e poco incisivi.

Già oggi in Italia vi sono circa all’anno 91.000 morti legate all’inquinamento ed è previsto che nei prossimi 5 anni,  se non ci saranno interventi significativi, vi sarà  un ulteriore aumento della mortalità;  questo rischierà inoltre di farci sborsare 1 miliardo di euro di sanzioni per il mancato rispetto dei trattati. Diverse Procure stanno, inoltre, indagando, a seguito delle segnalazione da parte dei comitati cittadini, sugli scarsi interventi, sulle mancate decisioni e sull’inefficienza di chi ha o ha avuto la responsabilità in questi anni.

Mobility Manager del Decreto Ronchi

Dall’entrata in vigore del Decreto Ronchi del 1998 (con cui il Ministero dell’Ambiente prevedeva l’obbligo del Mobility Manager per le aziende e le politiche di incentivazione per i servizi di trasporto collettivi) abbiamo perso molto tempo e la possibilità di creare i presupposti per veri interventi strutturali.

Car Sharing e Free Floating

Mobility Car SharingIn tutte le città, a partire dalle aree metropolitane sono nati nell’ultimo periodo servizi di Mobility Car sharing e Free Floating, che incontrano un grande successo soprattutto tra i Millenial. In Italia sono ormai più di 700.000 mila gli abbonati e diversi milioni i chilometri percorsi con questi servizi, che sono cresciuti di oltre il 70 per cento dal 2015.

L’impatto dal punto di vista ambientale può diventare davvero significativo, considerato che per ogni auto in sharing si eliminano 9 auto di proprietà e le flotte in sharing sono sempre più orientate verso le auto elettriche.

Milano, in questo momento,  è la città con la maggiore progettualità e con le idee migliori.  Basti pensare alle iniziative di ampio respiro come l’intermodalità studiate per i pendolari insieme a TrenNord ed Enel, o alle soluzioni allo studio per rispondere alle esigenze dei grandi condomini o per soddisfare la domanda di mobilità legata ad attività sportive o di vita quotidiana (es. spesa al centro commerciale).

Bike Sharing per la mobilità sostenibile del futuro

Grande impulso all’intermobilità  viene anche dai servizi di Bike sharing, che offrono biciclette tradizionali e le bike a pedalata assistita. La seconda giovinezza di questo veicolo, che nel 2016 ha superato nelle vendite le automobili, sarà la soluzione per gli spostamenti in città nel prossimo futuro: poco ingombro, eliminazione del problema dei parcheggi, zero emissioni.

Bike Sharing Travel For Business

 

Mobility Management nel futuro

Ma come sarà appunto la mobilità del futuro? Cosa prevedono i vari Osservatori del settore, le Università, gli esperti o semplicemente le persone che sono attente a questi anni di grande cambiamento?

La maggior parte delle pubblicazioni e delle persone intervistate individua tre step, cioè momenti topici, che segneranno questa rivoluzione:

  • Comunicazione mobility managementil 2020 come inizio del cambiamento tangibile, anche se già oggi si stanno creando i presupposti. Si passerà da un concetto di possesso dell’auto a un concetto di utilizzo. I servizi di car sharing e di ride sharing (passaggi in auto), si moltiplicheranno facilitando l’utilizzo e la diffusione capillare su tutto il territorio, grazie anche alle piattaforme tecnologiche e alla digitalizzazione. Crescerà ancora il car pooling tra i pendolari,  sia per le brevi, che per le lunghe distanze. Le città renderanno sempre più inaccessibili i centri storici alle auto, ampliando le aree e gli orari di chiusura delle ZTL. Le città del nord Europa hanno già iniziato questo processo; ad esempio la città di Oslo ha programmato la chiusura permanente di tutta la città alle auto per il 2019. Anche i servizi di bike sharing cresceranno e diventeranno sempre più efficienti, ampliando la gamma di servizi: biciclette a pedalata assistita, bici con cesti o piccoli cargo bike, carrelli per bimbi e animali domestici, caschi  e caschetti per la sicurezza, rimesse coperte, che consentiranno di ricoverare dalle intemperie anche le biciclette di proprietà.
  • 2025 le auto da “guida assistita” diverranno a “guida autonoma”, saranno cioè senza conducente, governate da un computer di bordo e da sistemi di sicurezza integrati. Questo consentirà agli occupanti di svolgere altre attività durante il tragitto, diminuendo incidenti e rischi.  Le flotte aziendali e le auto private saranno in buona parte elettriche ed in sharing,   di conseguenza si ridurranno i costi,  l’inquinamento e si massimizzerà l’efficienza e l’utilizzo dei mezzi. Anche i veicoli pesanti per il trasporto merci saranno  sempre più a guida pilotata e autonoma ed anche in questo caso si otterrà un risparmio di carburante ed dei costi legati alla conduzione degli automezzi. Nasceranno le prime autostrade elettrificate e la consegna delle merci nelle città passerà attraverso piattaforme logistiche e digitali e avverrà con veicoli dedicati, prevalentemente elettrici.
  • 2030 le città inizieranno a cambiare volto. Gli urbanisti dovranno ridisegnare gli spazi restituendo ai cittadini le aree un tempo destinate alla sosta e alla circolazione dei veicoli. In alcune situazioni e particolari condizioni i droni e le auto in volo trasporteranno merci e persone a destinazione, liberando sempre più le strade dai mezzi di trasporto.

Con grande soddisfazione abbiamo rilevato che anche i più pessimisti e scettici concordano su questi grandi cambiamenti e gli unici dubbi riguardano i tempi entro cui  questi potranno essere  effettivamente realizzati.

I punti di debolezza del Mobility Management Italiano

Quali sono i punti deboli dell’Italia nei confronti dell’applicazione di queste grandi innovazioni?

Per cominciare la mancanza di progettazione e programmazione. Negli Stati Uniti e nelle città del nord Europa, le istituzioni, le università e le aziende lavorano insieme ormai da anni sul tema del mobility management. Gli investimenti e la ricerca sono al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, i Governi incentivando le aziende, mettono in campo tutte le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi programmati. Da noi questo non avviene, le istituzioni non investono e le nostre università, molte volte all’avanguardia nel settore,  non trovano supporto nelle decisione governative e sono costrette a lavorare in progetti internazionali.

Le aziende sono scollegate dal sistema di ricerca e sviluppo del territorio e non hanno incentivi sufficienti per investire su questi temi.

Gli investimenti degli Enti Pubblici sono molte volte guidati da scelte sbagliate o fuori tempo, frutto della grande burocrazia e della lentezza delle decisioni che blocca il nostro Paese.

Le città Italiane,  che vantano centri storici e monumenti famosi in tutto il mondo,  hanno problemi di compatibilità con i progetti e le opere strutturali eseguite.

Ad esempio la tramvia di Firenze,  i cui costi e i disagi creati, hanno messo a dura prova la città, oppure la metropolitana di Roma i cui lavori sono durati anni,  per la necessità di salvaguardare il grande patrimonio artistico presente.

Le soluzioni della mobilità sostenibile italiana

Le scelte future dovrebbero invece riguardare investimenti in infrastrutture digitali. Queste soluzioni consentirebbero una maggior interconnessione dei servizi di mobilità evoluti (con il monitoraggio e l’indirizzamento dei flussi di persone in termini di orari e direzione) e la razionalizzazione della domanda e dell’offerta, attraverso il ridisegno del servizio di trasporto pubblico locale.

L’Italia ha la grande esigenza di definire un quadro normativo complessivo sui servizi di mobilità, che metta al centro l’utente e crei i presupposti per sviluppare i servizi di mobility già oggi disponibili. In effetti le condizioni normative oggi in vigore nel nostro paese, non consentono nemmeno di sperimentare le  piattaforme tecnologiche,  le auto a guida autonoma e le auto elettriche di ultima generazione, che ri-immettono energia nella rete.

Se si dovrà, per necessità o per scelta, chiudere alle auto private i centri delle città, si dovranno creare prima le condizioni base, fra cui quelle normative, perché ciò sia possibile.

Decidere da un giorno all’altro provvedimenti di chiusura o importanti limitazioni alla circolazione nelle città, senza aver creato nuove piste ciclabili, servizi alternativi, rivisto il piano di trasporto pubblico, realizzato progetti di spostamento casa/lavoro e casa/scuola integrati per aree omogenee, infrastrutture digitali, porterà al sicuro fallimento delle iniziative.

Prendendo decisioni senza un progetto strutturato e senza aver definito compiutamente gli obiettivi  da raggiungere, si rischierà di far morire il tessuto economico legato al commercio, al turismo e all’artigianato.  Si scontenterà la cittadinanza che,  non comprendendo i benefici generali derivanti dalla chiusura al traffico della città, valuterà negativamente la decisione percependone solo i disagi procurati.

Le infrastrutture digitali possono invece consentire all’Italia di recuperare il terreno perso in questi anni, creano nuove soluzioni di trasporto, a basso impatto, a minor costo e con tempi di realizzazione e progettazione sicuramente ridotti rispetto alle grandi opere.

Inoltre utilizzando una comunicazione diretta ed efficace con il cittadino,  sarà possibile spiegare la progettualità e far comprendere a tutti quali siano i vantaggi ad avere un centro cittadino libero da auto e ben servito da servizi di mobilità a basso impatto per l’ambiente.

 

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