L’Iran fa parte dei cosiddetti Next 11, cioè gli undici Paesi che, in base a quanto riportato da Goldman Sachs Group, una delle più grandi banche d’affari del mondo, rappresenterebbero le maggiori economie del XXI secolo. E l’andamento del mercato Italia-Iran si muove in un clima particolarmente favorevole grazie al recente alleggerimento delle sanzioni.
Sommario
ToggleJoin Comprehensive Plan of Action: l’accordo sul nucleare e le prospettive per il mercato
Risale al 14 luglio 2015 la conclusione dell’accordo che ha portato al Joint Comprehensive Plan of Action (JCPoA) sul nucleare.
Entrato in vigore nel gennaio 2016, il JCPoA ha permesso la ripresa delle attività commerciali.
Tale accordo comporta una serie di clausole per l’Iran:
- eliminazione delle sue riserve di uranio a medio arricchimento;
- taglio del 98% alle riserve di uranio a basso arricchimento;
- riduzione di due terzi delle sue centrifughe a gas per tredici anni;
- per i successivi quindici anni, arricchimento dell’uranio possibile solo al 3,67%;
L’Iran ha inoltre pattuito di non costruire alcun nuovo reattore nucleare ad acqua pesante per lo stesso periodo.
Le attività di arricchimento dell’uranio per dieci anni saranno limitate a un singolo impianto utilizzando centrifughe di prima generazione.
Altri impianti saranno convertiti per evitare il rischio di proliferazione nucleare.
Per monitorare e verificare il rispetto dell’accordo da parte dell’Iran, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) avrà regolare accesso a tutti gli impianti nucleari iraniani.
L’accordo prevede che in cambio del rispetto dei suoi impegni, l’Iran otterrà la cessazione delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a causa del suo programma nucleare.
In seguito all’accordo, le autorità locali si propongono oggi di attuare misure di stabilizzazione dell’economia. Il fine è quello di potenziare gli strumenti utili per attrarre gli investimenti esteri.
Rapporti bilaterali nel mercato Italia-Iran
La relazioni bilaterali tra Italia e Iran si sono sempre rivelate interessanti nel corso del tempo.
Secondo quanto emerge dal rapporto della Farnesina pubblicato su Infomercatiesteri.it, nel 2011 l’interscambio tra i due Paesi ha raggiunto il massimo storico, con 7097 milioni di euro.
Nel 2012 l’intensificazione delle sanzioni internazionali da parte di UE e USA, in aggiunta alle misure restrittive in ambito finanziario e commerciale, ha causato una flessione.
Nel 2013 si è registrato un calo dell’export pari al 24,3% rispetto al 2012.
Infine, dopo qualche tribolazione, la ripresa nel 2015. Il valore dell’interscambio commerciale ha raggiunto quota 1 miliardo e 700 milioni di euro (+4,6% nell’export, +6,2% nell’import).
Dopo la Germania, attualmente l’Italia è il secondo partner europeo dell’Iran: importa soprattutto petrolio ed esporta macchinari.
Venute meno le sanzioni, adesso le imprese iraniane cercano capitali, investimenti proficui, nuove tecnologie. Sentono fortemente le necessità di uscire dall’isolamento in cui hanno vissuto per anni.
L’esigenza di ridare vita agli affari è fondamentale. Al momento la ripresa è portata vanti soprattutto da settori quali gli idrocarburi, le infrastrutture e i trasporti.
La folta presenza di PMI in Iran, così come in Italia, rende possibile lo scambio di progetti e la stipula di accordi fruttuosi.
L’andamento degli investimenti in Iran
La Farnesina garantisce che l’attuale collaborazione può beneficiare di una consolidata fiducia tra i Paesi.
Si tratta infatti di confrontarsi con decenni di di attività redditizia, soprattutto nel settore petrolifero, siderurgico, energetico, meccanico e dei trasporti.
Ad aprile 2016, come risulta dal comunicato stampa diffuso da SACE e da Cassa Depositi e Prestiti, l’Agenzia per l’assicurazione alle esportazioni e la Banca italiana si sono impegnate a sostegno dell’export italiano in Iran.
Il sistema integrato di strumenti di intervento prevede:
- 4 miliardi di euro di linee di credito erogate nell’ambito del sistema export banca a controparti sovrane iraniane, da CDP in
complementarietà con il sistema degli intermediari creditizi; - 4 miliardi di euro di garanzie sulle linee di credito da parte di SACE, con l’intervento di SIMEST per la stabilizzazione
del tasso di interesse; - 800 milioni di euro per favorire la ripresa delle attività delle PMI italiane nel Paese.
Quest’ulltimo punto prevede una linea di trade finance da 500 milioni di euro e, grazie a un accordo firmato con Banca Popolare di Sondrio, una linea di credito da 300 milioni di euro. Due iniziative di SACE a sostegno della competitività delle PMI italiane nelle transazioni di breve e medio termine relative a forniture di beni di consumo o macchinari made in Italy.
FS italiane in Iran: nuova linea alta velocità
Le Ferrovie dello Stato hanno recentemente rafforzato la propria presenza in territorio iraniano tramite Italferr.
Si tratta di una società d’ingegneria del Gruppo FS, che ha stipulato con le ferrovie iraniane un contratto di circa 12 milioni di euro.
Lo scopo? Avviare servizi di Project Management Consulting (PMC) per realizzare la prima linea AV tra Tehran, Qom e Isfahan.
Si tratta di un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo futuro del Paese.
La linea avrà una lunghezza complessiva di 415 km. La velocità prevista non sarà inferiore 250 km/h.
L’assegnazione dell’incarico a Italferr rafforza certamente il rapporto di fiducia e collaborazione tra i servizi ferroviari dei due Paesi.
Uno sprono a incrementare sempre di più le relazioni bilaterali nel mercato Italia-Iran. Proprio come ha recentemente auspicato lo stesso presidente iraniano Hassan Rohani a colloqui con il nostro presidente Gentiloni.